Conte, addio al Tottenham: quando lo sfogo porta alla separazione
Da Bari a Londra, sfoghi diventati celebri e che hanno preannunciato un addio. Da "Con 10 euro non si mangia un ristorante da 100 euro", detto pochi mesi prima della separazione dalla Juve, fino al "Gufi state a casa" di Siena. Passando per le dichiarazioni da allenatore dell'Inter e del Tottenham
- Partiamo dal 2007. Dopo l'esordio da allenatore ad Arezzo (esperienza chiusa anche lì con qualche polemica), la seconda panchina in carriera di Conte è quella col Bari. L'avventura inizia a metà stagione, dicembre 2007. Il primo anno completo (2008-09) è promozione in Serie A. Il 2 giugno Conte firma il rinnovo contrattuale, il 23 giugno presenta le dimissioni
- "Conte è questo - dirà lui -, la società era consapevole di cosa significasse sposare il mio progetto e sostenere la mia idea di calcio. Purtroppo è venuta meno la fiducia”
- La sua terza panchina è un'esperienza molto breve. Allena l'Atalanta da fine settembre (2009) a inizio gennaio (2010). La nuova avventura si chiama Siena, un ritorno. Nel corso della stagione 2010-11 ottiene una nuova promozione in Serie A. Ma già prima della fine della stagione…
- "Stiamo facendo campionato importante - disse Conte in un duro sfogo in conferenza stampa, puntando il dito contro tifosi e ambiente -. Inizio a stufarmi di sentire certe cose. Sentiamo solo critiche e fischi alla minima delusione, non si vuole il bene del Siena, ci sono pseudo tifosi frustrati. Complimenti a chi viene al campo a criticare, invece di applaudire i ragazzi. Bel lavoro. Gufi, state a casa"
- Probabilmente uno degli addii più inattesi. Conte firma con la sua grande ex da giocatore nel 2011. I bianconeri arrivano da due settimi posti consecutivi. È subito scudetto. Tre di fila. Un ciclo da nove titoli consecutivi che solo lui riuscirà a interrompere portando un'altra sua ex (l'Inter) al tricolore
- L'addio (il 15 luglio del 2014 a ritiro estivo già iniziato) sorprende. Ma non molto. Già dall'estate precedente Conte parlava così in conferenza stampa: "Il Bayern ha vinto tutto e ha preso Götze. Noi dobbiamo lavorare, ma se pensiamo di ridurre il gap, così, questa riduzione non ci sarà mai. Gli altri sono troppo avanti a livello economico, mi piacerebbe una volta trovarmi dalla parte opposta"
- E poi la frase celebre. Dopo la festa per il terzo scudetto di fila nel 2014, Conte parlò così delle ambizioni europee della Juve: "Con 10 euro non si mangia un ristorante da 100 euro". I bianconeri quell'anno erano stati eliminati ai gironi di Champions e dunque in semifinale di Europa League. Pochi mesi dopo arriverà la separazione
- Chiuso un capitolo, eccone un altro aprirsi. Si chiama Italia. Conte è Ct dall'agosto 2014 fino a Euro 2016, senza trofei ma con grandi prestazioni risollevando la Nazionale
- Gli Europei si chiudono ai quarti, ai rigori contro la Germania. Il Chelsea aveva già ufficializzato il suo ingaggio tre mesi prima di Euro 2016. Conte dirà della sua esperienza come Ct: "Ci sono situazioni in cui si è incudine o martello: in questo momento siamo incudine. Dopo il fallimento Mondiale eravamo partiti con tanti bei propositi ma poi si è fatto come i gamberi. Quello che mi è dispiaciuto in questi due anni è vedere che una cosa andava fatta per o contro Antonio Conte e non per la Nazionale, che è di tutti"
- Non un vero e proprio sfogo in conferenza (di quelli ce ne sono stati diversi, come gli scontri con Mou, al tempo allenatore del Man United), ma forse il divorzio più complesso. Conte era arrivato a Londra nell'estate del 2016, prendendo in mano una squadra finita decima l'anno precedente. È subito Premier League, al primo colpo. Poi qualcosa si rompe
