La crisi energetica colpisce lo sport: "Attività di base in pericolo, Governo ci aiuti"

Calcio
Paolo Aghemo

Paolo Aghemo

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La crisi energetica colpisce anche il mondo dello sport, a rischio la chiusura migliaia di impianti: "Attività di base in pericolo, il governo ci aiuti". Il presidente Figc Gravina: "Rischio chiusura per 15mila campi da calcio". Il Coni si augura che augura che le società sportive possano rientrare nel decreto di imposta

Un avversario che da soli non si batte. L'Italia dello sport festeggia ancora i trionfi nel volley e nel nuoto ma può essere messa in ginocchio dalla crisi energetica. Il grido d’allarme è trasversale. Si diffonde tra palestre, piscine e riguarda soprattutto l’attività di base che potrebbe pagare a caro prezzo la crisi energetica per i costi che incideranno sulle società. I campi da calcio "a rischio serrata sono 15mila" spiega Gabriele Gravina, presidente Figc. Lo sport italiano si sta riprendendo dagli effetti del Covid e si trova a fronteggiare un’altra emergenza. Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro parla di "conseguenze altamente negativi su tutti i club di serie C con aumenti delle spese fino al 110 per cento". Il problema energetico a livello nazionale e mondiale è al centro di un report che fotografa l’incubo economico per i 60 club di Lega Pro: rispetto a un anno fa esatto il costo del gas per le società è aumentato del 96%, la luce del 90%, mentre si prevede un amento del 100% del riscaldamento nella stagione invernale. Considerato che il 67% delle società sostiene direttamente le spese dell’energia legate agli impianti il rischio è quello di bilanci in profondo rosso per costi insostenibili.

I giovani atleti e le federazioni

Le società hanno anche un ruolo sociale, offrono ai bambini e alle famiglie luoghi di aggregazione ed educazione. Dunque lo sport contribuisce a ridurre la spesa pubblica in materia di sanità e sicurezza, favorendo la socializzazione. "Se i maggiori rincari dei costi dell’energia graveranno sui nostri centri, la chiusura di questi luoghi comporterebbe un doppio colpo negativo sul bilancio statale" è la tesi di molti dirigenti sportivi italiani. Dai vertici delle federazioni fino ai tecnici e a chi lavora sul campo. "Se non si trova una soluzione lo sport va in crisi" ha detto Giovanni Malagò, numero uno del Coni. Il bilancio record di 67 medaglie agli Europei di Roma ha esaltato il nostro nuoto che adesso rischia di passare dall’euforia alla depressione. È molto preoccupato Paolo Barelli: molte piscine sono a rischio chiusura, come è successo in Francia.  Ma il presidente della Fin è convinto che il Governo interverrà. Anche perché aspettare il prossimo governo dilaterebbe tempi e trattative.

Decreto di imposta

Oggi alla prima Giunta e al primo Consiglio nazionale del Coni dopo le vacanze estive, la crisi energetica è stata al centro delle riflessioni dei presidenti delle diverse federazioni. Ci si si augura che le società sportive possano rientrare nel decreto di imposta che sarà ampliato in modo da ridurre l’impatto dei costi di luce e gas. Ci sono migliaia di piccole società che avranno enormi problemi a continuare le attività in piscine, palazzetti e campi da calcio, impianti gravati da costi in alcuni casi quintuplicati. D’altra parte c’è un’intera filiera, un mondo del lavoro che gravita intorno allo sport: l’Associazione nazionale dei produttori di articoli sportivi (9.300 addetti e un fatturato di 12,2 miliardi di euro) ha lanciato l’allarme: l’export che è un punto di forza dell’industria sportiva italiana è adesso minacciato dalla crisi. La situazione dei rincari può ripercuotersi sull’industria dello sport e attraverso l’indice generale dei prezzi al consumo che proprio per abbigliamento e calzature è già balzato dallo 0,03 dello scorso anno allo 0,06% attuale. La soluzione per superare la crisi secondo Ghirelli passa dal riconoscimento da parte del Governo dello sport come “un settore produttivo". In questo modo sarebbe data ai club la "possibilità di usufruire di tutti gli interventi previsti o che saranno varati per far fronte a questa problematica”. Dal mondo variegato Uisp un vero e proprio bacino di migliaia di appassionati si è fatto sentire il presidente Tiziano Pesce: "Servono risorse vere inserite nella riforma legislativa. I rincari delle forniture arrivano in questi giorni a registrare aumenti anche del 300-400%. Rincari non più sostenibili. Chiediamo interventi mirati del Governo per non portare alla chiusura il mondo della promozione sportiva e sociale di base".