Cambiasso: cambieremo e vinceremo. Mou, silenzio rumoroso

Calcio
Parla Esteban perché Mourinho, dopo l'espulsione in Cagliari-Inter, è entrato in silenzio
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Il tecnico nerazzurro replica senza parlare alle squalifiche arbitrali. Come il generale De Gaulle sostiene che nulla più del silenzio rafforzi l'autorità. In vista del Napoli, al suo posto parla Esteban. GUARDA LE FOTO E GLI HIGHLIGHTS GRATIS SU SKY.it

José Mourinho, che (si sa) sarà in tribuna domani sera al Meazza, si "autosqualifica" pure per la conferenza stampa della vigilia di Inter-Napoli, seconda gara del trittico settimanale di campionato. L'allenatore portoghese evita così di dover commentare non tanto e non solo la sua espulsione a Cagliari, ma anche la vittoria poco convincente dei nerazzurri (GUARDA I GOL) e lo strascico di polemiche per i cori razzisti indirizzati dal pubblico del Sant'Elia a Mario Balotelli.

Esteban, parla il vice José - Al suo posto compare Esteban Cambiasso, elemento indispensabile per gli schemi di Mourinho, ma ancora a mezzo servizio dopo il rientro dall'infortunio. "L'Inter migliorerà giocando e vincendo" è la sintesi del centrocampista argentino, secondo il quale l'autocensura del suo allenatore è da  attribuire anche alla voglia di "non piangersi addosso", dopo le lamentele di Mourinho per una presunta "sfortuna coi  calendari" che infatti obbligano i nerazzurri - che hanno giocato domenica - a tornare in campo domani mentre la Juventus (che ha giocato sabato alle 18) potrà aspettare giovedì per affrontare il Genoa a Marassi. I convocati sono 20. In difesa dovrebbero giocare Lucio e  Samuel centrali mentre Chivu dovrebbe essere preferito a Santon a sinistra. A centrocampo Mourinho deve rinunciare a Thiago Motta, infortunato (forse tocca a Vieira), e l'interrogativo riguarda ancora la condizione di Cambiasso che non ha ancora i 90' nelle gambe ed è uscito domenica applicando una borsa di ghiaccio sul ginocchio operato in estate.

Storia di un silenzio rumoroso - Non c'entra Celentano e neppure De Gaulle, anche se Mourinho è un po' artista e un po' generale. Anche se il molleggiato con il silenzio diceva di esprimere il suo discorso più bello e più denso… e in effetti sembra abbastanza chiaro quale sentimento anima Mourinho, adesso che replica senza parlare alle squalifiche arbitrali e al rumore dei nemici. Non l'ha fatto nel dopopartita col Cagliari, non potrà farlo domani a San Siro per squalifica. E chissà se ha pensato all'ex presidente francese, sostenitore della teoria che nulla più del silenzio rafforzi l'autorità, quella di cui Mourinho è geloso. Quella che rivendica nel momento dell'orgoglio ferito. O della più semplice arrabbiatura, anche perché se un silenzio può essere eloquente talvolta le parole sono troppo esplicite.

Quella volta di Beppe Baresi - Mourinho: non parlo perché voglio essere in panchina la prossima partita. Era Mourinho dopo il primo - e per ora unico - derby italiano perso. Una settimana dopo il suo primo silenzio, quello successivo a Inter-Lecce, quando mandò a parlare il suo vice Baresi, delegato anche dopo un'altra espulsione, quella con la Fiorentina. Baresi: io credo che l'arbitro abbia lasciato Mourinho fuori dalle interviste… Eh no, l'arbitro aveva espulso Mourinho, ma non gli aveva certo impedito di parlare ai microfoni. E almeno lui lo sapeva benissimo, anche perché dopo la sua prima espulsione italiana, contro la Samp, di fronte alle telecamere si era presentato. Che adesso non voglia dire che il silenzio è quello degli innocenti?

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