L'ambasciatore d'Israele, Naor Gilon: "Dichiarazioni che non si possono accettare". E il presidente del Coni: "Le frasi del presidente Figc su ebrei e gay vanno biasimate, ma non ho presupposti tecnico-giuridici per intervenire. Ognuno risponde alla propria coscienza"
"Quale Ambasciatore d'Israele in Italia desidero ribadire che nessuno può dubitare che, come israeliano, ebreo e parte di un gruppo di minoranza, io possa minimamente accettare parole quali quelle pronunciate dal Presidente delle Figc, Carlo Tavecchio" afferma Naor Gilon. "Nella mia risposta di ieri all'Ansa - dice l'ambasciatore israeliano, che domenica aveva preferito "non entrare nel merito" delle dichiarazioni del presidente della Figc - ho semplicemente confermato quanto menzionato da Tavecchio sul Corriere della Sera di ieri 1/11, secondo cui ha sostenuto con convinzione Israele nel fermare un'iniziativa anti-israeliana in seno alla Fifa. Vedo in questo due questioni diverse e separate", conclude Gilon.
Malagò: "Non posso commissariare la Figc" - "Le parole emerse attraverso la registrazione audio sono inaccettabili e vanno biasimate. Ma sottolineo che non esiste alcun presupposto tecnico-giuridico perché il Coni possa commissariare la Federcalcio". E' il commento del presidente del Coni Giovanni Malagò. "Come già esternato in altra occasione - aggiunge il numero 1 dello sport italiano -, ritengo che ogni singola persona debba rispondere alla propria coscienza e adottare il comportamento più idoneo. Voglio comunque aggiungere che ho chiesto, con urgenza, un report dettagliato alla Figc per approfondire il caso in questione e le singolari dinamiche della vicenda, su cui si fondano peraltro i successivi chiarimenti e denunce del presidente Tavecchio".