Le acrobazie di Borriello: quando il gol diventa copyright
CalcioLa rete del centravanti rossonero al Bari è diventata ormai un marchio di fabbrica del “bel Marco”, esibito già contro il Parma e il Genoa. Con alcune varianti interessanti… GUARDA I GOL DEL MILAN SU SKY.it
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di VANNI SPINELLA
Se è vero che tre indizi fanno una prova, allora tre gol fanno un copyright. È quello che starà pensando Marco Borriello dopo che ieri sera, sull’ennesima palla morbida scodellata da Ronaldinho, si è tuffato schiena all’indietro e ha colpito al volo di sinistro, alla “sua” maniera.
E se Parma, Genoa e Bari sono i tre indizi, quella semirovesciata acrobatica è la prova che a Borriello non mancano i colpi da fenomeno.
In passato era successo a Del Piero, quando a metà degli anni ‘90 si inventò quella parabola a giro esibita per tre partite di Champions consecutive e passata alla storia come “gol alla Del Piero”. È capitato a Hernan Crespo, che con il suo colpo di tacco ha steso Juve, Fiorentina e Bordeaux, rinfrescando l’antico copyright di Roberto Bettega. È la stessa legge che ha trasformato un apparentemente insulso tocco da zero metri, nel classico gol di rapina “alla Inzaghi”.
Perché ci sono reti e gesti atletici che prendono il nome di chi li inventa, rendendoli quasi routine. E adesso, all’Ufficio brevetti, è il turno di Marco Borriello.
Ieri sera il centravanti italiano ha ripreso tavolozza e pennello, o meglio, matita e carta carbone e ha fotocopiato per l’ennesima volta in questo campionato la sua prodezza. Tanto da far pensare quasi a uno schema partorito dalla mente geniale di Leonardo, per come è disegnato bene. Dinho accompagna il pallone fino al limite dell’area, vertice sinistro. Poi alza la testa e quello è il segnale per Borriello che si fa trovare pronto, sul palo più lontano, girato di tre quarti come volesse farsi fare un ritratto, mostrando il suo profilo migliore. Il brasiliano affetta l’area con una parabola morbida, il bomber rossonero che risponde al nome di Marco fa il resto, anche se di cognome non fa Van Basten. Schiena all’indietro e tiro al volo di sinistro.
A questo punto, si possono introdurre anche delle varianti. Tiro ad incrociare, sul secondo palo, con palla schiacciata a terra prima di arrivare in porta, come contro il Parma. Oppure stilettata rapida e beffarda sul primo palo, quello che da manuale dovrebbe essere “del portiere”, come contro il Bari. La variante più difficile in cui si è esibito Borriello finora, però, è un’altra. Milan-Genoa: cross dalla sinistra, Borriello sulla destra impatta al volo e segna di sinistro. Tutto come da copione? Neanche per sogno. La variante sta alla fonte, ed è quello che rende più difficile il gioco. Perché una cosa è segnare così su assist di Ronaldinho, un’altra è farlo quando a scodellare in mezzo è Antonini…
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Se è vero che tre indizi fanno una prova, allora tre gol fanno un copyright. È quello che starà pensando Marco Borriello dopo che ieri sera, sull’ennesima palla morbida scodellata da Ronaldinho, si è tuffato schiena all’indietro e ha colpito al volo di sinistro, alla “sua” maniera.
E se Parma, Genoa e Bari sono i tre indizi, quella semirovesciata acrobatica è la prova che a Borriello non mancano i colpi da fenomeno.
In passato era successo a Del Piero, quando a metà degli anni ‘90 si inventò quella parabola a giro esibita per tre partite di Champions consecutive e passata alla storia come “gol alla Del Piero”. È capitato a Hernan Crespo, che con il suo colpo di tacco ha steso Juve, Fiorentina e Bordeaux, rinfrescando l’antico copyright di Roberto Bettega. È la stessa legge che ha trasformato un apparentemente insulso tocco da zero metri, nel classico gol di rapina “alla Inzaghi”.
Perché ci sono reti e gesti atletici che prendono il nome di chi li inventa, rendendoli quasi routine. E adesso, all’Ufficio brevetti, è il turno di Marco Borriello.
Ieri sera il centravanti italiano ha ripreso tavolozza e pennello, o meglio, matita e carta carbone e ha fotocopiato per l’ennesima volta in questo campionato la sua prodezza. Tanto da far pensare quasi a uno schema partorito dalla mente geniale di Leonardo, per come è disegnato bene. Dinho accompagna il pallone fino al limite dell’area, vertice sinistro. Poi alza la testa e quello è il segnale per Borriello che si fa trovare pronto, sul palo più lontano, girato di tre quarti come volesse farsi fare un ritratto, mostrando il suo profilo migliore. Il brasiliano affetta l’area con una parabola morbida, il bomber rossonero che risponde al nome di Marco fa il resto, anche se di cognome non fa Van Basten. Schiena all’indietro e tiro al volo di sinistro.
A questo punto, si possono introdurre anche delle varianti. Tiro ad incrociare, sul secondo palo, con palla schiacciata a terra prima di arrivare in porta, come contro il Parma. Oppure stilettata rapida e beffarda sul primo palo, quello che da manuale dovrebbe essere “del portiere”, come contro il Bari. La variante più difficile in cui si è esibito Borriello finora, però, è un’altra. Milan-Genoa: cross dalla sinistra, Borriello sulla destra impatta al volo e segna di sinistro. Tutto come da copione? Neanche per sogno. La variante sta alla fonte, ed è quello che rende più difficile il gioco. Perché una cosa è segnare così su assist di Ronaldinho, un’altra è farlo quando a scodellare in mezzo è Antonini…