Napoli-Bologna, il passaporto perso mette a rischio il Pocho
CalcioLavezzi in dubbio per la gara contro gli emiliani, la prima al San Paolo di Mazzarri: è in viaggio dall'Argentina con 24 ore di ritardo. Intanto salta l'ingaggio dell'ex ct del volley Gian Paolo Montali come direttore generale
Caso Lavezzi - Adesso non diciamo che se il nuovo Napoli di Mazzarri non decolla è tutta colpa dell'aereo. Perché Lavezzi, è vero, l'ha perso. E per questo molto probabilmente salterà la sfida col Bologna, la prima col nuovo allenatore in panchina. Ma se si va a guardare è capitato a tanti calciatori, e non soltanto nei film. Ti svegli tardi, ci metti troppo a pettinarti, insomma perdi tempo, in un modo o nell'altro. Magari lasciando il passaporto a casa. Ed ecco pronta la locandina del nuovo film targato De Laurentiis, addirittura in uscita anticipata rispetto al classico appuntamento natalizio. E per un presidente che vive con grande trasporto la sua passione per la squadra, il problema di Lavezzi coi trasporti diventa seccante, com'era stata la partenza anticipata dell'argentino, a giugno, senza l'ok del comandante.
In precedenza lo stesso inconveniente era capitato a Datolo, prima ancora ci sono stati i casi storici di Edmundo, che durante il carnevale trovava sempre più traffico del previsto, e i ritardi di Maradona, che però sapeva sempre come farsi perdonare. A Ronaldo ogni tanto capitava, il record assoluto però spetta ad Adriano. Tanti, troppi passaggi persi, a vuoto. L'ultimo lo scorso 3 aprile, quand'è partito un aereo dal Brasile all'Italia che l'ex Imperatore non avrebbe più preso. Almeno finora. Lavezzi, invece, arriverà. Anche se in ritardo. Alla fine, nonostante i soliti equivoci previsti dal copione, c'è ancora tempo per riderci su ed assistere a una commedia divertente, col lieto fine: scusi mister, ho perso l'aereo.
Le parole di Mazzoni - A fare da avvocato difensore del Pocho, ammesso che abbia qualche colpa, ci pensa il suo assistente Alejandro Mazzoni, infastidito dalle accuse sempre puntuali al suo assistito: "Lavezzi ha perso un giorno intero presso la polizia federale per rifare il passaporto. E' una cosa che in un giorno non si può fare e l'AFA ha fatto i salti mortali per permettere al Pocho di tornare il prima possibile in Italia. Io non so se il passaporto lo ha smarrito Ezequiel o l'Afa, ma per me questo non è importante, l'importante è che il calciatore domani torni in Italia e sia pronto per giocare. In questi giorni Lavezzi ha fatto un'ottima preparazione con la nazionale argentina ed è in perfetta forma per mettersi a disposizione di Mazzarri". "Ho parlato al telefono col presidente De Laurentiis - conclude - ma preferisco non rivelare i contenuti della nostra conversazione. Il Pocho si troverà a Roma coi compagni e si aggregherà al resto della squadra prima di mezzogiorno. Qui ogni volta si monta un caso. Una volta per tutte bisogna stabilire se Lavezzi è buono o non lo è. Che ce lo facciano sapere".
Caso Montali - No grazie. Si è chiusa così, su queste parole la storia tra Montali e il presidente De Laurentiis. Decisivo l'appuntamento tra i due a Roma. Una settimana di trattative e di continui contatti non è bastata per trovare un compromesso contrattuale.
Tre i punti che hanno portato alla rottura. Primo. La durata del contratto: due anni con otto mesi di prova al termine dei quali De Laurentiis si riservava unilateralmente il diritto di porre fine al rapporto lavorativo. Secondo. I diritti d'immagine che Montali avrebbe dovuto cedere al Napoli - esattamente come tutti i tesserati della società, allenatore compreso. Terzo. Il ruolo inizialmente non ben definito. Una sorta di "responsabile dell'area tecnica", ben lontano da quel "direttore generale" con il quale Montali doveva essere presentato venerdì scorso a Castelvolturno ma che comunque l'ex ct della nazionale di volley non avrebbe potuto ricoprire per la mancanza del patentino rilasciato da Coverciano.
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In precedenza lo stesso inconveniente era capitato a Datolo, prima ancora ci sono stati i casi storici di Edmundo, che durante il carnevale trovava sempre più traffico del previsto, e i ritardi di Maradona, che però sapeva sempre come farsi perdonare. A Ronaldo ogni tanto capitava, il record assoluto però spetta ad Adriano. Tanti, troppi passaggi persi, a vuoto. L'ultimo lo scorso 3 aprile, quand'è partito un aereo dal Brasile all'Italia che l'ex Imperatore non avrebbe più preso. Almeno finora. Lavezzi, invece, arriverà. Anche se in ritardo. Alla fine, nonostante i soliti equivoci previsti dal copione, c'è ancora tempo per riderci su ed assistere a una commedia divertente, col lieto fine: scusi mister, ho perso l'aereo.
Le parole di Mazzoni - A fare da avvocato difensore del Pocho, ammesso che abbia qualche colpa, ci pensa il suo assistente Alejandro Mazzoni, infastidito dalle accuse sempre puntuali al suo assistito: "Lavezzi ha perso un giorno intero presso la polizia federale per rifare il passaporto. E' una cosa che in un giorno non si può fare e l'AFA ha fatto i salti mortali per permettere al Pocho di tornare il prima possibile in Italia. Io non so se il passaporto lo ha smarrito Ezequiel o l'Afa, ma per me questo non è importante, l'importante è che il calciatore domani torni in Italia e sia pronto per giocare. In questi giorni Lavezzi ha fatto un'ottima preparazione con la nazionale argentina ed è in perfetta forma per mettersi a disposizione di Mazzarri". "Ho parlato al telefono col presidente De Laurentiis - conclude - ma preferisco non rivelare i contenuti della nostra conversazione. Il Pocho si troverà a Roma coi compagni e si aggregherà al resto della squadra prima di mezzogiorno. Qui ogni volta si monta un caso. Una volta per tutte bisogna stabilire se Lavezzi è buono o non lo è. Che ce lo facciano sapere".
Caso Montali - No grazie. Si è chiusa così, su queste parole la storia tra Montali e il presidente De Laurentiis. Decisivo l'appuntamento tra i due a Roma. Una settimana di trattative e di continui contatti non è bastata per trovare un compromesso contrattuale.
Tre i punti che hanno portato alla rottura. Primo. La durata del contratto: due anni con otto mesi di prova al termine dei quali De Laurentiis si riservava unilateralmente il diritto di porre fine al rapporto lavorativo. Secondo. I diritti d'immagine che Montali avrebbe dovuto cedere al Napoli - esattamente come tutti i tesserati della società, allenatore compreso. Terzo. Il ruolo inizialmente non ben definito. Una sorta di "responsabile dell'area tecnica", ben lontano da quel "direttore generale" con il quale Montali doveva essere presentato venerdì scorso a Castelvolturno ma che comunque l'ex ct della nazionale di volley non avrebbe potuto ricoprire per la mancanza del patentino rilasciato da Coverciano.
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