Fabbri: io, prima vittima del mangia-allenatori Zamparini
CalcioL'INTERVISTA. Dopo la cacciata di Rossi dal Palermo, parla lo scopritore di Fabio Capello, primo di una infinita serie di tecnici esonerati dall'attuale patron rosanero. Gibì, 85 anni, dice: "Non lo riconosco più. La mia fortuna? Incontrarlo poche volte"
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di ALFREDO ALBERICO
Giovan Battista Fabbri è l'allenatore che scoprì Fabio Capello. Ex Spal e sulla panchina del Vicenza dal 1976 al 1979, vanta tra i suoi discepoli Paolo Rossi, il Pablito del Mondiale spagnolo. Fabbri, detto Gibì, è anche il primo dei 29 tecnici esonerati da Maurizio Zamparini, l'attuale presidente del Palermo, che al Venezia-Mestre, nella stagione 1988-1989, ebbe alle sue dipendenze proprio il tecnico emiliano.
Da tempo fuori dal giro del calcio, oggi 85enne, vive in provincia di Bologna, a San Pietro Casale, e dalle sue parti è una specie di totem. Lo è a tal punto che trascorre buona parte delle giornate tra premiazioni ed eventi mondani. L'ultimo lo ha visto protagonista al Carnevale di Cento. Un bel modo per trascorre gli anni della pensione. La prima vittima del "mangia-allenatori", che di quella esperienza ha tutto sommato un dolce ricordo, preferisce però parlare di "mancata conferma" e non di esonero.
Al di là delle definizioni, Fabbri, alla fine lei dovette fare le valigie...
"Sì, e Zamparini non mi spiegò nemmeno perché. Sarei rimasto volentieri, ma capii che voleva puntare su qualche giovane. E allora accettai serenamente quella scelta".
Fabbri-Zamparini, che rapporto è stato?
“Non abbiamo mai litigato. Facevo il mio lavoro senza alcuna interferenza della società. Andavo al campo per gli allenamenti e quando avevo modo di vederlo parlavamo del più e del meno. Il nostro rapporto è stato sempre basato sul massimo rispetto”.
Dice sul serio? Davvero non ci fu nemmeno un problema tra voi in quella stagione?
"Non avevamo punte di ruolo, ma provammo ad andare avanti lo stesso. Quando ci accorgemmo delle difficoltà fu tardi per rimediare. Ma quel campionato tutto sommato andò bene. Zamparini accettò i miei consigli. Mi diede fiducia e mi lasciò lavorare in piena autonomia".
Roba da non crederci se si pensa al difficile rapporto che negli anni ha avuto con tutti i suoi allenatori. Cosa ne pensa?
"Che ha un carattere difficile, avrebbe bisogno di più equilibrio. Credo poi che certe cose, l'allontanamento di un allenatore o di un giocatore, vadano discusse innanzitutto nello spogliatoio o in un faccia a faccia. Lui, invece, parte in quinta. A volte ho la tentazione di telefonargli o almeno di parlarne con voi giornalisti. A freddo faccio un passo indietro".
Delio Rossi è l'ultimo esonerato. Vuole dirgli qualcosa?
"Non ha colpe. E' un bravo allenatore e il Palermo una buona squadra. Il calcio però è anche questo. A Cosmi, che lo ha sostituito, faccio invece il mio in bocca al lupo. Non sarà facile per lui".
E a Zamparini?
"Non lo riconosco più. A distanza di tanti anni penso che la mia fortuna sia stata quella di averlo incontrato poche volte. Presidente, però lei deve stare più calmo...".
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