De Rossi: "Alla Roma per molti ero un amico. Totti il più forte"

le parole

L'ex allenatore della Roma ha parlato in occasione della sesta edizione dello Sport Industry Talk, organizzato dalla RCS Academy al Maxxi di Roma: "Solo la vittoria rende felici nello sport? No, la vittoria rende belli, intelligenti, furbi, ascoltabili e credibili. Forse il più grande esempio è Gasperini perché quello che ha fatto è incredibile"

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Dalla sesta edizione dello Sport Industry Talk, organizzato dalla RCS Academy al Maxxi di Roma, Walter Veltroni ha intervistato anche Daniele De Rossi. Queste le parole dell'ex allenatore giallorosso che ha affrontato diversi temi: "Dico sempre quello che penso, noi interpreti del calcio dobbiamo cambiare. Ci stiamo avvicinando al mondo del tennis per la faccia di chi sta vincendo, così come i suoi compagni. Facce pulite e giovani che lottano per il nostro paese". 

"Il calcio è uno sport semplice". Poi cita Rodri...

De Rossi continua parlando del momento che sta vivendo il calcio: "Il mondo del calcio essendo così tanto popolare ha una serie di interessi che vengono tirati dal tifo. Ciò che importa è l’interesse della squadra, così funziona il calcio purtroppo. Siamo tutti attratti dal tornaconto economico per un dirigente e sportivo per un tifoso. La normalità è sottovalutata al giorno d’oggi, è difficile giocare semplice. Mi viene da citare Rodri che ha vinto il Pallone d’Oro, lui gioca semplice ma farlo come fa lui prevede mille pensieri quando non viene inquadrato. Il calcio è uno sport semplice e ti avvicina alla gente, ma fare le cose semplici è difficile". 

"Incredibile quanto fatto da Gasperini"

L'ex allenatore giallorosso ha riavvolto il nastro: "Nella mia seconda esperienza da allenatore sono entrato nello spogliatoio da ex capitano e per alcuni calciatori della Roma ero un amico. In questo caso devi cercare di star loro vicino, senza però dare troppi spazi. La gestione delle risorse umane e del gruppo è molto importante". "Solo la vittoria rende felici nello sport? No, la vittoria rende belli, intelligenti, furbi, ascoltabili e credibili - ha aggiunto -. Forse il più grande esempio è Gasperini perché quello che ha fatto è incredibile, ha cambiato vita ad un club e alla città, prendendo una squadra che faceva l'ascensore tra A e B con grande dignità e ora è club di prima fascia. Adesso è un personaggio affascinante dopo aver vinto l'Europa League, ma a volte finali del genere le perdi anche per un rigore o un episodio e non cambia niente nel tuo percorso. Lo stesso è successo a Spalletti dopo lo Scudetto". De Rossi poi ha concluso: "Per me il percorso è la cosa più affascinante, non ho vinto tantissimo a livello di club, ma ho vinto il Mondiale e non ricordo quel trionfo con più affetto e brividi rispetto all'Europeo del 2012 quando perdemmo in finale contro una squadra di marziani. Per me la vittoria non rende felici, ma intorno a me percepisco che chi vince può dire una parola in più".

"Totti, leadership anche silenziosa"

"Il giocatore più forte e più affascinante con cui ho giocato è Francesco Totti. Con lui ho giocato tanti anni insieme. Aveva questa luce che si portava dietro, questa leadership anche silenziosa. Parlava con i gesti, l’ho vissuto anche da tifoso come adolescente", ha detto De Rossi. "Da avversario mi affascinava Zidane, era proprio bello da vedere e fortissimo, sia fisicamente che tecnicamente. Il più difficile da affrontare per me è stato Seedorf, marcavo grandi giocatori con grande facilità, ma con Seedorf affrontavo un giocatore più forte fisicamente, più forte tecnicamente e più rapido nelle scelte".

"Sinner? Quando vince in Davis ancora più contenti"

"Tutti gli allenatori vogliono emulare chi sembra geniale come Guardiola, questo però toglie il pallone dai piedi dei ragazzini per fare un’ora di tattica. Il ragazzino deve fare uno contro uno, giocare e divertirsi. Poi crescendo si deve fare un lavoro diverso, tutti gli sport stanno cambiando e si va verso una fisicità. Il calcio va sempre verso quei calciatori di gamba. Per chi tifa avere qualcosa in cui rivedersi dentro la propria squadra è importante". Su Sinner: "Quando Sinner vince siamo tutti contenti, ma quando lo fa in Davis siamo ancora più contenti"