Prandelli: tempo e pazienza per riportare l'Italia in alto
CalcioIl ct illustra la sua ricetta per riportare la Nazionale ai massimi livelli: "Penso che la chiave sia provare a giocare un calcio di qualità, con fantasia. E' questo il percorso che dobbiamo seguire, bisogna sempre giocare per vincere''
L'album della Nazionale
Gioca a Fantascudetto
"Vogliamo colmare il gap, ma non è facile". Cesare Prandelli sta lavorando per riportare l'Italia al top del calcio internazionale. Il ct, subentrato a Marcello Lippi dopo i deludenti Mondiali di Sudafrica 2010, illustra la sua ricetta in un'intervista al sito della Fifa. "Penso che la chiave sia provare a giocare un calcio di qualità, con fantasia. E' questo il percorso che dobbiamo seguire: quando si cerca di mantenere il possesso palla e si gioca per vincere, i successi cominciano ad arrivare sul serio", dice.
Il nuovo ciclo azzurro è legato ai nomi di Antonio Cassano e Mario Balotelli. "Prima di fare qualsiasi cosa - afferma Prandelli - bisogna chiarire che fanno parte di un gruppo. E' sempre importante avere giocatori di personalità e talento, proprio come loro, ma è fondamentale che capiscano di dover aiutare la squadra". La ricostruzione, chiarisce il commissario tecnico, sarà un processo a medio-lungo termine. "Deve essere chiaro che sarà un iter lungo e che non sarà semplice. Detto questo, l'Italia è un paese con un ricco patrimonio calcistico. I grandi giocatori sono sempre venuti fuori, anche durante i periodi più complessi. Penso che sarà così anche in questo caso, il mio lavoro è trovare questi talenti e portarli in Nazionale".
"La ricostruzione - osserva Prandelli - non comincia solo con la Nazionale maggiore. Dobbiamo partire dalla base, dai ragazzini. Sono convinto che, in questo momento, vengono compiuti i passi giusti. Ma - ripete - si tratta di un processo che richiederà tempo e pazienza". In Sudafrica, l'Italia è uscita di scena nella prima fase dei Mondiali. "Vogliamo colmare il gap ma non è facile", dice Prandelli, che sta guidando gli azzurri nelle qualificazioni a Euro 2012.
"Prima di tutto, dobbiamo arrivare alla fase finale. Se pensiamo che la qualificazione sarà una formalità, ci sbagliamo di grosso. Dovremo mostrare qualità e carattere per qualificarci. Quando ci saremo riusciti, avremo tempo per pensare alla fase finale. Ora dobbiamo pensare solo agli ostacoli che abbiamo davanti", dice. "Non abbiamo ancora ottenuto niente. Per adesso, è importante aver ridato grandi motivazioni. Il discorso riguarda anche i tifosi: una delle priorità era migliorare il rapporto con i fans, mi pare che il messaggio sia stato recepito", spiega ancora. L'Italia, si sa, è un paese con circa 60 milioni di commissari tecnici. Le pressioni finora non hanno impedito a Prandelli di godersi il ruolo speciale.
"Mi è piaciuto in particolare il contatto con il pubblico. I tifosi ci hanno trattato in maniera meravigliosa, sostengono la squadra in maniera totale e questo mi spinge ad andare avanti. E' chiaro, fare il ct significa convivere con molta pressione ma questo non mi spaventa. Al contrario, è una sfida. Alla fine, non tutti hanno la possibilità di fare questo lavoro: è un vero privilegio", dice. "Sono entusiasta per le esperienze fatte sinora. Dal momento in cui ho assunto l'incarico, sapevo che sarebbe servito un periodo di ricostruzione. Ma i giocatori hanno mostrato entusiasmo nelle partite giocate, tutto è andato per il meglio".
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"Vogliamo colmare il gap, ma non è facile". Cesare Prandelli sta lavorando per riportare l'Italia al top del calcio internazionale. Il ct, subentrato a Marcello Lippi dopo i deludenti Mondiali di Sudafrica 2010, illustra la sua ricetta in un'intervista al sito della Fifa. "Penso che la chiave sia provare a giocare un calcio di qualità, con fantasia. E' questo il percorso che dobbiamo seguire: quando si cerca di mantenere il possesso palla e si gioca per vincere, i successi cominciano ad arrivare sul serio", dice.
Il nuovo ciclo azzurro è legato ai nomi di Antonio Cassano e Mario Balotelli. "Prima di fare qualsiasi cosa - afferma Prandelli - bisogna chiarire che fanno parte di un gruppo. E' sempre importante avere giocatori di personalità e talento, proprio come loro, ma è fondamentale che capiscano di dover aiutare la squadra". La ricostruzione, chiarisce il commissario tecnico, sarà un processo a medio-lungo termine. "Deve essere chiaro che sarà un iter lungo e che non sarà semplice. Detto questo, l'Italia è un paese con un ricco patrimonio calcistico. I grandi giocatori sono sempre venuti fuori, anche durante i periodi più complessi. Penso che sarà così anche in questo caso, il mio lavoro è trovare questi talenti e portarli in Nazionale".
"La ricostruzione - osserva Prandelli - non comincia solo con la Nazionale maggiore. Dobbiamo partire dalla base, dai ragazzini. Sono convinto che, in questo momento, vengono compiuti i passi giusti. Ma - ripete - si tratta di un processo che richiederà tempo e pazienza". In Sudafrica, l'Italia è uscita di scena nella prima fase dei Mondiali. "Vogliamo colmare il gap ma non è facile", dice Prandelli, che sta guidando gli azzurri nelle qualificazioni a Euro 2012.
"Prima di tutto, dobbiamo arrivare alla fase finale. Se pensiamo che la qualificazione sarà una formalità, ci sbagliamo di grosso. Dovremo mostrare qualità e carattere per qualificarci. Quando ci saremo riusciti, avremo tempo per pensare alla fase finale. Ora dobbiamo pensare solo agli ostacoli che abbiamo davanti", dice. "Non abbiamo ancora ottenuto niente. Per adesso, è importante aver ridato grandi motivazioni. Il discorso riguarda anche i tifosi: una delle priorità era migliorare il rapporto con i fans, mi pare che il messaggio sia stato recepito", spiega ancora. L'Italia, si sa, è un paese con circa 60 milioni di commissari tecnici. Le pressioni finora non hanno impedito a Prandelli di godersi il ruolo speciale.
"Mi è piaciuto in particolare il contatto con il pubblico. I tifosi ci hanno trattato in maniera meravigliosa, sostengono la squadra in maniera totale e questo mi spinge ad andare avanti. E' chiaro, fare il ct significa convivere con molta pressione ma questo non mi spaventa. Al contrario, è una sfida. Alla fine, non tutti hanno la possibilità di fare questo lavoro: è un vero privilegio", dice. "Sono entusiasta per le esperienze fatte sinora. Dal momento in cui ho assunto l'incarico, sapevo che sarebbe servito un periodo di ricostruzione. Ma i giocatori hanno mostrato entusiasmo nelle partite giocate, tutto è andato per il meglio".