Milan-show con goleada per Zlatan. Ok Samp, Chievo e Parma
CalcioAspettando Bologna-Inter di lunedì sera, nella prima serata di A grande spettacolo a San Siro (4-0). Pari del Napoli (1-1) con la Fiorentina, i liguri battono 2-0 la Lazio, vittorie dei veneti e degli emiliani. LE PAGELLE E L'ALBUM DELLA SERIE A
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Bentornato, campionato. Bentornate ansie ed entusiasmi. Benvenuti 20 mister (dicesi 20, cioè tutti) che mai hanno vinto sinora uno scudetto. Due soli pareggi domenicali, tre con il Roma-Cesena di sabato. Cinque vittorie, tutte casalinghe. Parte però subito con il piede sbagliato la Juventus, che perde a Bari. Non accadeva dall'82 di lasciarci le penne in avvio di stagione e non è proprio un bell'inizio, anche se Del Neri vede (comunque) il bicchiere mezzo pieno, se a caldo commenta con filosofia: "Siamo stati battuti da un eurogol di Donati. Abbiamo cercato di riagguantare il pari fino al 92' quindi dal punto di vista caratteriale i ragazzi mi sono piaciuti". Contento lui. Più soddisfatto di certo Ventura, solido tecnico dei pugliesi, che chiosa senza infierire: "Il Bari ha dimostrato di giocare per divertirsi e divertire. Vittoria meritata".
Altra aria si è respirata a San Siro (un poker rossonero), sotto l'occhio scintillante di Silvio Berlusconi, seduto in tribuna accanto al fido Adriano Galliani e soprattutto a lui, Ibrahimovic, nuovo idolo delle folle rossonere, gioiello della corona di Arcore. Solo nel primo tempo, con il Lecce a fare da vittima sacrificale predestinata (troppo entusiasmo tra i Diavoli, con Zlatan lì a rimirarli e a leccarsi i baffi), il Milan ha straripato mettendo a segno tre centri: in rapida successione Pato, Thiago Silva e ancora Pato. Borriello avrebbe in realtà firmato il quarto sigillo (nel secondo tempo), ma la sua zampata in area è stata annullata per manifesto fuorigioco. E il vecchio Inzaghi, con un delizioso pallonetto, ha cercato anche lui la porta avversa, stampando però la palla sul palo leccese. Si è rifatto, in compenso, firmando sotto porta in finale di partita: finisce dunque 4-0 per il Diavolo. Dai, se il buongiorno si vede dal mattino, chissà il resto della giornata. Intesa ovviamente come stagione, dopo le magre degli ultimi anni tra i berluscones.
Il Napoli voleva certamente seguire l'esempio rossonero e conquistare titoli roboanti sui giornali. Anche se la disfida sua era di tutt'altro tenore, la Fiorentina mica è il Lecce. Con un sontuoso Cavani in veste di neo-Quagliarella, nel senso di bomber che dovrà far dimenticare la partenza dell'ex attaccante vesuviano con destinazione Juve, la squadra di Mazzarri ha tentato di regolare la Fiorentina di Sinisa Mihajlovic. Dell'uruguagio infatti il gol del provvisorio vantaggio. Un gol-fantasma, a dirla tutta: un gol non gol (perché la sfera ha solo spolverato la riga di porta), ma comunque assegnato dall'arbitro. Peccato (per il Napoli) che i viola, in avvio di secondo tempo, hanno trovato la rete del pareggio con D'Agostino.
Il pari tra Palermo e Cagliari (0-0), così come il 2-0 tra Parma e Brescia (in gol uno di quelli buoni, ovvero Bojinov, più il compagno di banco Morrone) e il 2-1 tra Chievo e Catania rientrano, in fondo, nell'ordinaria amministrazione domenicale che fa un po' meno notizia delle gesta dei Re Mida del mercato. Mentre la Sampdoria, contro una Lazio piuttosto impegnativa, mette a segno un perentorio 2-0 (Cassano su rigore prima, poi il suo discepolo Guberti). Stanchezze e frustrazioni dei playoff di Champions, con conseguente eliminazione, non hanno evidentemente piegato l'animus pugnandi dei genovesi.
