Gonzalo nuovo profeta e l'età dell'oro può ripetersi
CalcioL'EDITORIALE. Nel 1990 il Napoli vinceva il suo secondo Scudetto sotto il segno di Maradona. El Pipita non è Diego che è unico e irripetibile, è più un Savoldi o un Careca. Ma soprattutto è Higuain, un attaccante che adesso può davvero fare la differenza
Venticinque anni dopo, ecco il nuovo profeta. Un quarto di secolo è passato, praticamente una vita, da quella volta, l'ultima, in cui il Napoli fu credibilmente davanti a tutti in classifica. 1990: era la classifica che assegnava il secondo scudetto dell’era Maradona, un’età dell’oro per molti irripetibile. Fino ad ora, per lo meno. Da Diego a Gonzalo la transizione che fa sognare chi (per DNA e spesso per mancanze di alternative) è già da sempre un sognatore. Due gol, gli ultimi di una serie che quest’anno sembra non arrestarsi mai. Segnati di potenza come fanno i centravanti, i numeri 9. Ma la ragione spinge verso altri paragoni: Maradona lasciamolo stare, è un esemplare unico, di quelli di cui si distrugge lo stampo.
Higuain è forse più Altafini, o Savoldi, o ancora Careca. Ma Higuain è soprattutto Higuain, l’attaccante più forte che oggi giochi in Italia, tra i più forti che si vedano in giro per i campi del mondo. Implacabile quando c’è da punire un avversario. E lo è diventato ancora di più quest’anno, grazie alle ripetizioni del maestro Sarri: lezioni di calcio e di psicologia. Per convincerlo che è ancora più bravo: può diventare l’ultimo dei marziani più che restare il primo degli umani. E Napoli può fare la differenza esattamente come Higuain la fa ora per il Napoli. Ecco perché, 25 anni dopo, è proprio un’altra storia.