Calciocavallo Fc, la "squadra diffusa" che racconta il Molise. VIDEO

LA STORIA

Alfredo Alberico

Una squadra di calcio amatoriale nata nel 2014 per riunire ragazzi arrivati a Milano della stessa regione. Perfetti sconosciuti diventati una vera famiglia, ma anche un veicolo di promozione per una regione spesso dimenticata. È il primo esempio di "team diffuso": la stessa maglia, lo stesso stemma e gli stessi obiettivi, il Calciocavallo è presente anche a Bologna, Firenze, Roma, Pescara e Londra. La loro storia è diventata un docufilm

La storia che si ripete, ma stavolta l’epilogo è tutto diverso. Prendete un ragazzo del Sud che lascia la sua terra per trasferirsi a Milano. Un classicone, no? Al Nord, dove tutto appare più grande, talmente grande che alla fine ci si sente pure un po’ soli. E non bastano i libri da studente oppure un lavoro che giù non c’è a colmare il vuoto di radici sradicate che non possono rispuntare altrove. Perché se per esempio vieni dal Molise, quella terra che per molti è una specie di ectoplasma nella pancia dell’Italia, il legame con la terra d’origine è ancora più forte: da un lato c’è un’identità da rivendicare contro chi dice che non esisti, dall'altro il sogno di tornare un giorno per portare l’esperienza fatta lontano da casa. Ed è in questo preciso momento, quando nella testa si mescolano pensieri e nostalgia, che scatta l’impeto di mettersi alla ricerca di chi parla il tuo stesso dialetto e magari si è un po’ perso nella metropoli. I social, qualche telefonata, un paio di appuntamenti e poi scatta la partita a calcio. Un altro classico, certo, che però conferma la potenza del pallone come strumento di aggregazione, anche tra chi il pallone non l’ha mai toccato prima in vita sua. Nasce così il Calciocavallo Fc Molise..

Ma che cos’è il Calciocavallo Fc? La storia e gli obiettivi

Arrivano tutti da diversi comuni del piccolo Molise. Tutti tranne uno che - ci tengono a far sapere - ha giurato eterna fedeltà alla causa della ventesima regione. Si sono ritrovati a Milano a cominciare dal 2014; partita dopo partita, sconfitta dopo sconfitta, terzo tempo dopo terzo tempo, il Calciocavallo Fc, il cui nome e il cui simbolo sono un evidente riferimento a uno dei prodotti gastronomici tipici del posto, è diventato un gioco sempre più serio. Il calcio a 7 è stato prima il pretesto perfetto per condividere esperienze personali e poi per raccontare la bellezza di luoghi ai più del tutto sconosciuti. "Eravamo perfetti sconosciuti anche noi, e soprattutto tanto scarsi a giocare", confessano. Poi, però, qualcosa è cambiato: la forte identità molisana, il sentirsi sempre più famiglia e un lutto dolorosissimo hanno reso quella maglia un valore a cui aggrapparsi. Tanto da arrivare a darsi un'organizzazione molto ben definita, come racconta il presidente Matteo Ferocino: "Abbiamo perso all'improvviso il nostro amico Danilo, detto Saba, un fuoriclasse dentro e fuori dal campo. È stato uno schock, non sapevamo se saremmo andati avanti. Poi è scattato qualcosa, abbiamo capito che eravamo diventati più di un manipolo di scappati di casa riuniti su un campo. E così abbiamo vinto il nostro primo torneo in quel maledetto 2018, con Saba che ci guidava dall'alto. Oggi il calcio resta il filo conduttore, ma organizziamo anche eventi all'insegna della molisanità, che hanno permesso di portare il 'marchio Calciocavallo' in altre città e addirittura all'estero".

Il primo esempio di "squadra diffusa"

Come quegli hotel che hanno la reception in una struttura e le camere altrove, il Calciocavallo è il primo esempio di "squadra diffusa". Nel senso che, oltre a quella di Milano, in altre realtà sono nate formazioni di calcio amatoriale molisano che giocano con lo stesso nome, con la stessa maglia, con lo stesso stemma e lo stesso motto. "Ema ess unit", dobbiamo essere uniti, dicono in dialetto ispirandosi all'amico che non c'è più. Oggi il Calciocavallo Fc è a Bologna, a Firenze, a Roma, a Pescara e addirittura a Londra.

Lo spirito, i social, il "docufilm"

Divertirsi, crescere insieme e diffondere il "verbo molisano" il più possibile. A distanza di 8 anni dalla fondazione, gli obiettivi del Calciocavallo sono sempre gli stessi. La comunità creata da questi ragazzi si è intanto allargata sui social network, con quasi 40mila followers su Facebook e oltre 23mila su Instagram; numeri importanti se rapportati alla popolazione sempre più ridotta del Molise. E' anche sulla spinta di questo successo che è nato un docufilm intitolato con il loro grido di battaglia (regia di Luciano Barletta e Giuseppe Venditti). Il racconto è un giro d'Italia e d'Europa, che inizia da una partitella davanti allo stadio San Siro, sotto il murale di Ibra e Lukaku, e passa per Germania e Olanda prima di riportare tutti a casa. "Questa storia ve la racconto ora e mai più", è la frase che apre il film. La sensazione, però, è che la missione non sia terminata e che ci sia ancora tanto da dire su questa terra e sui suoi ambasciatori del Calciocavallo.