- Nella sua seconda stagione arriva quinto e vince l'FA Cup. Ma il rapporto si incrina e arriva l'esonero. A cui è seguita una causa legale (vinta da Conte)
- Il primo sfogo è datato dicembre 2019. La prima annata del Conte nerazzurro. L'Inter perde a Dortmund (mettendo un piede fuori dalla Champions) e lui dice: "A inizio stagione sono stati fatti errori importanti, non possiamo affrontare Champions e campionato in queste condizioni"
- Poi ad agosto 2020, dopo che lo scudetto era andato alla Juve di Sarri: "Dobbiamo finire nel migliore dei modi l'Europa League, poi a bocce ferme faremo le giuste valutazioni. Io e i giocatori abbiamo preso palate di cacca e ho visto pochissima protezione da parte del club. Si deve essere forti dentro e anche fuori dal campo. Io ci metto la faccia fino a un certo punto, ma nessuno è scemo: il parafulmine si fa il primo anno, ma perseverare è diabolico”
- Il "patto di Villa Bellini" dell'agosto 2020 lascia Antonio Conte sulla panchina nerazzurra. Sarà scudetto a fine anno, ma già a novembre 2020: "Società? Nel bello e nel cattivo tempo bisogna essere uniti. Quando ci sono delle critiche non penso che sia giusto che le prendano sempre e solo l'allenatore e i calciatori. Quando la barca è in tempesta bisogna starci tutti sopra, senza lasciare l'allenatore o qualche calciatore affondare. Mi auguro che ora siamo tutti sulla stessa barca"
- Aprile 2021, lo scudetto è a un passo, e arriverà. Ma Conte inizia a dare indizi sul proprio futuro all'Inter già prima della fine della stagione: "Sappiamo benissimo le vicissitudini societarie che ci sono state quest'anno, e i programmi che comunque sono cambiati, per tanti motivi. Ora è inevitabile che alla fine della stagione si dovrà fare chiarezza. Penso che i tifosi lo meritino. Noi oggi comunque dobbiamo lavorare e guardare al presente, possiamo incidere solo sul presente". Dunque, l'addio
- Conte arriva a novembre 2021 al posto di Nuno Espirito Santo, seconda avventura in Premier League (e a Londra) che concluderà con il 4° posto e il ritorno in Champions. La seconda stagione si rivela complicata dal punto di vista personale (problemi di salute), affettivo (la scomparsa di Ventrone, Vialli e Mihajlovic) e professionale dalla lite con Tuchel ai risultati altalenanti. E lo stesso Antonio specifica: "Non ho mai detto che quest'anno potessimo essere competitivi per vincere il titolo"
- Spurs eliminati dal Milan negli ottavi di Champions, delusione europea che apre all'incertezza sul suo futuro: "Sapete la situazione che ho trovato. Siamo lontani dall’essere competitivi per provare a vincere. Dico che serve tempo, ma vedo che qui l'ambiente non ha pazienza, o forse l'ambiente non vuole capire la realtà. Dobbiamo finire la stagione e poi si vedrà: sono pronto a morire per questo club fino alla fine della stagione". E arriva anche la replica a Richarlison dopo il suo sfogo...
- L'ultimo sfogo è quello che anticipa la risoluzione col Tottenham, parole che fanno seguito al 3-3 ottenuto in rimonta dal Southampton: "Per me è inaccettabile. Abbiamo dimostrato di non essere una squadra, ho visto giocatori egoisti che non ci mettono il cuore. Sono abituati qui, non giocano per niente di importante. La storia del Tottenham è questa: 20 anni con questo proprietario e non hanno mai vinto nulla. Colpa solo del club o degli allenatori? Finora ho provato a nascondere la situazione, ma adesso basta"