Inter, missione fallita. La Samp è in finale di Coppa Italia
CalcioNon riesce la rimonta ai nerazzurri nella semifinale di ritorno della Tim Cup. Dopo il 3-0 di Genova, a San Siro la squadra di Mourinho non va oltre l'1-0 segnato al 27' da Ibrahimovic. In curva cori e striscioni a favore della Juve e contro il razzismo
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INTER-SAMP 1-0 (all'andata 0-3)
27' Ibrahimovic (I)
Inter, solo un "titulo". Scudetto, se e quando sarà. Perché in finale di Coppa Italia, con la Lazio, ci va la Sampdoria. Centrifugata e rimbambita, ma qualificata. Il 3-0 dell'andata vale più dell'1-0 subito al ritorno. Per novanta minuti l'Inter sminuzza la Samp, l'accerchia, colpisce, infierisce. Fa una gran fatica, pure, spesso a vuoto. Gli avversari, in particolare nel primo tempo e nel finale della ripresa, sono poltiglia. Ma c'è da battere pure un paio di pali, il portiere, la mira congelata di Cruz e Crespo, eccetera eccetera. Troppi muri, alla fine. Assedio doveva essere e tale è stato.
E l'inizio promette bene: Julio Cesar copre tutto il campo con un lancio che trova la sponda veloce di Cruz, Ibra stoppa con la palla a mezz'aria e tira al volo. E' l'1-0, che nelle intenzioni di Mourinho è in perfetta tabella di marcia. Uno spettacolo, il forcing nerazzurro. Anche se Burdisso al posto di Cambiasso in mediana non costruisce ma si limita a spaccare e stop. Tanto è lì davanti che il pallone fuma. Al 36' per esempio Ibra s'inventa un pallonetto di piatto altissimo che cade a piombo sul palo. Non entra, e non entra nemmeno lo stacco di Cruz in conclusione del renino d'attacco: Balotelli, Ibra, e appunto l'argentino. Pochi centimetri, ma la qualificazione sta tutta in particolari piccoli così.
Cassano ne fa una questione di talento quando si impunta a dribblare il mondo invece di tirare: bello e inutile. E mentre Mazzarri urla al vento per un paio di potenziali rigori svalutati dall'arbitro, Mourinho butta dentro pure Crespo e Cambiasso. I cross non bastano, la porta è sempre da un'altra parte. Quella dell'Inter invece è una fortezza, perché Cassano sfotte il blocco difesa in dribbling ma il diagonale finisce sempre sul corpo del portiere. E quando non c'è lui, c'è Maxwell sulla linea a salvare una volta di più. Non è aria di rimonte in extremis, anche perché Balotelli s'accapiglia un po' con tutti a 5 minuti dalla fine, e un attimo prima che Ibra ci provi ancora al volo. I centimetri, solo quelli, restano in mano all'Inter. Che prima di arrendersi si sfascia definitivamente sull'ultima traversa della serata, con Materazzi espulso con rabbia. Niente rimonta: la finale di Coppa Italia se la va a giocare la Samp.
Particolare da registrare nella ventosa serata di Milano. La curva Nord dell'Inter si è schierata contro la chiusura dell'Olimpico di Torino per i cori razzisti contro Mario Balotelli e ha a sua volta mostrato uno striscione offensivo contro l'ex giocatore di colore del Messina Marc Zoro. "Juve-Lecce a porte aperte" recita uno striscione appeso dagli ultras nerazzurri a San Siro.
INTER-SAMP 1-0 (all'andata 0-3)
27' Ibrahimovic (I)
Inter, solo un "titulo". Scudetto, se e quando sarà. Perché in finale di Coppa Italia, con la Lazio, ci va la Sampdoria. Centrifugata e rimbambita, ma qualificata. Il 3-0 dell'andata vale più dell'1-0 subito al ritorno. Per novanta minuti l'Inter sminuzza la Samp, l'accerchia, colpisce, infierisce. Fa una gran fatica, pure, spesso a vuoto. Gli avversari, in particolare nel primo tempo e nel finale della ripresa, sono poltiglia. Ma c'è da battere pure un paio di pali, il portiere, la mira congelata di Cruz e Crespo, eccetera eccetera. Troppi muri, alla fine. Assedio doveva essere e tale è stato.
E l'inizio promette bene: Julio Cesar copre tutto il campo con un lancio che trova la sponda veloce di Cruz, Ibra stoppa con la palla a mezz'aria e tira al volo. E' l'1-0, che nelle intenzioni di Mourinho è in perfetta tabella di marcia. Uno spettacolo, il forcing nerazzurro. Anche se Burdisso al posto di Cambiasso in mediana non costruisce ma si limita a spaccare e stop. Tanto è lì davanti che il pallone fuma. Al 36' per esempio Ibra s'inventa un pallonetto di piatto altissimo che cade a piombo sul palo. Non entra, e non entra nemmeno lo stacco di Cruz in conclusione del renino d'attacco: Balotelli, Ibra, e appunto l'argentino. Pochi centimetri, ma la qualificazione sta tutta in particolari piccoli così.
Cassano ne fa una questione di talento quando si impunta a dribblare il mondo invece di tirare: bello e inutile. E mentre Mazzarri urla al vento per un paio di potenziali rigori svalutati dall'arbitro, Mourinho butta dentro pure Crespo e Cambiasso. I cross non bastano, la porta è sempre da un'altra parte. Quella dell'Inter invece è una fortezza, perché Cassano sfotte il blocco difesa in dribbling ma il diagonale finisce sempre sul corpo del portiere. E quando non c'è lui, c'è Maxwell sulla linea a salvare una volta di più. Non è aria di rimonte in extremis, anche perché Balotelli s'accapiglia un po' con tutti a 5 minuti dalla fine, e un attimo prima che Ibra ci provi ancora al volo. I centimetri, solo quelli, restano in mano all'Inter. Che prima di arrendersi si sfascia definitivamente sull'ultima traversa della serata, con Materazzi espulso con rabbia. Niente rimonta: la finale di Coppa Italia se la va a giocare la Samp.
Particolare da registrare nella ventosa serata di Milano. La curva Nord dell'Inter si è schierata contro la chiusura dell'Olimpico di Torino per i cori razzisti contro Mario Balotelli e ha a sua volta mostrato uno striscione offensivo contro l'ex giocatore di colore del Messina Marc Zoro. "Juve-Lecce a porte aperte" recita uno striscione appeso dagli ultras nerazzurri a San Siro.