Seedorf: quanto mi diverto a diventare essenziale ogni anno

Calcio
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L'INTERVISTA ESCLUSIVA. "Nato pronto", come disse lui stesso a Leonardo, l'asso del Milan confessa il desiderio più vivo: "Quest'anno voglio vincere tutto". A 34 anni, con oltre 800 partite giocate ai massimi livelli, non pensa a dire addio. IL VIDEO

Boateng, il Prince rossonero aspetta il derby

di LUIGI VACCARIELLO

"Io sono nato pronto". L'essenza di Clarence Seedorf sta tutta in questa risposta data a Leonardo nella passata stagione, prima di fare il suo ingresso e decidere con un gol Milan-Chievo dello scorso 14 marzo (dopo di che, Milan a -1 dall'Inter). 34 anni e ancora tantissima voglia di vincere, "tutto", come suole ripetere lui che delle diete povere di successi non ne vuole sentir parlare: "E’ un po’ di anni che non vinciamo e inizio a sentirne la mancanza". L’appetito vien mangiando, e l’olandese come ogni anno è sempre lì in prima linea a correre, sgobbare e convincere allenatori (dopo Ancelotti e Leonardo, ora è la volta di Allegri) che il Milan ha ancora bisogno di lui per tornare a "lottare per Champions, Scudetto e Coppa Italia".

L’inizio di campionato non è stato dei migliori. In Champions invece è arrivato subito un successo. Quanto ti piace questo Milan? Dove può migliorare e dove credi possa arrivare?
"Credo che il nostro inizio di stagione non sia stato cattivo. Certo, nei risultati non siamo ancora riusciti a trovare la giusta continuità, però abbiamo fatto un’ottima prima di campionato con il Lecce. Abbiamo faticato a Cesena, dove abbiamo subito molto soprattutto le loro ripartenze. Ed è proprio su questo aspetto che dobbiamo lavorare e migliorare: sui contropiedi avversari. Dobbiamo essere più attenti quando perdiamo palla soprattutto dopo calci d’angolo o punizioni a nostro favore. Se miglioriamo su questo aspetto, siamo a posto. Sulle fasi di possesso avversario non abbiamo rischiato tanto. Per noi è fondamentale non subire gol, perché prima o poi noi la palla dentro la mettiamo. Sono molto fiducioso, sono convinto che con il passare del tempo e una maggiore attenzione miglioreremo tantissimo, d’altra parte siamo solo all’inizio della stagione".

Boateng, si è inserito alla grande. Come ti sei trovato con lui? E quanto può essere importante nel vostro impianto di gioco?
"Kevin Prince si è inserito benissimo. Ha fatto molto bene nelle due partite in cui è stato impegnato. Ha ottime qualità, come tutti quelli che fanno parte di questo gruppo. Quindi come tutti sarà importante anche lui".

34 anni (ma in campo ancora la freschezza di un ventenne), 4 Champions all’attivo, Scudetti in Spagna e Italia, cosa ti piacerebbe vincere ancora?
(Corregge subito, "Guarda che ho vinto il campionato anche con l’Ajax" e sorride, ndr). "Voglio vincere ancora tutto. E’ un po’ di anni che non lo facciamo e inizio a sentirne la mancanza. Con la giusta umiltà, impegno e collaborazione il Milan può pensare di lottare per Champions, Scudetto e Coppa Italia. Abbiamo fatto un’ottima preparazione e con questa rosa saremo competitivi al massimo".

Nella tua carriera hai giocato un po’ in tutti ruoli del centrocampo. Quale ritieni più tuo?
"E’ vero, ho fatto tanti ruoli nel corso degli anni, mi sono sempre messo a disposizione della squadra. Ma il ruolo che ritengo più mio è senza dubbio quello di trequartista, è lì, dietro alle punte che do il meglio".

All’inizio di ogni stagione, con i nuovi arrivi, ti escludono sempre dalla formazione titolare, ma tu matematicamente li smentisci convincendo gli allenatori a fare di te un punto fisso del Milan. Come ci riesci? Qual è il tuo segreto?
"Per me, ogni anno è un anno nuovo, con nuovi obiettivi personali da raggiungere che mi aiutano a tirare fuori il meglio di me. E’ questo il segreto. L’impegno e il lavoro sono quelli che mi hanno dato la possibilità di poter disputare fino ad ora più di 800 partite ai massimi livelli. Questa storia che esco fuori dall’undici titolare a inizio stagione va avanti da un paio d’anni. Mi diverto a smentirli. Sono cresciuto con e nella competizione e con la giusta convinzione nei miei mezzi. In 20 anni di carriera ho cambiato tanti allenatori importanti e ho giocato sempre. L’ho fatto sempre seguendo un concetto: “Dimostrare prima di tutto a me stesso che merito di giocare”. Non ho mai smesso di essere un professionista dentro e fuori dal campo".

Un'ultima cosa: al ritiro ci pensi mai?
"Ho una voglia matta di giocare, quando non ne avrò più stai sicuro che difficilmente mi vedrete in giro". Questo è Clarence Seedorf, uno che è nato pronto.

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