De Bortoli & Riotta, Milan e Inter per la Milano che conta

Calcio
Riotta & de Bortoli: è derby accesissimo alla direzione delle due importanti testate giornalistiche milanesi
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Le due nuove direzioni del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore viste attraverso la lente del tifo espresso dagli uomini al comando: Ferruccio rossonero doc che promise di scendere in piazza se Kakà se ne andava, Gianni interista "senza se e senza ma"

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Quisquilie, pinzillacchere direbbe Totò. Ma siccome anche il cronista è un uomo, come direbbe invece Gianni Minà, il ritorno del milanese Ferruccio De Bortoli al timone del Corriere della Sera e l'arrivo del siculo-yankee Gianni Riotta alla guida del Sole 24 Ore si portano appresso un corollario sportivo (in fondo siamo tutti italioti) degno d'interesse per i calciofili di Milano. Capitale economica del Paese (Sole 24 Ore docet) e, si sa, città della capolista.

L'arrivo di Riotta, interista sfegatato dietro i modi felpati di chi è cresciuto alla Columbia University, segnala un passaggio di consegne radicale: l'organo di Confindustria cambia casacca. Se de Bortoli era (ed è, e sarà ancora e sempre) un acceso fan milanista, il sostituto fa cambiare direzione alla Direzione. D'altro canto, che il principale quotidiano italiano, dopo la parentesi dell'agnostico Paolo Mieli, finisca nelle mani eleganti di un rossonero doc può essere letto come un fatto positivo dalla tribù di Milanello. La carta salmonata del Sole stingerà verso una più rosea coloritura, in nome della fede riottesca, Riotta essendo anche stato columnist illustre della Gazzetta dello Sport in altri tempi?

E il borghesissimo Corriere, dopo l'endorsement elettorale pro-prodiano del Mieli che fu, approderà finalmente ai cancelli di Milanello con deferente riguardo? De Bortoli, quando a gennaio esplose il caso-Kakà, promise addirittura alla Gazza di scendere in piazza, dismettendo la grisaglia, qualora il brasiliano avesse imboccato la strada senza ritorno per il Manchester City. Sarà anche divertente, in tribuna d'onore a S.Siro, incrociare gli sguardi dei due più garbati giornalisti italiani, tutt'e due in cattedra a Milano, e tutt'e due visceralmente ancorati alle sponde opposte del tifo di rito ambrosiano. Vinca il migliore, salmodierà Riotta, ricordando l'equanimità assorbita coi suoi studi filosofici anglo-palermitani. "Ciò, sperem de no" è il probabile pensiero che transiterà sotto il ciuffo di De Bortoli, secondo la filosofia trasmessa dal paròn Nereo Rocco e appresa in lunghi anni di apprendistato della storia patria rossonera.
(Paolo Pagani)