Platini: da Uefa tolleranza zero. La Figc: siamo fiduciosi
CalcioLa Uefa apre un'inchiesta sugli scontri di Genova, la Federcalcio rimborsa i biglietti: abbiamo la coscienza a posto. E' bufera su Maroni: Pd e Idv attaccano il ministro degli Interni: "Deve dimettersi subito". GUARDA I VIDEO E LE FOTO
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Il presidente dell'Uefa è intervenuto sulle violenze di Genova con una nota diffusa dalla confederazione europea. "Di ritorno dall'Olanda - ha detto Platini - ho visto le immagini della partita Italia-Serbia di ieri e ne sono rimasto choccato. Ho troppi brutti ricordi di violenza nel calcio. Ora aspetto i risultati dell'inchiesta e le decisioni degli organi disciplinari, e ricordo a tutti che l'Uefa ha una politica di tolleranza zero contro la violenza negli stadi". "La collaborazione delle autorità è la chiave per combattere questa piaga - conclude Platini - e la chiederò ai più alti livelli ai paesi che ne sono interessati".
La Federcalcio: coscienza a posto - "Aspettiamo con fiducia il verdetto dell'Uefa: noi abbiamo la coscienza a posto perché, insieme alla polizia italiana, abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare". Queste le parole del direttore generale della Figc, Antonello Valentini, al termine della riunione dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. "Certo si poteva fare meglio - ha aggiunto - Ma solo a condizione di mettere in campo una squadra internazionale. L'Uefa ha aperto un fascicolo d'inchiesta e aspetterà il referto dell'arbitro e la relazione del delegato. Noi provvederemo, da parte nostra, ad implementare la nostra documentazione (anche con altri video). Poi aspetteremo la decisione della commissione disciplinare il 28. Se faremo ricorso? Vedremo, la gamma di sanzioni applicabili è molto ampia. Di certo, torneremo a giocare a Genova", ha concluso Valentini, ribadendo che i biglietti saranno rimborsati.
L'inchiesta della Uefa - La Uefa apre un'inchiesta sugli scontri di Genova. Una volta completato il dossier con l'assistenza dei referti di arbitro e delegato, la questione verrà sottoposta all'indipendente commissione disciplinare "per ulteriori esami e possibili sanzioni", che potrebbero andare dalla diffida alla multa, fino alla "chiusura dello stadio o alla squalifica dalle competizioni in corso e/o esclusione da future competizioni". La data proposta per la riunione dell'organo di disciplina e controllo è giovedì 28 ottobre. Il portavoce della Uefa Rob Faulkner ha nel frattempo spiegato che "oltre alla responsabilità di chi provoca incidenti, i regolamenti Uefa prevedono anche quella della Federazione che organizza la partita e che deve garantire la sicurezza nello stadio e il regolare svolgimento dell'incontro". Nel corso della giornata, com'era prevedibile, si sono moltiplicate le reazioni politiche e le proteste internazionali per l'accaduto.
Dalla Serbia critiche alla polizia - "La polizia italiana poteva far meglio". Ivica Dacic, ministro degli Interni serbo, critica le forze dell'ordine italiane per la gestione dell'ordine pubblico. Il ministro rimanda al mittente le critiche: "La polizia italiana sarebbe potuta intervenire in modo migliore. Non avrebbero dovuto permettere ai tifosi di entrare allo stadio portando quelle cose, a Belgrado non sarebbe accaduto", sostiene Dacic.
Rimborso del biglietto - Rimborso del biglietto in vista per i tifosi che ieri erano presenti allo stadio Luigi Ferraris e che sono stati costretti ad abbandonarlo dalla violenza degli ultras serbi. La Federcalcio ha intanto annunciato che sta valutando le modalità del rimborso, che saranno messe a punto nei prossimi giorni.
Il ministro Frattini: le scuse serbe - Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha ricevuto "scuse formali a nome del governo serbo" in una telefonata con il suo collega di Belgrado Vuk Jeremic. "La Serbia è vittima di questi gruppi criminali" ha detto Frattini ai giornalisti, sottolineando che sono loro che "si sono coperti di vergogna" e non la Serbia "un paese che noi aiutiamo ad andare verso l'Europa". Da parte del governo serbo c'è un "impegno fortissimo" per la cattura di questi criminali che dovranno ricevere "pene esemplari". "La responsabilità del governo serbo è oggi di reagire con assoluta durezza" ha aggiunto il titolare della Farnesina.
