Russia, Pogrebnyak sotto inchiesta: "Strano vedere calciatori neri qui"

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L'attaccante dell'Ural finisce sotto inchiesta della Federazione per le frasi pronunciate sugli oriundi: "È ridicolo vedere un giocatore di colore nella nostra Nazionale". Poi prova a correggere il tiro: "Non ho nulla contro di loro, non volevo offendere nessuno"

La RFS, la Federazione calcistica della Russia, ha messo sotto inchiesta Pavel Pogrebnyak per le dichiarazioni rilasciate in merito all'utilizzo in Nazionale di calciatori di origine straniera. "Credo che la squadra potrebbe fare a meno di loro - ha dichiarato l'attaccante al quotidiano Komsomolskaya Pravda -. Per me è ridicolo vedere un giocatore di colore nella Russia, non ne capisco l'utilità. Perché Ari (centravanti del Krasnodar nato e cresciuto in Brasile e chiamato dal Ct Cherchesov per le amichevoli dello scorso novembre ndr) ha un passaporto russo? Ne abbiamo discusso anche con Pavlyuchenko. Per esempio, Mario Fernandes (altro brasiliano naturalizzato russo e protagonista all'ultimo Mondiale) è un giocatore molto forte, ma nel suo stesso ruolo c'è anche Igor Smolnikov. Sono contrario al fatto che gli stranieri giochino per la Russia". Dichiarazioni forti che non sono passate inosservate. Alexander Baranov, vicepresidente della Commissione anti discriminatoria della Premier League russa, ha affermato che la RFS esaminerà le sue parole e prenderà eventuali provvedimenti i quali, secondo fonti dello stesso giornale, potrebbero comportare una multa salata o una squalifica.

Pogrebnyak si giustifica: "Non volevo offendere nessuno"

Il centravanti dell'Ural, nel frattempo, è tornato sull'argomento al portale KP Bratislava: "Sono rimasto nei limiti del politicamente corretto - ha provato a giustificarsi Pogrebnyak -. Ho giocato in giro per l'Europa e ho sempre rispettato tutti i giocatori senza eccezioni. Non ho nulla contro i giocatori neri. In quell'intervista ho espresso un parere puramente personale, ovvero che nella Nazionale russa mi piacerebbe vedere calciatori nati e cresciuti nel nostro Paese. Non volevo offendere nessuno".