Superlega, Agnelli: "Patto di sangue tra club, il progetto va avanti". L'Inter si defila

Calcio

Il presidente della Juventus spiega a Repubblica e Corriere dello Sport il progetto Superlega: "Vogliamo creare la competizione più bella del mondo, capace di portare benefici a tutto il calcio. La nostra idea non è una minaccia per i campionati nazionali, noi stiamo agendo in totale legalità. Il calcio è in crisi e ha perso appeal". Le inglesi intanto si tirano fuori e l'Inter si defila: "Tra i club c'è un patto di sangue, il progetto va avanti"

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"Fra i nostri club c’è un patto di sangue, il progetto della  Superleague ha il 100% di possibilità di successo, andiamo avanti". Intervistato da Maurizio Molinari per Repubblica, il presidente delle Juventus Andrea Agnelli ha spiegato così il progetto Superlega: "Vogliamo creare la competizione più bella al mondo capace di portare benefici all’intera piramide del calcio, aumentando la distribuzione delle risorse agli altri club e rimanendo aperta con cinque posti disponibili ogni anno per gli altri da definire attraverso il dialogo con le istituzioni del calcio". Parole, quelle di Agnelli, rilasciate nel pomeriggio di martedì, poche ore prima del nuovo scossone tra i club fondatori della Superlega che ha fatto registrare l’uscita dal progetto dei club di Premier League e l’assunzione da parte dell’Inter di una posizione più defilata.

"Nessuna minaccia ai campionati nazionali"

"Se questo progetto rappresenta una minaccia ai campionato nazionali? Nessuna minaccia, c'è piena volontà di continuare a partecipare a campionato e coppe nazionali. La tradizione del calcio risiede nei campionati domestici. Per noi i tifosi sono importanti e devono avere la possibilità, ogni domenica, di venire allo stadio", ha proseguito Agnelli nell'intervosta a Repubblica. Che ha sottolineato alcuni punti: "Il bonus di 350 milioni di euro all'anno è falso. Noi rimaniamo nelle competizioni domestiche, andremo a giocare in ogni stadio d'Italia, di Spagna e d'Inghilterra. Il nostro lavoro resterà intrinsecamente legato alle competizioni domestiche". Il presidente della Juve non teme l’esclusione dei club dai campionati nazionali: "Non sarà così. Se avvenisse sarebbe un grave abuso. Quanto stanno minacciando è illegale. Se ciò avvenisse non sarebbe solo un monopolio ma una dittatura. Vogliamo rimanere vicini ai nostri tifosi”. Il presidente della Juve ha poi aggiunto: "La convergenza con Inter e Milan è nata in maniera naturale. Il rapporto con Marotta è sempre rimasto buono, abbiamo vissuto assieme otto anni straordinari e l'affetto resta inalterato. JP Morgan pare abbia chiamato il Napoli, stiamo trattando con altre squadre italiane? Non posso confermarlo, sarà sempre il cda a decidere".

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"Il problema dell'industria calcio è la carenza di stabilità"

"Paura di rimanere isolati? Temo molto di più una situazione di monopolio di fatto con il tentativo di impedire a società e giocatori di esercitare le proprie libertà sancite dal Trattato dell'Ue. Bisogna uscire da questa situazione di monopolio dove i nostri regolatori sono i nostri principali rivali. È un esercizio delle libertà. Abbiamo fiducia nella bontà della nostra iniziativa che crediamo avrà successo nel breve periodo. L'iniziativa intrapresa, come previsto dal Trattato Ue, porterà a veder riconoscere un nostro diritto. Per questo teniamo il dialogo aperto con istituzioni, Fifa e Uefa. Ciò che stiamo facendo è perfettamente legale. Stiamo esercitando una libertà prevista dal Trattato dell'Ue. E questo è molto importante", ha aggiunto Andrea Agnelli nell'intervista a Repubblica. "Ci sono 5 posti disponibili e la Superleague affronta il maggior problema dell'industria del calcio che è la carenza di stabilità. Le riforme delle competizioni, nazionali e internazionali, sono temi costanti dell'elezione dei presidenti delle istituzioni del calcio. È il momento di agire. Il nostro auspicio è di aprire una trattativa con Fifa o Uefa. Abbiamo scritto ai presidenti di Fifa e Uefa per dialogare. La Superleague va avanti comunque. Se ci faranno una proposta, la valuteremo. Se sono saldo alla guida della Juve? Chi afferma il contrario mi porta bene", ha aggiunto il presidente bianconero.

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Oltre che dal quotidiano Repubblica, Agnelli è stato intervistato anche da Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport: "Ci sono cinque punti che voglio chiarire. Uno: nessuna minaccia ai campionati domestici. Anzi, la ferma volontà da parte del gruppo delle dodici società di continuare a partecipare alle competizioni nazionali, sia al campionato, sia alle coppe. Quindi totale adesione a quella che è la tradizione. Due: fin dalla costituzione della SLCo, la Superlega, si è incoraggiato il dialogo con le istituzioni, nel nostro caso Fifa e Uefa. Tre: quello che stiamo facendo è perfettamente legale, stiamo esercitando una libertà prevista dal trattato dell’Unione europea, e questo aspetto lo considero particolarmente importante. Quattro: il calcio sta vivendo una crisi enorme di appeal che investe le nuove generazioni. Hanno inciso gli stadi chiusi da un anno. Per chi ha figli di dieci, quindici, vent’anni la disaffezione è più che palpabile: i giovani si interessano ad altre cose. Evidentemente – e qui entriamo in una sfera macroeconomica – questo triste fenomeno ha subìto un’accelerazione a causa della pandemia. Quinto, è forse il punto-chiave, quella che stiamo cercando di organizzare è la competizione più bella al mondo".

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Una competizione che, come spiega lo stesso Agnelli, "rimane aperta e prevede cinque posti a disposizione degli altri club. Per merito sportivo o su invito? Questo fa parte del dialogo che abbiamo richiesto alla istituzioni, il maggior problema dell’industria del calcio è la stabilità. La Uefa non corre alcun rischio nell’attività che regolamenta, ne trae solo benefici. Loro gesticono i diritti, li vendono, decidono quanto distribuirne, e ci regolamenta. O sono regolatori o sono promotori commerciali. Scelgano cosa vogliono essere. Tutti noi nasciamo come un gioco e abbiamo statuti e regole del gioco, ma non possiamo più lanciare il dado e vedere che numero esce, oggi siamo un’industria da 25 miliardi”. Per concludere, il presidente della Juve ha affermato: "L'arrivo di Ronaldo ha portato benefici anche alle altre società. Si possono quantificare in 4 milioni l’anno a squadra soltanto di botteghino. Desideriamo continuare a importare altri campioni con benefici per tutti i livelli del calcio, dai più giovani ai dilettanti. Se ho mai pensato di aver sbagliato a compare Cristiano? Mai, lo riprenderei domani mattina. Pirlo? Anche".

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