Gonzalo nuovo profeta e l'età dell'oro può ripetersi

Calcio

Massimo Corcione

Il primo gol di Higuain segnato all'Inter nella notte del San Paolo (Getty)

L'EDITORIALE. Nel 1990 il Napoli vinceva il suo secondo Scudetto sotto il segno di Maradona. El Pipita non è Diego che è unico e irripetibile, è più un Savoldi o un Careca. Ma soprattutto è Higuain, un attaccante che adesso può davvero fare la differenza

Venticinque anni dopo, ecco il nuovo profeta. Un quarto di secolo è passato, praticamente una vita, da quella volta, l'ultima, in cui il Napoli fu credibilmente davanti a tutti in classifica. 1990: era la classifica che assegnava il secondo scudetto dell’era Maradona, un’età dell’oro per molti irripetibile. Fino ad ora, per lo meno. Da Diego a Gonzalo la transizione che fa sognare chi (per DNA e spesso per mancanze di alternative) è già da sempre un sognatore. Due gol, gli ultimi di una serie che quest’anno sembra non arrestarsi mai. Segnati di potenza come fanno i centravanti, i numeri 9. Ma la ragione spinge verso altri paragoni: Maradona lasciamolo stare, è un esemplare unico, di quelli di cui si distrugge lo stampo.

Higuain è forse più Altafini, o Savoldi, o ancora Careca. Ma Higuain è soprattutto Higuain, l’attaccante più forte che oggi giochi in Italia, tra i più forti che si vedano in giro per i campi del mondo. Implacabile quando c’è da punire un avversario. E lo è diventato ancora di più quest’anno, grazie alle ripetizioni del maestro Sarri: lezioni di calcio e di psicologia. Per convincerlo che è ancora più bravo: può diventare l’ultimo dei marziani più che restare il primo degli umani. E Napoli può fare la differenza esattamente come Higuain la fa ora per il Napoli. Ecco perché, 25 anni dopo, è proprio un’altra storia.