Milito, la magia ritrovata del fatidico numero 22
CalcioL'astinenza del Principe non si è conclusa in una sera a caso, ma nella sera del 22. Un numero legato alla carriera di Milito. Presente sulle sue spalle al Saragozza, al Genoa e all'Inter, con cui ha realizzato 22 gol in campionato. GUARDA LA FOTOGALLERY
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Che potesse essere la giornata giusta per il ritorno del principe, in fondo, lo si poteva intuire pure prima di rivederlo di nuovo sorridente e felice. Perchè l'innaturale astinenza dal gol di Milito non è conclusa in una data qualsiasi, ma in un giorno di settembre tutt'altro che casuale: la sera del 22. Che per lui non è un numero come gli altri. Lo porta dai tempi del Saragozza, e lo ha voluto anche al ritorno in Italia.
E siccome anche al Genoa il 22 gli ha portato fortuna, il Principe ha voluto tenerselo pure per la nuova avventura nerazzurra. Dove Milito ha chiuso il primo anno in A con l'Inter, guarda un po', proprio a quota 22 gol. Anche se della prima annata a Milano, tutti gli interisti ricorderanno altre reti: sopratutto 2, quelle del Bernabeu. E a questo punto è inutile ricordare in che giorno è caduto il trionfo in Champions.
Era il 22 maggio, ed è stata la serata del 22. Quello dell'Inter, perchè anche nel Bayern, quella sera, qualcuno aveva quel numero sulle spalle. Il portiere Hans-Jorg Butt. Diversamente da Milito, lui la finale non la ricorda volentieri, e anzi, forse per i brutti ricordi che quel numero ancora gli evoca, quest'anno ha scelto l'1.
Milito no. Avanti con quel 22 che, ieri sera, ha dato speranza ai romanisti con Borriello e fatto felici quelli laziali con Floccari. Meno quelli del Milan, che ancora rimpiangono il loro grande numero 22: Kakà. La maglia del brasiliano più rimpianto è ora dell'uruguaiano Montelongo. Nemmeno convocato per la trasferta di Roma. Chissà, magari all'Olimpico poteva essere pure la sua serata...
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Che potesse essere la giornata giusta per il ritorno del principe, in fondo, lo si poteva intuire pure prima di rivederlo di nuovo sorridente e felice. Perchè l'innaturale astinenza dal gol di Milito non è conclusa in una data qualsiasi, ma in un giorno di settembre tutt'altro che casuale: la sera del 22. Che per lui non è un numero come gli altri. Lo porta dai tempi del Saragozza, e lo ha voluto anche al ritorno in Italia.
E siccome anche al Genoa il 22 gli ha portato fortuna, il Principe ha voluto tenerselo pure per la nuova avventura nerazzurra. Dove Milito ha chiuso il primo anno in A con l'Inter, guarda un po', proprio a quota 22 gol. Anche se della prima annata a Milano, tutti gli interisti ricorderanno altre reti: sopratutto 2, quelle del Bernabeu. E a questo punto è inutile ricordare in che giorno è caduto il trionfo in Champions.
Era il 22 maggio, ed è stata la serata del 22. Quello dell'Inter, perchè anche nel Bayern, quella sera, qualcuno aveva quel numero sulle spalle. Il portiere Hans-Jorg Butt. Diversamente da Milito, lui la finale non la ricorda volentieri, e anzi, forse per i brutti ricordi che quel numero ancora gli evoca, quest'anno ha scelto l'1.
Milito no. Avanti con quel 22 che, ieri sera, ha dato speranza ai romanisti con Borriello e fatto felici quelli laziali con Floccari. Meno quelli del Milan, che ancora rimpiangono il loro grande numero 22: Kakà. La maglia del brasiliano più rimpianto è ora dell'uruguaiano Montelongo. Nemmeno convocato per la trasferta di Roma. Chissà, magari all'Olimpico poteva essere pure la sua serata...