Prandelli: convocare gli oriundi non sarà più un problema

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Il ct dell'Italia: ''Se uno straniero ha la cittadinanza italiana, per me è italiano''. E su Cassano: "Gli telefonai quando tutti gli davano contro, perché io sono così. Quando tutti sono contro uno solo, mi chiedo perché. Era solo un modo di sostenerlo"

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Nazionale ma non solo per il ct azzurro Cesare Prandelli che, parlando con gli studenti del Master internazionale di strategia e pianificazione dell'organizzazione degli eventi e degli impianti sportivi 2010-11, ha affrontato diversi argomenti e risposto alle domande su Antonio Cassano. "Gli telefonai quando tutti gli davano contro, perché io sono così. Quando tutti sono contro uno solo, mi chiedo perché. Era solo un modo di sostenerlo". Non si è parlato del futuro azzurro di Cassano, ma la sensazione è che Prandelli lo chiamerà presto. Poi sugli oriundi (si parla di una convocazione di Thiago Motta): "non è più un problema. Siamo oltre. Se uno straniero lavora in Italia, è regolare e ha la cittadinanza italiana, per me è italiano. Ormai siamo oltre, è un problema che non dovremmo nemmeno affrontare. Noi dobbiamo avere un comportamento che serva anche di esempio".

Come a dire che l'integrazione si fa più con i fatti che con le parole. Poi il lavoro di Prandelli
ct: "Il campo mi manca, ma se penso ai miei colleghi appena finiscono le partite, le interviste e le pressioni, allora sono già più sereno. Noi comunque facciamo una riunione settimanale con tutto lo staff, seguiamo tutte le partite del campionato e poi, se valutiamo che un giocatore possa essere interessante per noi, lo seguiamo per alcune gare consecutive". Inevitabile parlare del futuro. "La nostra idea - ha spiegato Prandelli - è quella di avere un gruppo di una trentina di giocatori su cui puntare. Da qui si puo' iniziare ad avere un rapporto settimanale con questi giocatori"