Marassi, la notte della vergogna: cosa rischia l'Italia
CalcioI due giorni più neri del calcio italiano. Tolleranza zero, adesso la invocano tutti. A cominciare da Platini. Ma adesso bisogna capire cosa deciderà l'Uefa. Intanto, i serbi accusano: a Belgrado il capo della polizia sarebbe stato cacciato. VIDEO E FOTO
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Su una cosa sono tutti d'accordo: nella notte di Marassi si è rischiato un altro Heysel. Come si dice sempre davanti a immagini come queste, poteva scapparci il morto. Se non è successo è merito della fortuna e della risposta delle forze dell'ordine, come rivendica il ministro dell'Interno Maroni. E già qui non sono più tutti d'accordo, perché dalla Serbia nello stesso momento il vicepremier Ivica Dacic provava a coinvolgere nelle responsabilità degli scontri proprio la polizia italiana: "Se qualcuno avesse assaltato il pullman e avesse attaccato la squadra ospite, questa sarebbe responsabilità della polizia di quel paese. Se questo fosse successo a Belgrado il capo della polizia sarebbe stato immediatamente mandato via".
Tolleranza zero, adesso la invocano tutti. A cominciare dal presidente dell'Uefa Platini, uno che all'Heysel c'era e che ora confida all'Equipe di essere rimasto scioccato e di aspettare solo i risultati dell'inchiesta per usare la mano pesante. Lo 0-3 a tavolino e una grossa multa sembrano il minimo, visto l'unico precedente di partite di nazionali europee interrotte per intemperanze dei tifosi. Danimarca-Svezia, qualificazioni a Euro 2008. All'89' minuto un ultrà danese entrò in campo e diede un pugno allo stomaco all'arbitro Fandel. La Danimarca venne punita con la sconfitta 0-3 a tavolino e con due gare a porte chiuse.
Vista la gravità degli incidenti di Genova e la premeditazione, è logico pensare che alla Serbia andrà peggio. Se passasse la linea dura, Stankovic e compagni rischierebbero l'esclusione dagli Europei. Il 28 ottobre l'Uefa comunicherà le sue decisioni dopo aver letto il referto dell'arbitro e del proprio delegato. Ma molto dipenderà dalla valutazione sulla gravità dei fatti che farà la commissione disciplinare. Da quella dipende anche la posizione dell'Italia: se vittima della violenza degli ultrà serbi o in qualche modo co-responsabile per non aver saputo prevederla e disinnescarla.
L'articolo 4 del regolamento Uefa recita: "L'associazione ospitante è responsabile dell'ordine e della sicurezza, prima, durante e dopo la gara". L'Uefa vuole indagare sul sistema di sicurezza per una partita che si preannunciava delicata. Troppi gli oggetti introdotti nel Ferraris: dai fumogeni che hanno rischiato di colpire anche Viviano, alle tronchesine con cui il famigerato Ivan tagliava le recinzioni, fino ai petardi e alle bombe carta. Anche Blatter ha già fatto sapere come la pensa:"Se Italia-Serbia si fosse giocata in Inghilterra non avremmo mai visto quello che è accaduto a Genova".
Modello inglese a parte, forse sarebbe bastato anche il modello italiano, daspo più tessera del tifoso. O forse no, se sono vere le accuse del presidente della Federcalcio serba, Tomislav Karadzic: "Sono sicuro che i mandanti degli incidenti sono a Belgrado. Questo non è solo un attacco alla federazione serba, e non solo un attacco sul calcio, è stata una vergogna e l'intera Europa vi ha assistito". Anche su questo possiamo essere tutti d'accordo.
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Tolleranza zero, adesso la invocano tutti. A cominciare dal presidente dell'Uefa Platini, uno che all'Heysel c'era e che ora confida all'Equipe di essere rimasto scioccato e di aspettare solo i risultati dell'inchiesta per usare la mano pesante. Lo 0-3 a tavolino e una grossa multa sembrano il minimo, visto l'unico precedente di partite di nazionali europee interrotte per intemperanze dei tifosi. Danimarca-Svezia, qualificazioni a Euro 2008. All'89' minuto un ultrà danese entrò in campo e diede un pugno allo stomaco all'arbitro Fandel. La Danimarca venne punita con la sconfitta 0-3 a tavolino e con due gare a porte chiuse.
Vista la gravità degli incidenti di Genova e la premeditazione, è logico pensare che alla Serbia andrà peggio. Se passasse la linea dura, Stankovic e compagni rischierebbero l'esclusione dagli Europei. Il 28 ottobre l'Uefa comunicherà le sue decisioni dopo aver letto il referto dell'arbitro e del proprio delegato. Ma molto dipenderà dalla valutazione sulla gravità dei fatti che farà la commissione disciplinare. Da quella dipende anche la posizione dell'Italia: se vittima della violenza degli ultrà serbi o in qualche modo co-responsabile per non aver saputo prevederla e disinnescarla.
L'articolo 4 del regolamento Uefa recita: "L'associazione ospitante è responsabile dell'ordine e della sicurezza, prima, durante e dopo la gara". L'Uefa vuole indagare sul sistema di sicurezza per una partita che si preannunciava delicata. Troppi gli oggetti introdotti nel Ferraris: dai fumogeni che hanno rischiato di colpire anche Viviano, alle tronchesine con cui il famigerato Ivan tagliava le recinzioni, fino ai petardi e alle bombe carta. Anche Blatter ha già fatto sapere come la pensa:"Se Italia-Serbia si fosse giocata in Inghilterra non avremmo mai visto quello che è accaduto a Genova".
Modello inglese a parte, forse sarebbe bastato anche il modello italiano, daspo più tessera del tifoso. O forse no, se sono vere le accuse del presidente della Federcalcio serba, Tomislav Karadzic: "Sono sicuro che i mandanti degli incidenti sono a Belgrado. Questo non è solo un attacco alla federazione serba, e non solo un attacco sul calcio, è stata una vergogna e l'intera Europa vi ha assistito". Anche su questo possiamo essere tutti d'accordo.
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