Rinviato a giudizio De Santis per la morte di Ciro Esposito

Calcio
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L'ex ultrà romanista sarà processato per l'omicidio del tifoso del Napoli ferito poco prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli il 3 maggio dello scorso anno e morto dopo 53 giorni di agonia. Alla sbarra il prossimo 8 luglio

L'ex ultrà romanista Daniele De Santis è stato rinviato a giudizio per l'omicidio di Ciro Esposito, ferito poco prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli il 3 maggio dello scorso anno e morto dopo 53 giorni di agonia. Il processo il prossimo 8 luglio.

De Santis è accusato di omicidio volontario e duplice tentato omicidio, mentre Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito verranno processati per rissa. A pronunciare il rinvio a giudizio è stato il giudice Maria Paola Tommaselli, che ha accolto le richieste dei pm Antonino Di Maio ed Eugenio Albamonte. Folla intorno all'aula del tribunale dove il gip ha tenuto l'udienza. Erano presenti numerosi parenti di Ciro Esposito e, a una certa distanza, anche quelli di De Santis. Per impedire eventuali disordini erano state anche schierate anche le forze dell'ordine.

Secondo quanto ricostruito nella maxiperizia dei carabinieri, De Santis fece fuoco in direzione dei tifosi del Napoli dopo che era stato ferito, forse raggiunto da alcune coltellate all'addome, "sopraffatto dagli aggressori", scrivono i periti. I fatti avvengono intorno alle 18, a poche ore dalla finale di Coppa Italia. Tutto succede nella zona del viale di Tor di Quinto. L'azione parte con De Santis che inveisce verso alcuni pullman di tifosi napoletani lanciando, come affermano testimoni, petardi e fumogeni. Un "blitz" al quale corrisponde l'immediata reazione da parte di un cospicuo gruppo di supporter azzurri. De Santis di fatto si dà alla fuga e imbocca il vialetto che porta al Ciak Village. L'ultrà romanista tenta di chiudere un cancello che dà su viale di Tor di Quinto, ma viene raggiunto dai napoletani tra cui Ciro Esposito.

De Santis viene bloccato e cade a terra. "Si ritiene -scrivono i periti - che l'uomo (sopraffatto dagli aggressori, ferito e sanguinante) con le mani sporche del suo stesso sangue abbia impugnato l'arma ed esploso i quattro colpi ferendo i tifosi napoletani".