'Viareggio': Xavi o Iniesta? In Italia c'è Luca Belcastro

Calcio
Luca Belcatro, 18 anni, centrocampista della Juventus Primavera. Nella foto si allena con Caceres e Diego
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È uno dei giocatori migliori del vivaio della Juve. Avvio sprint nella 'Coppa Carnevale' e un sogno: "Giocare in una big, magari proprio in A con i bianconeri. Il caso Terry? Un fatto privato. Coca e doping? Noi siamo super controllati"

di Alfredo Alberico

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Luca Belcastro è uno dei migliori elementi della Primavera della Juventus, squadra della quale è anche tifoso. Quattro anni fa ha fatto una scelta, lasciare la sua Calabria per raggiungere Torino. Vuole diventare un grande calciatore. Faccia pulita, grinta e qualità da vendere, oggi Luca, che intanto di anni ne ha compiuti 18, è, come dicono gli esperti del pallone, un trequartista di belle speranze.

Ama fare gli assit, quei passaggi spesso frutto del genio che permettono agli altri di segnare. Però Luca è uno che ha pure il fiuto del gol, come dimostrano i tre gol realizzati nelle prime tre giornate del 'Torneo di Viareggio'. Tutto questo gli è valso il soprannome di "Bambino d’oro". Luca però sa che per sfondare occorre innanzitutto volare basso: "Un complimento del genere non può che fare piacere. Io mi sento importante per la mia squadra e sono soddisfatto di quello che ho fatto e che faccio. Ma importanti sono anche i miei compagni. È il gruppo che raggiunge l'obiettivo o lo fallisce, non il singolo".

Cosa ti aspetti da questo ‘Viareggio’?

"Tutti sanno che è un evento importante. La chiamano vetrina, no? Può essere un trampolino di lancio. Spero di fare bene per me e per la squadra.  Siamo forti e possiamo confermare la vittoria dello scorso anno".


Qual è l’avversario che temi di più?

"Sono tre le squadre da tenere d’occhio: il Gremio, l’Inter, la Fiorentina. Del Gremio ho sentito parlare molto bene, ma onestamente non li ho visti giocare. Tra i nerazzurri considero Destro un buon elemento. Per la Fiorentina dico Lepri".


Come passate il tempo libero?

"Quando siamo in albergo scatta sempre un torneo alla playstation. Però, nei limiti degli impegni che abbiamo,  c’è anche la possibilità di uscire.  Non sono mancate passeggiate lungo le strade di Viareggio. È stato piacevole".


In questi giorni si parla molto di John Terry e del suo tradimento nei confronti della moglie e del collega-amico Wayne Bridge. Ne avete parlato tra di voi?

"Sì, ma più che altro ci siamo aggiornati a vicenda su quello che stava accadendo. La mia idea è che fuori dal campo, nella vita privata, ognuno fa ciò che meglio crede. Ecco perché non ho condiviso l’idea di togliere a Terry la fascia da capitano nella nazionale inglese. È sbagliato, sono cose personali".


Sai di episodi simili? E poi, che valore dai all’amicizia e quali sono i compagni con cui hai legato di più?

"No, tra noi non è mai successo nulla del genere. L’amicizia è molto importante, anche nello sport. I compagni di squadra più cari sono quelli con cui abito. Boniperti, Ferrero, Immobile, Crivello, Bainotti, De Paola. Ce ne sono anche altri, l’elenco è lungo".


Cocaina e doping. Che idea ti sei fatto dei casi Flachi e Mutu? È un rischio anche tra i giovani calciatori?

"E' un po’ stupido ricadere nello stesso errore per la seconda volta. Per noi non ci sono rischi del genere. Anche se non sembra, siamo super controllati come la prima squadra”.


Come spieghi la crisi della Juventus, quella dei grandi?

“Parliamo poco di quello che sta succedendo. Però credo ci sia più di un motivo alla base del momentaccio, e tra questi anche la sfortuna. Quando una stagione prende una piega del genere diventa tutto complicato. Ma la colpa non la si può dare solo all’allenatore o ad un calciatore”.


C’è un giocatore, o più di uno, al quale t'ispiri?

“In Italia sicuramente De Rossi. All'estero, invece, guardo con ammirazione Xavi e Iniesta del Barcellona. Insomma, sono attento a quelli che giocano nel mio ruolo”.

Il futuro. Dove immagina di giocare il "Bambino d’oro" tra due o tre anni?

“Il sogno è di essere in una grande squadra”.


Nella Juventus?

“Sto lavorando giorno dopo giorno per migliorarmi e cercare di arrivare ad alti livelli. Magari un giorno riuscirò ad entrare nella prima squadra bianconera, chissà. Si avvererebbe un sogno, non solo per me, ma anche per la mia famiglia. Siamo tutti juventini. E chiaro però che mi farò trovare pronto anche per un'avventura lontano da Torino. Vedremo”.


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