Gian Paolo Ormezzano è morto: il giornalista sportivo aveva 89 anni
luttoA 89 anni è morto a Torino il giornalista sportivo, scrittore e commentatore tv. Ormezzano era stato direttore di Tuttosport e inviato a La Stampa. Grande memoria storica dei Giochi Olimpici e del ciclismo, lo sport che più amava. Era un grandissimo tifoso del Torino
Il giornalismo italiano ha perso una delle sue firme più famose e prestigiose. Gian Paolo Ormezzano è morto a 89 anni, a Torino. Fu direttore del quotidiano Tuttosport dal 1974 al 1979. Poi Ormezzano era passato a La Stampa, in cui lavorò e fu inviato fino al 1991, l’anno in cui andò in pensione. Ma anche dopo, continuò la sua attività giornalistica. E' stato anche scrittore e commentatore televisivo, editorialista di Famiglia Cristiana, del Guerin Sportivo e opinionista in Rai a '90° minuto', collaboratore per il Corriere Torino. Ha continuato a scrivere fino all'ultimo. Grande appassionato di tutti gli sport, ma soprattutto eccezionale memoria storica di quelli olimpici (prima Olimpiade seguita da cronista, quella di Roma del 1960) e del ciclismo, quello che amava di più (tanto da avere ancora una rubrica su Tuttobici: l'ultimo articolo, già consegnato, verrà pubblicato a gennaio). Lascia la moglie e tre figli, di cui uno -Timothy-anche lui giornalista.
Ormezzano e la grande passione per il Torino
Gian Paolo Ormezzano era un grandissimo e dichiarato tifoso del Torino. Da ragazzo -era nato nel 1935- aveva visto tutte le partite del Grande Torino allo stadio Filadelfia. Poi, quando nel 1976 il Toro vinse il primo (e al momento unico) scudetto dopo quelli conquistati dal Grande Torino, da direttore di Tuttosport fece per celebrare l’evento un titolo indimenticabile: “Toro, lassù qualcuno ti ama”.
Morte Ormezzano, il saluto del Torino: "Un gigante"
"Il Presidente Urbano Cairo e tutto il Torino FC -si legge in una nota pubblicata sui profili social del club granata- sono vicini con affetto alla famiglia Ormezzano nel caro ricordo di Gian Paolo Ormezzano, gigante del giornalismo italiano con il cuore saldo a Torino dove era un punto di riferimento e da sempre orgoglioso tifoso del Toro". "Del Toro -si legge ancora nel messaggio del club- non sapeva tutto: di più. In cambio di pagelle sempre lusinghiere e di nessuna assenza da scuola con il papà ha visto tutte le partite casalinghe del Grande Torino, diventandone straordinaria memoria storica. Da lì un crescendo di emozioni senza mai fermarsi, continuando a lavorare sino a ieri, anche come firma del Corriere della Sera, sempre consolidando la sua fittissima rete di amicizie intessute in ogni ambito e in ogni luogo della terra. Campione assoluto di giornalismo, con un primato - tra i tanti - di 25 Olimpiadi da inviato (tra Giochi estivi e invernali), oltre a decine e decine di partecipazioni in prima fila al Giro d'Italia e al Tour de France, autentico fuoriclasse nel racconto di aneddoti e barzellette, spesso giocando con le parole nei suoi inarrivabili e inimitabili calembour, tra i suoi pregi aveva anche la generosità. Pur fiaccato nel fisico da operazioni e da diversi ricoveri ospedalieri, ancora nelle ultime ore il suo pensiero era 'per i miei sei amici, tutti molto malati'. Spesso lo ha scritto di altri, ma nel suo caso e nell'impossibilità di ricordarlo per tutto quanto ha fatto, è davvero appropriato: faticherà molto a nascere, se mai nascerà, un altro come lui. Il mondo del giornalismo, dello sport e della cultura, la Città di Torino e tutti quanti hanno avuto l'onore e il piacere di conoscerlo piangono uno straordinario interprete, il Toro perde un amico".