Mancini: "In passato ho sempre perso ai rigori, con questa Nazionale voglio vincere"

Calcio
Roberto Mancini (getty)

Il CT ripercorre i suoi 40 anni in Azzurro: "Il debutto con Bearzot una grande emozione, rimpiango di non aver mai vinto per colpa dei rigori. Oggi vorrei che la situazione si capovolgesse". Sul futuro: "Servono fiducia e tempo: vogliamo tornare dove meritiamo"

LA CRONACA DI ITALIA-ARABIA SAUDITA

La nuova Italia è pronta a scendere in campo. Manca poco per il debutto della nazionale di Roberto Mancini, che avverrà il 28 maggio contro l’Arabia Saudita. Tre le amichevoli in programma: l’1 e il 4 giugno gli Azzurri affronteranno anche Francia e Olanda. Alla vigilia di un momento così importante per la sua carriera, lo stesso CT ha raccontato le emozioni che in passato lo hanno legato ai colori della nazionale, che per la prima volta ha toccato 40 anni fa, data della sua prima gara in Under 14: “Era stato davvero emozionante, ero un bambino - ha spiegato Mancini - Arrivare a Coverciano e vedere le foto di squadre e giocatori del passato era stato davvero di grande impatto”. Nell’84 l’esordio in Azzurro a Toronto (contro il Canada), subentrando al posto di Bruno Giordano: “Il debutto è la massima aspirazione per ogni giocatore. Sono riuscito ad arrivarci quando ero molto giovane, con Bearzot in panchina. Lo ringrazierò sempre. In quella squadra c’erano molti giocatori che avevano vinto il Mondiale di Spagna ’82: anche quella fu un’emozione straordinaria, un momento fantastico”.

"Serve fiducia, vogliamo tornare dove meritiamo"

Mancini ha giocato per 10 anni in Nazionale, fino al 1994: “Ho fatto tutto il percorso azzurro, dalle giovanili alla Nazionale A - ha continuato il CT Azzurro - Siamo sempre andati vicini a vincere, Europei e Mondiali, ma non ci siamo mai riusciti per colpa dei rigori. Spererei che si capovolgesse la cosa oggi e che si riuscisse ad arrivare a vincere una grande competizione. Tre ricordi che mi legano all’Italia? I Mondiali del ’78, dell’82 (già figurava nella lista dei 40, ndr) e la nazionale del 1990. Un gol memorabile? Quello di Tardelli nell’82”. Mancini stesso ha ammesso che la sua nazionale deve essere quella della rinascita: “Abbiamo bisogno di fiducia, di saper aspettare ragazzi che magari oggi sono ancora giovani. E c’è bisogno dell’aiuto di tutti: insieme possiamo riuscire a riportare la nazionale dove merita. Anche perchè se qui si faranno risultati questo si rifletterà su tutto il movimento calcistico”, ha concluso.