Che fine hanno fatto? Vasari, una punta buona come il pane
CalcioHa sempre lavorato per guadagnarsi da vivere, poi il grande salto tra i professionisti e l'esrodio in a col Cagliari. Speedy Vasari gestisce un panificio accanto al Barbera, lo stadio che lo vide in campo nella promozione in A del Palermo. FOTO E VIDEO
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Ogni mattina, puntuale, Gaetano Vasari si reca al Barbera quasi come dovesse fare il lavoro che per quindici anni lo ha tenuto impegnato: tirare calci a un pallone. Oggi, invece, nonostante la meta, lo stadio sia sempre lo stesso, Tanino si reca nel panificio acquistato perché "qualcosa dopo il calcio dovevo fare - spiega - sono di Borgovecchio, sono abituato a lavorare sin da ragazzino e ho comprato questo bel panificio proprio di fianco al Barbera".
Un modo, non del tutto singolare, di guadagnarsi il pane come fece quando, per trovare un ingaggio più alto e aiutare la famiglia faceva impazzire i difensori. Velocissimo sulla fascia destra a tal punto che fu soprannominato Speedy Vasari, il piccolo attaccante giocò nel Palermo "dei picciotti" dei vari Galeoto e Tedesco eordendo in maglia rosanero con una doppietta al Parma, quello di Zola e Stoichkov.
Eppure l'esordio in serie A avvenne solo più tardi, a 27 anni, sempre su un'isola ma con la maglia del Cagliari dopo una straordinaria promozione dalla B. Ignazio Arcoleo il suo mentore, Giampiero Ventura l'allenatore che poi lo volle fortemente alla Sampdoria che sfiorò, per un punto, la promozione in serie A nella stagione 2000-2001. La salvezza con il Lecce è tra i ricordi più vivi della carriera: "Dovevamo vincere contro la Lazio, perdevamo uno a zero e poi segnai due gol, fu un'emozione bellissima raggiungere quel traguardo".
Poi l'occasione di tornare a Palermo per conquistare la promozione in serie A frutto di una promessa fatta a papà Ferdinando scomparso per un male incurabile: "A Cesena avevo un buon contratto, sapevo che a Palermo avrei guadagnato a gettone. Ho rischiato di non prendere neanche un euro e poi abbiamo ottenuto la promozione in A e da palermitano è un'emozione grande".
E l'unico gol di quella stagione arrivò proprio in quell'ultima giornata con il Bari: "Filippini ha colpito la traversa, io ero in una posizione difficile per fare gol, sono convinto che quella palla l'ha spinta qualcuno da lassù, l'ha spinta mio padre e ha esultato con me". La passione per il calcio è rimasta e Tanino, accanto al lavoro, si diverte in Promozione con la maglia della Palermitana, che non è rosanero, ma poco importa.
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Ogni mattina, puntuale, Gaetano Vasari si reca al Barbera quasi come dovesse fare il lavoro che per quindici anni lo ha tenuto impegnato: tirare calci a un pallone. Oggi, invece, nonostante la meta, lo stadio sia sempre lo stesso, Tanino si reca nel panificio acquistato perché "qualcosa dopo il calcio dovevo fare - spiega - sono di Borgovecchio, sono abituato a lavorare sin da ragazzino e ho comprato questo bel panificio proprio di fianco al Barbera".
Un modo, non del tutto singolare, di guadagnarsi il pane come fece quando, per trovare un ingaggio più alto e aiutare la famiglia faceva impazzire i difensori. Velocissimo sulla fascia destra a tal punto che fu soprannominato Speedy Vasari, il piccolo attaccante giocò nel Palermo "dei picciotti" dei vari Galeoto e Tedesco eordendo in maglia rosanero con una doppietta al Parma, quello di Zola e Stoichkov.
Eppure l'esordio in serie A avvenne solo più tardi, a 27 anni, sempre su un'isola ma con la maglia del Cagliari dopo una straordinaria promozione dalla B. Ignazio Arcoleo il suo mentore, Giampiero Ventura l'allenatore che poi lo volle fortemente alla Sampdoria che sfiorò, per un punto, la promozione in serie A nella stagione 2000-2001. La salvezza con il Lecce è tra i ricordi più vivi della carriera: "Dovevamo vincere contro la Lazio, perdevamo uno a zero e poi segnai due gol, fu un'emozione bellissima raggiungere quel traguardo".
Poi l'occasione di tornare a Palermo per conquistare la promozione in serie A frutto di una promessa fatta a papà Ferdinando scomparso per un male incurabile: "A Cesena avevo un buon contratto, sapevo che a Palermo avrei guadagnato a gettone. Ho rischiato di non prendere neanche un euro e poi abbiamo ottenuto la promozione in A e da palermitano è un'emozione grande".
E l'unico gol di quella stagione arrivò proprio in quell'ultima giornata con il Bari: "Filippini ha colpito la traversa, io ero in una posizione difficile per fare gol, sono convinto che quella palla l'ha spinta qualcuno da lassù, l'ha spinta mio padre e ha esultato con me". La passione per il calcio è rimasta e Tanino, accanto al lavoro, si diverte in Promozione con la maglia della Palermitana, che non è rosanero, ma poco importa.