Un bacio da 1200 dollari, quello che Sergio Lopez ha dato al pallone, venendo multato per non aver rispettato le norme igieniche anti-Covid. Ma in Ecuador si paga caro anche lo scambio di maglie con gli avversari o l'assenza del disinfettante per le mani a bordocampo
Fioccano le multe, in Ecuador, dove la Federazione si distingue come l’assoluta intransigenza per quel che riguarda le norme anti-Covid negli stadi e durante le partite di calcio. In un campionato ripreso dopo 5 mesi di stop soltanto da poche settimane, l’ultima sanzione a fare rapidamente il giro del mondo è stata quella all’argentino Sergio Lopez, trequartista dell’Aucas, reo di aver baciato il pallone.
Un gesto scaramantico (spesso prima di calciare un rigore), a volte un modo per esultare: il protocollo, però, lo vieta severamente per ragioni igieniche e in Ecuador la trasgressione si traduce in una multa di 1200 dollari che Lopez dovrà versare per la sua leggerezza, al termine della partita vinta (almeno quello…) per 1-0 contro il Macarà.
Quante multe in Ecuador
Ma non è tutto, perché ogni particolare viene controllato: il Barcelona de Quito (il club più titolato del Paese) è stato multato di 800 dollari per la mancanza del dispenser di disinfettante per le mani a bordocampo, la Liga Deportiva de Portoviejo è stata punita per l’assenza del kit di pronto soccorso, mentre l’Emelec paga il fatto di aver permesso l’ingresso allo stadio a troppe persone nel corso di una partita a porte chiuse, e lo paga con ben 2000 dollari di multa.
Sergio Lopez, in ogni caso, non è l’unico giocatore a pagare per non aver rispettato il protocollo. Solo nell’ultima giornata di Primera Categoria, la Federazione ha individuato cinque scambi di maglia proibiti, al termine delle partite, puniti tutti con 1200 dollari di multa a ogni giocatore coinvolto.