Dall'Inter dei record al rigore della Germania mondiale: i 60 anni di Andreas Brehme. FOTO
Compie 60 anni un grande protagonista dell'Inter dei record, leggenda del calcio tedesco: nella stagione 1988-89 Brehme fu uno dei trascinatori dello scudetto nerazzurro del Trap e ai Mondiali di Italia '90 siglò il rigore decisivo contro l'Argentina di Maradona che regalò la Coppa alla Germania
I tifosi nerazzurri lo ricordano come uno dei "panzer" dell'Inter dei record, i tedeschi soprattutto per il rigore contro l'Argentina a Italia '90 che regalò loro il terzo Mondiale. Nel giorno del suo 60° compleanno, ripercorriamo la grande carriera di Andreas Brehme.
Brehme nasce ad Amburgo il 9 novembre del 1960. Tira i primi calci nel Barmbek-Uhlenhorst, allenato dal padre Bernd, e nel 1980 viene prelevato dal Saarbrücken. Nel 1981 è già nel Kaiserslautern, con cui gioca 154 partite e realizza 34 gol in 5 stagioni. Nel 1984 il debutto con la Germania Ovest, convocato poi sia per l'Europeo francese (dove colleziona 3 presenze), che per i Giochi Olimpici di Los Angeles.
Nel 1986 il passaggio al Bayern Monaco, schierato da terzino destro: vince il campionato tedesco e vola in Messico per i Mondiali, di cui sarà assoluto protagonista.
Il ct tedesco Franz Beckenbauer lo utilizza da mediano, anche perché chiuso nel ruolo di terzino dal neo sampdoriano Hans-Peter Briegel e dal futuro "veronese" - e poi romanista - Thomas Berthold. Brehme ricambia con ottime prestazione e il gol sul punizione che apre la vittoria per 2-0 in semifinale contro la Francia di Michel Platini.
Poi, come tutta la Germania, si arrenderà soltanto all'Argentina di Maradona, ma avrà modo di vendicarsi...
Nel 1987 vince pure una Supercoppa di Germania con il Bayern, ma al termine della stagione - anche a causa del rapporto non idilliaco con l'allenatore Jupp Heynckes - viene acquistato dall'Inter di Ernesto Pellegrini per circa 2 miliardi delle vecchie lire, a "rimorchio" del compagno Lothar Matthaus.
I due tedeschi e l'altro "straniero", l'attaccante argentino Ramon Diaz (ai tempi non potevano essere più di tre) risulteranno determinanti per lo scudetto dei record.
Giovanni Trapattoni lo reinventa terzino sinistro, una soluzione che presto verrà assecondata anche da Beckenbauer in Nazionale. Brehme è uno degli artefici di quella cavalcata inarrestabile: 26 successi, 6 pareggi e soltanto due sconfitte per un totale di 58 punti (erano due per vittoria), record assoluto per un campionato a 18 squadre.
Nel 1988, peraltro, durante i gironi degli Europei tedeschi, realizza il gol del pareggio contro l'Italia di Vicini - andata in vantaggio con Roberto Mancini - e proprio al suo compagno di club, Walter Zenga.
Ai Mondiali di Italia '90 è semplicemente devastante: segna negli ottavi con l'Olanda e provoca anche la rete che sblocca il risultato con l'Inghilterra in semifinale. Nella finalissima con l'Argentina realizza la rete su rigore che regala il terzo Mondiale alla Germania e lo consegna alla storia.
La "folle" esultanza di Brehme all'Olimpico di Roma dopo l'esecuzione del rigore, assegnato a 5 minuti dal termine dall'arbitro messicano Codesal per un (presunto) fallo di Nestor Sensini su Rudi Voeller, decisione che scatenerà una mare di polemiche.
Andy si classica al terzo posto nella classifica del Pallone d'Oro, alle spalle del vincitore Lothar Matthäus e del nostro Totò Schillaci, capocannoniere di Italia '90 con 6 reti.
Con l'acquisto di Jürgen Klinsmann, nell'estate del 1989 i tedeschi dell'Inter diventano tre. Per Brehme e compagni arriva anche la Supercoppa Italiana e nel 1991 la Coppa Uefa, vinta nella doppia finale contro la Roma.
Nel 1992, dopo 4 stagioni esaltanti (116 presenze, 11 gol e tre trofei) il terzino saluta l'Inter.
Dopo una breve parentesi al Real Saragozza, nel 1993 torna nel Kaiserslautern, la squadra che nel 1981 l'aveva lanciato nel grande calcio. Vince una Coppa di Germania nel 1995-1996, ma la squadra retrocede...
Nella stagione successiva il Kaiserslautern torna in Bundesliga e nel 1997-1998 compie un'impresa storica: vince il campionato da neopromossa, l'unico club nella storia del calcio tedesco a riuscirci.
Brehme partecipa alla festa, collezionando 5 presenze, e si ritira dall'attività agonistica chiudendo anche l'avventura con la Nazionale con 86 partite e 6 reti. Dedice di fare l'allenatore.
Allena il Kaiserslautern - e un giovane Miroslav Klose - dall'ottobre 2000 all'agosto del 2002, quindi l'Unterhaching.
Dal luglio 2005 al febbraio 2006 affianca come vice il suo ex mister Giovanni Trapattoni sulla panchina dello Stoccarda.
Il 1° aprile del 2019 è entrato nella Hall of Fame del calcio tedesco, premiato con altre leggende del calibro Paul Breitner e "Kaiser" Franz al German Football Museum di Dortmund.