La prima è così scivolata in archivio. Aspettiamo, naturalmente, i capiclasse: lunedì sera il posticipo Bologna-Inter. Dedicando doverosamente un deferente pensierino alla Colomba che non vola già più: riferimento al tecnico degli emiliani, già esonerato. Prima della prima. Anche questo è un record.
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Bentornato, campionato. Bentornate ansie ed entusiasmi. Benvenuti 20 mister (dicesi 20, cioè tutti) che mai hanno vinto sinora uno scudetto. Due soli pareggi domenicali, tre con il Roma-Cesena di sabato. Cinque vittorie, tutte casalinghe. Parte però subito con il piede sbagliato la Juventus, che perde a Bari. Non accadeva dall'82 di lasciarci le penne in avvio di stagione e non è proprio un bell'inizio, anche se Del Neri vede (comunque) il bicchiere mezzo pieno, se a caldo commenta con filosofia: "Siamo stati battuti da un eurogol di Donati. Abbiamo cercato di riagguantare il pari fino al 92' quindi dal punto di vista caratteriale i ragazzi mi sono piaciuti". Contento lui. Più soddisfatto di certo Ventura, solido tecnico dei pugliesi, che chiosa senza infierire: "Il Bari ha dimostrato di giocare per divertirsi e divertire. Vittoria meritata".
Altra aria si è respirata a San Siro (un poker rossonero), sotto l'occhio scintillante di Silvio Berlusconi, seduto in tribuna accanto al fido Adriano Galliani e soprattutto a lui, Ibrahimovic, nuovo idolo delle folle rossonere, gioiello della corona di Arcore. Solo nel primo tempo, con il Lecce a fare da vittima sacrificale predestinata (troppo entusiasmo tra i Diavoli, con Zlatan lì a rimirarli e a leccarsi i baffi), il Milan ha straripato mettendo a segno tre centri: in rapida successione Pato, Thiago Silva e ancora Pato. Borriello avrebbe in realtà firmato il quarto sigillo (nel secondo tempo), ma la sua zampata in area è stata annullata per manifesto fuorigioco. E il vecchio Inzaghi, con un delizioso pallonetto, ha cercato anche lui la porta avversa, stampando però la palla sul palo leccese. Si è rifatto, in compenso, firmando sotto porta in finale di partita: finisce dunque 4-0 per il Diavolo. Dai, se il buongiorno si vede dal mattino, chissà il resto della giornata. Intesa ovviamente come stagione, dopo le magre degli ultimi anni tra i berluscones.
Il Napoli voleva certamente seguire l'esempio rossonero e conquistare titoli roboanti sui giornali. Anche se la disfida sua era di tutt'altro tenore, la Fiorentina mica è il Lecce. Con un sontuoso Cavani in veste di neo-Quagliarella, nel senso di bomber che dovrà far dimenticare la partenza dell'ex attaccante vesuviano con destinazione Juve, la squadra di Mazzarri ha tentato di regolare la Fiorentina di Sinisa Mihajlovic. Dell'uruguagio infatti il gol del provvisorio vantaggio. Un gol-fantasma, a dirla tutta: un gol non gol (perché la sfera ha solo spolverato la riga di porta), ma comunque assegnato dall'arbitro. Peccato (per il Napoli) che i viola, in avvio di secondo tempo, hanno trovato la rete del pareggio con D'Agostino.
Il pari tra Palermo e Cagliari (0-0), così come il 2-0 tra Parma e Brescia (in gol uno di quelli buoni, ovvero Bojinov, più il compagno di banco Morrone) e il 2-1 tra Chievo e Catania rientrano, in fondo, nell'ordinaria amministrazione domenicale che fa un po' meno notizia delle gesta dei Re Mida del mercato. Mentre la Sampdoria, contro una Lazio piuttosto impegnativa, mette a segno un perentorio 2-0 (Cassano su rigore prima, poi il suo discepolo Guberti). Stanchezze e frustrazioni dei playoff di Champions, con conseguente eliminazione, non hanno evidentemente piegato l'animus pugnandi dei genovesi.
La prima è così scivolata in archivio. Aspettiamo, naturalmente, i capiclasse: lunedì sera il posticipo Bologna-Inter. Dedicando doverosamente un deferente pensierino alla Colomba che non vola già più: riferimento al tecnico degli emiliani, già esonerato. Prima della prima. Anche questo è un record.