Infantino e il progetto di rinnovamento del calcio: undici passi verso il futuro

DI GERI DE ROSA
Geri De Rosa

Geri De Rosa

©Getty

Infantino ha presentato un progetto da qui al 2023: undici punti per rendere il calcio "veramente globale". Una visione a 360 gradi del calcio, non solo come gioco ma come punto di riferimento in vari aspetti della società. Ecco quali sono gli obiettivi del presidente della FIFA per svecchiare il mondo del pallone

Uno sguardo al futuro, ma con i piedi ben piantati nel presente. Gianni Infantino, infatti, parte da qui, dal calcio di oggi, dai suoi problemi, alcuni dei quali atavici, per lanciarsi in un’impresa davvero ambiziosa: modernizzare un sistema, il sistema calcio, che per molti anni ha preferito restare ancorato al suo passato. Il presidente della FIFA si è preso qualche anno di tempo per rendersi conto della situazione, per studiarla, capirne potenzialità e problemi. Ora vuole passare ai fatti e lo vuole fare "veramente"; perché questa è la parola chiave, "truly", citata solo una volta ma nella frase più importante, "rendere il calcio veramente globale". Eppure tutti pensano che il calcio sia già globale. In effetti da sempre lo si gioca ovunque, "dalle strade di Kinshasa alle spiagge della Nuova Caledonia" giusto per citare le parole di Infantino. Basta questo a renderlo "veramente" globale? Il calcio è "veramente" globale nelle sue possibilità di sviluppo in ogni parte del mondo? Nell’impatto che realmente ha sulla società in ogni parte del mondo? Nella piena realizzazione delle sue potenzialità economiche e sociali in ogni parte del mondo? Infantino dice di no, al limite lo è soltanto come gioco. Di qui la necessità di passare dalle parole ai fatti, dalle promesse alla realtà: undici punti, undici obiettivi da realizzare nel prossimo triennio, tutti improntati alla modernizzazione di uno sport che spesso ha fatto fatica a mettersi degli abiti nuovi. Infantino vuole questo nuovo look: un quadro normativo più snello, un’attenzione maggiore non solo ai proventi, ma anche alle risorse che ne stanno alla base e che possono generare altri proventi, il rinforzo della tecnologia, il sostegno alla crescita della competitività in ogni parte del mondo, a livello, appunto, globale. E poi la crescita del calcio femminile, la protezione dei valori positivi che devono essere alla base di ogni attività sportiva, il tutto per generare un impatto forte, attraverso il calcio, sulla società, in termini di rispetto dei diritti umani, educazione giovanile, lotta contro il razzismo e ogni forma di discriminazione. E’ un progetto ambizioso, una visione appunto, perché fatalmente deve passare attraverso una nuova mentalità, probabilmente anche attraverso una nuova generazione di dirigenti meno legata ai concetti di "tutto subito" ma con lo sguardo più in prospettiva, ognuno pronto a rinunciare a qualcosa di suo per metterlo a disposizione del bene comune. Insomma, un nuovo modo di vedere le cose che finalmente potrebbe prendere piede: lo sport che resta grande divertimento per chi lo pratica e per chi lo guarda, ma che finalmente diventa anche un irrinunciabile strumento di crescita della società civile, un formidabile veicolo di valori e messaggi positivi. II calcio è l’unico sport che può portare tutto questo in ogni parte del mondo e lo potrà fare solo quando sarà "veramente" globale.