Paparesta sul suo blog: ''Un grazie agli amici di Facebook''
Calcio
In seguito al divieto del Presidente dell'Aia Marcello Nicchi di fare dichiarazioni che non siano state preventivamente autorizzate, l'ex fischietto pugliese replica con un "no al bavaglio" e ringrazia quei “temerari” che lo rievocano su Facebook
"Sì al fischietto...no al bavaglio": così sul blog del suo sito internet, l'ex fischietto pugliese Gianluca Paparesta replica alla circolare emessa ieri dal presidente dell'Aia Marcello Nicchi con la quale si sottolinea che è vietato fare dichiarazioni che non siano state preventivamente autorizzate, anche attraverso Internet come nei casi di Facebook o dei blog, e che è vietato ai direttori di gara partecipare a gruppi di discussione.
Paparesta, interviene sulla circolare attraverso il suo sito: "In queste ore - scrive - fa discutere la circolare emessa dal presidente AIA, Nicchi, sul divieto agli arbitri di fare dichiarazioni anche a mezzo e-mail o propri siti internet, di partecipare a gruppi di discussione (Facebook) mailing list, forum, blog o simili. Bene fa il presidente a ricordare quella che è una regola già esistente - art. 40 comma 4, lettera d) Regolamento AIA - di cui tutti quanti siamo a conoscenza, ma che riguarda esclusivamente 'gare dirette o incarichi espletati'.
Né è pensabile - prosegue Paparesta - che tale circolare, diffusa - ma sarà solo una coincidenza - a poche settimane dalla pubblicazione on line del mio blog e del mio profilo su Facebook (circa 3mila amici, tra cui tanti giovani arbitri), rappresenti una privazione di una libertà costituzionalmente protetta".
"Non sta a me ricordare infatti le regole dettate dall'art. 21 della Costituzione - aggiunge - che, da 61 anni a questa parte è l'essenza della nostra democrazia, e che comunque per ogni buon conto riporto: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". Su Internet, ormai spopolano siti e profili facebook di magistrati, avvocati, giornalisti, professionisti, sportivi, studenti, casalinghe, gente comune: a chi potrebbe nuocere un arbitro o, nel mio caso, pseudo tale?".
"Per tali ragioni - conclude Paparesta - credo che soprattutto gli arbitri più giovani (che ogni giorni mi scrivono) possano stare tranquilli. Attenendosi alle regole, vi dico: non temete di esercitare quel diritto previsto dalla nostra Costituzione, dunque non rinunciate alla vostra libertà e alla vostra dignità".
Paparesta, interviene sulla circolare attraverso il suo sito: "In queste ore - scrive - fa discutere la circolare emessa dal presidente AIA, Nicchi, sul divieto agli arbitri di fare dichiarazioni anche a mezzo e-mail o propri siti internet, di partecipare a gruppi di discussione (Facebook) mailing list, forum, blog o simili. Bene fa il presidente a ricordare quella che è una regola già esistente - art. 40 comma 4, lettera d) Regolamento AIA - di cui tutti quanti siamo a conoscenza, ma che riguarda esclusivamente 'gare dirette o incarichi espletati'.
Né è pensabile - prosegue Paparesta - che tale circolare, diffusa - ma sarà solo una coincidenza - a poche settimane dalla pubblicazione on line del mio blog e del mio profilo su Facebook (circa 3mila amici, tra cui tanti giovani arbitri), rappresenti una privazione di una libertà costituzionalmente protetta".
"Non sta a me ricordare infatti le regole dettate dall'art. 21 della Costituzione - aggiunge - che, da 61 anni a questa parte è l'essenza della nostra democrazia, e che comunque per ogni buon conto riporto: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". Su Internet, ormai spopolano siti e profili facebook di magistrati, avvocati, giornalisti, professionisti, sportivi, studenti, casalinghe, gente comune: a chi potrebbe nuocere un arbitro o, nel mio caso, pseudo tale?".
"Per tali ragioni - conclude Paparesta - credo che soprattutto gli arbitri più giovani (che ogni giorni mi scrivono) possano stare tranquilli. Attenendosi alle regole, vi dico: non temete di esercitare quel diritto previsto dalla nostra Costituzione, dunque non rinunciate alla vostra libertà e alla vostra dignità".