Mancini: tornare all'Inter? Moratti non m'ha chiamato, ma...

Calcio
Roberto Mancini ha allenato l'Inter dal 2004 al 2008 (foto AP)
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L'ex allenatore dei nerazzurri è stato protagonista dell'Era Glaciale, il programma condotto da Daria Bignardi: "Se l'Inter mi richiamasse? Sarei obbligato a tornarci perché sono sotto contratto. Berlusconi allenatore del Milan? Lo è già"

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I giornali dicono che da luglio potrebbe tornare all'Inter... "Non leggo i giornali da molto tempo". Parola di Roberto Mancini, intervistato da Daria Bignardi nella prima puntata de "L'era glaciale" su Raidue. - Ma Moratti l'ha chiamata per allertarla per un eventuale ritorno? "Non è vero che Moratti mi ha chiamato per allertarmi- ha replicato l'ex allenatore dell'Inter- ci siamo visti per altre cose". Ci torneresti? "Sono sotto contratto per i prossimi tre anni, ma penso che l'Inter non abbia bisogno di un allenatore in questo momento". Ma se l'Inter la richiamasse ci andrebbe? "Sarei obbligato a tornarci. Contento o obtorto collo? Io credo che in questo momento non sia un problema dell'Inter. Ma nel calcio succede di tutto: tanti allenatori sono stati esonerati e richiamati".

Del suo successore, Mancini non vuole parlare e schiva le numerose domande al riguardo. Ha visto però la partita dell'Inter a Manchester e non accetta che si dica, come ha scritto qualche commentatore, che si e' trattato  di un'eliminazione più dignitosa rispetto a quella di cui fu  protagonista lui a Liverpool. "Uscire non è mai bello, ma l'anno scorso - ha spiegato - perdemmo a Liverpool per un errore dell'arbitro che dopo 5  minuti espulse Materazzi e poi si fece male Cordoba e andammo in difficoltà. Ma non credo che la nostra eliminazione non sia stata dignitosa". Per Mancini la Champions è una competizione particolare e lo  dimostra il fatto che "il Barcellona è stata la squadra più forte negli ultimi quattro anni ma non l'ha mai vinta. All'Inter  - ha sottolineato - c'è troppa pressione su questa coppa. Forse, togliendone un po', il rendimento sarebbe più alto, ma comunque non credo che le squadre italiane siano tanto lontane da quelle inglesi".

L'ex tecnico evita ogni paragone con Mourinho e si limita a dire che "ogni allenatore sceglie i giocatori secondo il suo pensiero e l'Inter ha una squadra forte". Ma, da buon sostenitore del voto in condotta reintrodotto dal ministro Gelmini, Mancini accetta di fare la pagella per due attaccanti: "Adriano? Dal punto di vista calcistico deve lavorare per essere promosso - ha sorriso - e anche Balotelli, anche se è giovane e può sbagliare".

Del calcio di oggi Mancini vorrebbe cambiare diverse cose ma, dovendone scegliere una, darebbe "ai club la possibilità di costruire gli stadi di proprietà per far sì che le persone possano tornare a vedere le partite senza i tornelli e la paura degli avversari". Ma è chiaro che gli dà fastidio anche un certo modo di fare giornalismo ("quindici anni fa i giornalisti erano più preparati"), e il riferimento è alle intercettazioni pubblicate l'anno scorso in cui parlava con il pregiudicato Domenico Brescia: "Credo che i giornali le  avessero lì da un po' e le hanno fatte uscire a tre giorni da una partita importante. E' stata una vigliaccata da parte di alcuni giornalisti che spero paghino molto".

Infine Daria Bignardi ha sottoposto all'ex fantasista di Sampdoria e Lazio una serie di domande a risposta secca. Tra  queste una in particolare: meglio Moratti presidente del Consiglio o Berlusconi allenatore del Milan? "Berlusconi - ha  risposto Mancini - è l'allenatore del Milan...".