La polizia a Maroni: impossibile prevenire - Nella relazione dettagliata svolta questa mattina al ministro dell'Interno Roberto Maroni dopo i fatti di ieri a Genova, il capo della Polizia prefetto Antonio Manganelli ha fatto presente "che era impossibile impedire l'arrivo dei tifosi serbi, sia perché l'abolizione dei visti dalla Serbia rende impossibile il controllo alla frontiera, sia perché non ci sono state specifiche indicazioni sui movimenti dei tifosi da parte delle Autorità serbe che potessero consentire l'adozione di particolari misure di prevenzione". E' quanto rilevano al Viminale, aggiungendo che "dalla relazione è emerso che solo il comportamento responsabile delle Forze dell'ordine ha evitato incidenti ancora più gravi".
IDV: riferire in Parlamento - L'Italia dei valori chiede al governo di riferire al Parlamento sugli incidenti di ieri. Fabio Evangelisti prende la parola in aula alla Camera e si chiede: "E' mai possibile che i nostri servizi di sicurezza non fossero a conoscenza della presenza di questi gruppi? Che questi gruppi sono probabilmente gli stessi che hanno tentato di fermare il gay pride a Belgrado. Come mai, di fronte a neonazisti dichiarati, nessuno ha pensato a controllare? Ecco, su queste vicende, se il governo volesse gentilmente informare il Parlamento", conclude il deputato Idv.
Donadi: Maroni deve dimettersi - "Dopo la notte di guerriglia e devastazione di Genova il ministro dell'Interno ha il dovere di rassegnare le proprie dimissioni" afferma il presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi. "La pericolosità dei tifosi serbi -aggiunge Donadi- è nota in tutta Europa, si sa che sono organizzati in gruppi paramilitari e hanno avuto ruoli terribili nel corso delle guerre balcaniche. Nonostante tutto questo gli è stato permesso di entrare in Italia con l'intenzione di devastare una città. Nessuno, quindi, ci venga a dire che si è trattato di fatti imprevedibili. Solo la professionalità delle forze dell'ordine ha impedito incidenti ancora più gravi e vittime".
Il PD: spettacolo indecente - "Lo spettacolo offerto ieri in mondovisione dallo stadio di Genova, con un gruppo di ultrà serbi in grado di mettere a ferro e fuoco una città, il suo stadio e bloccare una partita di livello internazionale è un'indecenza di cui bisogna ricercare cause e responsabilità. Chiederemo al ministro Maroni, non prima di aver ringraziato le forze dell'ordine che ieri hanno evitato il peggio subendo ferimenti, di conoscere prima di tutto e nel dettaglio se lo stadio di Genova abbia i requisiti fondamentali di sicurezza necessari a fronteggiare una situazione come quella di ieri", dichiara Emanuele Fiano del Pd.
Mantica: sgomento dei vertici serbi - Da vertici serbi c'è stato "sgomento" per le immagini di Genova, ha testimoniato il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, che si trova in visita a Belgrado, parlanto con CNRmedia. "Con i vertici della Serbia abbiamo visto assieme la partita. Come minimo c'è stata una sensazione di sgomento. Stamattina un giornale serbo che pubblica l'immagine di quel tifoso con la maglietta con l'immagine della morte e titola questa è la morte della Serbia", ha detto Mantica. Da un punto di vista politico, Mantica ha sottolineato il vulnus che ha subito l'immagine di Belgrado. "Credo che per lo meno da un punto di vista politico l'immagine della Serbia sia stata molto danneggiata da questi sciagurati tifosi di calcio delle squadre di Belgrado".
Il PDL: interrogazione parlamentare - All'indomani dei disordini, il deputato del Pdl Roberto Cassinelli annuncia una interrogazione parlamentare nella quale chiederà che le autorità serbe partecipino alle spese per il ripristino dei danni provocati dai loro tifosi in trasferta per seguire la nazionale: "Sono rappresentanti indegni di un paese civile", afferma. E chiede al capitano Stankovic di scusarsi pubblicamente: "Sarebbe un grande gesto, come il suo gol a Marassi di un anno fa. Questi tifosi - aggiunge Cassinelli - mortificano i valori dello sport che dovrebbero essere sempre sostenuti, soprattutto quando si sfidano compagini nazionali".
