Romero, testa e piedi: "La mia laurea oltre il pallone"

Calcio

Alfredo Alberico

Niccolò Romero, 24 anni: 2 metri e 90 chili al servizio della Feralpisalò
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LA GIOVANE ITALIA. Attaccante di 24 anni, Niccolò Romero è cresciuto nelle giovanili del Genoa. Ex Vigor Lamezia e Pavia, è alla sua seconda stagione con la Feralpisalò. Laureato in Scienze Motorie, guarda già al suo futuro

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Niccolò Romero ha fatto una scelta precisa. Seguire e assecondare una grande passione, il calcio, ma cominciare a guardare anche oltre, ovvero a quella che sarà la sua vita dopo il pallone. Ecco perché l’attaccante della Feralpisalò, 24 anni appena compiuti, il suo "piano B" lo ha cominciato a pianificare conseguendo una laurea in Scienze Motorie. Un tempo cosa assai rara, oggi un po' più frequente, comunque un percorso che il ragazzone di Sivigliano (Udine), 90 chili per 2 metri di altezza, consiglia ai suoi colleghi: "Se sei Donnarumma e dalla Primavera ti ritrovi a fare il portiere di una squadra come il Milan, beh, ci può stare la decisione di non andare fino in fondo con gli studi. Non lo condivido, sia chiaro, ma ci può stare. A chi invece come me gioca in Lega Pro, dove per il futuro non ci sono poi così tante certezze, l’invito è quello di pensare a un’alternativa".

E’ stato difficile conciliare i due impegni?
"Onestamente no. Non è stato un grande sacrificio. Il tempo per studiare c’è anche se giochi in un campionato professionistico. Certo, serve la buona volontà".

Scienze Motorie per diventare cosa?
"La scelta è stata fatta con l’intento di non allontanarmi a fine carriera dal calcio o dallo sport in generale. Non m’immagino nel ruolo di allenatore, non sono uno che magari ha la pazienza di pensare e sviluppare idee di gioco. Curare la preparazione atletica è nelle mie corde".

Intanto c’è l’altra carriera da portare avanti. Che giocatore sei?
"Fisicamente un paragone lo si potrebbe fare con Luca Toni. Sottolineo il fisicamente, Toni è un campione del mondo. Però l’altezza e la struttura del corpo è pressoché simile. Sono uno che fa la ‘guerra’ con i difensori e che cerca di sfruttare al meglio i calci piazzati".

Oltre il colpo di testa c’è di più? Tecnicamente dicono che non te la cavi malaccio…
"No, in effetti i piedi non sono malaccio. Mi piace cercare anche la giocata bella e di gol belli ne ho fatti. Anche in rovesciata. Certo, per caratteristiche non potrei giocare nel Barcellona di oggi".

Ma magari un’esperienza all’estero la faresti. Dove?
"Il mio sogno è la nostra Serie A. Però andare fuori dal nostro Paese, anche in categorie diverse dalle serie più importanti, lo farei. In Inghilterra giocano il calcio più adatto alle mie caratteristiche".

Un altro anno di contratto con la Feraplisalò. E poi?
"Sono cresciuto nel Genoa e prima di arrivare alla Feralpi sono stato girato in comproprietà alla Vigor Lamezia prima e al Pavia poi. Belle esperienze, che rifarei, ma qui sto benissimo. Società solida, tranquillità e programmi mi portano a sperare di poter rimanere e continuare e raggiungere un traguardo importante".

Per essere chiari, il traguardo è la Serie B?
"Sì, che poi è anche l’obiettivo personale. Vorrei una chance, e magari procurarmela con la Feralpisalò. L’anno scorso abbiamo raggiunto la salvezza come avevamo programmato, ora proviamo a fare qualcosa di più, cioè raggiungere i playoff. Abbiamo tutto per poterci riuscire. Esempi come Carpi e Sassuolo dobbiamo sempre tenerli presenti, perché vuol dire che nulla è impossibile".

Per motivi di studio sei abituato a leggere. Con i giornali come sei messo?
"Cerco d’informarmi il più possibile. Gli attentati a Bruxelles la notizia che chiaramente mi ha colpito di più in questi giorni e che mi ha lasciato un profondo senso di vuoto. Paura? Quella non deve prevalere, anche se è l’obiettivo di chi compie atti del genere".

Come si risolve un problema del genere?
"Domanda difficile e risposta ai limiti dell’impossibile. Se non altro perché credo che nessuno abbia colto la vera origine di questo scontro. Forse nemmeno quelli che ci governano".