Cabala Inter, misteri e magie della maglia numero 7
CalcioUna strana legge fa sì che in nerazzurro si alternino, vestendo la mitica casacca con il 7, campioni come Figo e bidoni come Van der Meyde o Quaresma. Tutti di professione ala destra: finché non è arrivato un certo Pazzini... GUARDA LA FOTOGALLERY
Da Pacheco a Pazzini: alti e bassi con la numero 7
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di Vanni Spinella
La maglia di Nino, quello che aveva paura di tirare un calcio di rigore, stavolta è finita sulle spalle del “Pazzo”.
Cantata da De Gregori, consegnata alla storia da George Best, resa fashion da David Beckham e Cristiano Ronaldo. La mitica “numero 7”, da sempre maglia riservata all’ala destra, in nerazzurro ha vissuto alti e bassi. In modo quasi scientifico, negli anni si sono alternati grandi campioni e flop clamorosi.
Su con Bianchi, ala destra numero sette dello scudetto dei record, giù con Orlandini e Fresi qualche anno dopo. Di nuovo su con lo “sciuscià” Moriero, braccio destro (o piede?) di Ronaldo nell’Inter di Simoni; nel baratro con Robbie Keane e con la meteora Pacheco.
La crisi delle ali continua con Sergio Conceicao e Van der Meyde, incompresi e a tratti incomprensibili. Fino alla rinascita, grazie alla più grande ala destra del calcio moderno: Luis Figo. Il nuovo crollo quando il portoghese la lasciò in eredità al suo connazionale Quaresma.
Oggi, dopo qualche mese nella naftalina, la 7 torna a spiccare il volo grazie a Pazzini. Con l’Inter che per battere il Palermo suda sette camicie, ma alla fine è al settimo cielo.
Il 7 dell’ala sulle spalle di un centravanti. “Alla Cantona”, sogno mai realizzato di Moratti. Uno che diceva di conoscere un solo modo di tirare i rigori: "segnarli".
Il "Pazzo" il rigore se l’è procurato, ma non se l’è sentita di tirarlo. Forse sarebbe stato troppo. Forse, con quella maglia addosso, si è sentito come Nino, e per un attimo ha avuto un po' di paura anche lui.
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La maglia di Nino, quello che aveva paura di tirare un calcio di rigore, stavolta è finita sulle spalle del “Pazzo”.
Cantata da De Gregori, consegnata alla storia da George Best, resa fashion da David Beckham e Cristiano Ronaldo. La mitica “numero 7”, da sempre maglia riservata all’ala destra, in nerazzurro ha vissuto alti e bassi. In modo quasi scientifico, negli anni si sono alternati grandi campioni e flop clamorosi.
Su con Bianchi, ala destra numero sette dello scudetto dei record, giù con Orlandini e Fresi qualche anno dopo. Di nuovo su con lo “sciuscià” Moriero, braccio destro (o piede?) di Ronaldo nell’Inter di Simoni; nel baratro con Robbie Keane e con la meteora Pacheco.
La crisi delle ali continua con Sergio Conceicao e Van der Meyde, incompresi e a tratti incomprensibili. Fino alla rinascita, grazie alla più grande ala destra del calcio moderno: Luis Figo. Il nuovo crollo quando il portoghese la lasciò in eredità al suo connazionale Quaresma.
Oggi, dopo qualche mese nella naftalina, la 7 torna a spiccare il volo grazie a Pazzini. Con l’Inter che per battere il Palermo suda sette camicie, ma alla fine è al settimo cielo.
Il 7 dell’ala sulle spalle di un centravanti. “Alla Cantona”, sogno mai realizzato di Moratti. Uno che diceva di conoscere un solo modo di tirare i rigori: "segnarli".
Il "Pazzo" il rigore se l’è procurato, ma non se l’è sentita di tirarlo. Forse sarebbe stato troppo. Forse, con quella maglia addosso, si è sentito come Nino, e per un attimo ha avuto un po' di paura anche lui.