La stampa serba: una notte di vergogna
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Italia-Serbia: gli scontri dai filmati su You Tube
Il presidente dell'Uefa è intervenuto sulle violenze di Genova con una nota diffusa dalla confederazione europea. "Di ritorno dall'Olanda - ha detto Platini - ho visto le immagini della partita Italia-Serbia di ieri e ne sono rimasto choccato. Ho troppi brutti ricordi di violenza nel calcio. Ora aspetto i risultati dell'inchiesta e le decisioni degli organi disciplinari, e ricordo a tutti che l'Uefa ha una politica di tolleranza zero contro la violenza negli stadi". "La collaborazione delle autorità è la chiave per combattere questa piaga - conclude Platini - e la chiederò ai più alti livelli ai paesi che ne sono interessati".
La Federcalcio: coscienza a posto - "Aspettiamo con fiducia il verdetto dell'Uefa: noi abbiamo la coscienza a posto perché, insieme alla polizia italiana, abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare". Queste le parole del direttore generale della Figc, Antonello Valentini, al termine della riunione dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. "Certo si poteva fare meglio - ha aggiunto - Ma solo a condizione di mettere in campo una squadra internazionale. L'Uefa ha aperto un fascicolo d'inchiesta e aspetterà il referto dell'arbitro e la relazione del delegato. Noi provvederemo, da parte nostra, ad implementare la nostra documentazione (anche con altri video). Poi aspetteremo la decisione della commissione disciplinare il 28. Se faremo ricorso? Vedremo, la gamma di sanzioni applicabili è molto ampia. Di certo, torneremo a giocare a Genova", ha concluso Valentini, ribadendo che i biglietti saranno rimborsati.
L'inchiesta della Uefa - La Uefa apre un'inchiesta sugli scontri di Genova. Una volta completato il dossier con l'assistenza dei referti di arbitro e delegato, la questione verrà sottoposta all'indipendente commissione disciplinare "per ulteriori esami e possibili sanzioni", che potrebbero andare dalla diffida alla multa, fino alla "chiusura dello stadio o alla squalifica dalle competizioni in corso e/o esclusione da future competizioni". La data proposta per la riunione dell'organo di disciplina e controllo è giovedì 28 ottobre. Il portavoce della Uefa Rob Faulkner ha nel frattempo spiegato che "oltre alla responsabilità di chi provoca incidenti, i regolamenti Uefa prevedono anche quella della Federazione che organizza la partita e che deve garantire la sicurezza nello stadio e il regolare svolgimento dell'incontro". Nel corso della giornata, com'era prevedibile, si sono moltiplicate le reazioni politiche e le proteste internazionali per l'accaduto.
Dalla Serbia critiche alla polizia - "La polizia italiana poteva far meglio". Ivica Dacic, ministro degli Interni serbo, critica le forze dell'ordine italiane per la gestione dell'ordine pubblico. Il ministro rimanda al mittente le critiche: "La polizia italiana sarebbe potuta intervenire in modo migliore. Non avrebbero dovuto permettere ai tifosi di entrare allo stadio portando quelle cose, a Belgrado non sarebbe accaduto", sostiene Dacic.
Rimborso del biglietto - Rimborso del biglietto in vista per i tifosi che ieri erano presenti allo stadio Luigi Ferraris e che sono stati costretti ad abbandonarlo dalla violenza degli ultras serbi. La Federcalcio ha intanto annunciato che sta valutando le modalità del rimborso, che saranno messe a punto nei prossimi giorni.
Il ministro Frattini: le scuse serbe - Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha ricevuto "scuse formali a nome del governo serbo" in una telefonata con il suo collega di Belgrado Vuk Jeremic. "La Serbia è vittima di questi gruppi criminali" ha detto Frattini ai giornalisti, sottolineando che sono loro che "si sono coperti di vergogna" e non la Serbia "un paese che noi aiutiamo ad andare verso l'Europa". Da parte del governo serbo c'è un "impegno fortissimo" per la cattura di questi criminali che dovranno ricevere "pene esemplari". "La responsabilità del governo serbo è oggi di reagire con assoluta durezza" ha aggiunto il titolare della Farnesina.
