L'identità rubata, Quagliarella vittima di un hacker
CalcioUna ragazza si è appropriata del suo account tenendo quotidiana corrispondenza con i tifosi del Napoli che credevano di parlare con il loro idolo. Denunciata per frode informatica, rischia fino a tre anni
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A Zalayeta avevano rubato in casa, ad Hamsik il Rolex, a Fabio Quagliarella hanno provato a strappare l'identità. Una ragazza si era appropriata del suo account e teneva regolare corrispondenza virtuale con i tifosi che erano convinti di parlare con il nuovo idolo del San Paolo, l'uomo dei gol impossibili, il talento di Castellammare che De Laurentiis ha scelto come simbolo della squadra. Peccato che il tono usato dal finto Quagliarella fosse in totale distonia con l'immagine del bravo ragazzo che tutta Italia negli ultimi anni ha imparato a conoscere.
La sorpresa, come rivela il quotidiano Metropolis, è stata scoprire che ad appropriarsi dell'identità virtuale di Quagliarella era stata una napoletana venticinquenne, ora denunciata e rinviata a giudizio per la frode informatica che il codice penale punisce con una pena fino a tre anni. Il furto di account risale ai primi mesi dell'anno, quando il trasferimento al Napoli era solo una suggestione.
Lo stesso periodo in cui il direttore generale Marino presentò denuncia per essere rimasto vittima di una truffa simile, insieme con un gruppo di giocatori molto popolari, da Montervino a Cannavaro, a Blasi e ad Aronica. La differenza, di non poco conto, era che nessuno di loro s'era mai iscritto a un social network. Quagliarella, invece, ha visto violata la propria casella: un'operazione da hacker, peggio che un furto in casa. Per dimenticare basterà il primo gol al San Paolo: nessuno potrà rubargli quella gioia.
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La sorpresa, come rivela il quotidiano Metropolis, è stata scoprire che ad appropriarsi dell'identità virtuale di Quagliarella era stata una napoletana venticinquenne, ora denunciata e rinviata a giudizio per la frode informatica che il codice penale punisce con una pena fino a tre anni. Il furto di account risale ai primi mesi dell'anno, quando il trasferimento al Napoli era solo una suggestione.
Lo stesso periodo in cui il direttore generale Marino presentò denuncia per essere rimasto vittima di una truffa simile, insieme con un gruppo di giocatori molto popolari, da Montervino a Cannavaro, a Blasi e ad Aronica. La differenza, di non poco conto, era che nessuno di loro s'era mai iscritto a un social network. Quagliarella, invece, ha visto violata la propria casella: un'operazione da hacker, peggio che un furto in casa. Per dimenticare basterà il primo gol al San Paolo: nessuno potrà rubargli quella gioia.