La polizia a Maroni: impossibile prevenire - Nella relazione dettagliata svolta questa mattina al ministro dell'Interno Roberto Maroni dopo i fatti di ieri a Genova, il capo della Polizia prefetto Antonio Manganelli ha fatto presente "che era impossibile impedire l'arrivo dei tifosi serbi, sia perché l'abolizione dei visti dalla Serbia rende impossibile il controllo alla frontiera, sia perché non ci sono state specifiche indicazioni sui movimenti dei tifosi da parte delle Autorità serbe che potessero consentire l'adozione di particolari misure di prevenzione". E' quanto rilevano al Viminale, aggiungendo che "dalla relazione è emerso che solo il comportamento responsabile delle Forze dell'ordine ha evitato incidenti ancora più gravi".
IDV: riferire in Parlamento - L'Italia dei valori chiede al governo di riferire al Parlamento sugli incidenti di ieri. Fabio Evangelisti prende la parola in aula alla Camera e si chiede: "E' mai possibile che i nostri servizi di sicurezza non fossero a conoscenza della presenza di questi gruppi? Che questi gruppi sono probabilmente gli stessi che hanno tentato di fermare il gay pride a Belgrado. Come mai, di fronte a neonazisti dichiarati, nessuno ha pensato a controllare? Ecco, su queste vicende, se il governo volesse gentilmente informare il Parlamento", conclude il deputato Idv.
Donadi: Maroni deve dimettersi - "Dopo la notte di guerriglia e devastazione di Genova il ministro dell'Interno ha il dovere di rassegnare le proprie dimissioni" afferma il presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi. "La pericolosità dei tifosi serbi -aggiunge Donadi- è nota in tutta Europa, si sa che sono organizzati in gruppi paramilitari e hanno avuto ruoli terribili nel corso delle guerre balcaniche. Nonostante tutto questo gli è stato permesso di entrare in Italia con l'intenzione di devastare una città. Nessuno, quindi, ci venga a dire che si è trattato di fatti imprevedibili. Solo la professionalità delle forze dell'ordine ha impedito incidenti ancora più gravi e vittime".
Il PD: spettacolo indecente - "Lo spettacolo offerto ieri in mondovisione dallo stadio di Genova, con un gruppo di ultrà serbi in grado di mettere a ferro e fuoco una città, il suo stadio e bloccare una partita di livello internazionale è un'indecenza di cui bisogna ricercare cause e responsabilità. Chiederemo al ministro Maroni, non prima di aver ringraziato le forze dell'ordine che ieri hanno evitato il peggio subendo ferimenti, di conoscere prima di tutto e nel dettaglio se lo stadio di Genova abbia i requisiti fondamentali di sicurezza necessari a fronteggiare una situazione come quella di ieri", dichiara Emanuele Fiano del Pd.
Mantica: sgomento dei vertici serbi - Da vertici serbi c'è stato "sgomento" per le immagini di Genova, ha testimoniato il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, che si trova in visita a Belgrado, parlanto con CNRmedia. "Con i vertici della Serbia abbiamo visto assieme la partita. Come minimo c'è stata una sensazione di sgomento. Stamattina un giornale serbo che pubblica l'immagine di quel tifoso con la maglietta con l'immagine della morte e titola questa è la morte della Serbia", ha detto Mantica. Da un punto di vista politico, Mantica ha sottolineato il vulnus che ha subito l'immagine di Belgrado. "Credo che per lo meno da un punto di vista politico l'immagine della Serbia sia stata molto danneggiata da questi sciagurati tifosi di calcio delle squadre di Belgrado".
Il PDL: interrogazione parlamentare - All'indomani dei disordini, il deputato del Pdl Roberto Cassinelli annuncia una interrogazione parlamentare nella quale chiederà che le autorità serbe partecipino alle spese per il ripristino dei danni provocati dai loro tifosi in trasferta per seguire la nazionale: "Sono rappresentanti indegni di un paese civile", afferma. E chiede al capitano Stankovic di scusarsi pubblicamente: "Sarebbe un grande gesto, come il suo gol a Marassi di un anno fa. Questi tifosi - aggiunge Cassinelli - mortificano i valori dello sport che dovrebbero essere sempre sostenuti, soprattutto quando si sfidano compagini nazionali".