Lo strano caso Donati: in campo, da ex, per 3 secondi
CalcioGiulio, difensore classe 1990, protagonista del cambio più strano della domenica: De Canio lo butta nella mischia, tre secondi dopo Orsato fischia la fine. Per Donati un altro brutto ricordo di San Siro, dopo il 4-0 col Milan e quella sgridata da Toldo...
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di Matteo Veronese
Lo strano caso dell'ex Donati. San Siro, domenica 19 marzo, Inter-Lecce, 94' minuto di gioco. Salentini all'ultimo assalto, pronti a battere una rimessa laterale in zona d'attacco. Orsato fischia e lo stadio esplode di gioia: 1-0, tre punti, -2 dal Milan capolista e tutti con la mente rivolta al derby del 2 aprile. E invece no, Orsato sorride, prova a spiegare che ha fatto solo un fischio, e che c'è un cambio in vista. Esce Tomovic, difensore, ed entra Donati... difensore!
Stop: Giulio Donati, classe 1990, difensore del Lecce arrivato a giugno in prestito dall'Inter. Rewind: Inter-Livorno di Coppa Italia, 16 dicembre 2009, 1-0 con gol su punizione gioiello del solito Wesley Sneijder, Mourinho in panchina, Donati in fascia destra e Toldo in porta. Rimessa laterale, Donati si avvicina per raccogliere il pallone e, in uno stadio mezzo vuoto e molto infreddolito, un ragazzino dal primo anello chiama Giulio. Avranno la stessa età, magari sono compagni di classe. Giulio si distrae un secondo, ricambia il saluto e si becca un urlaccio dal "vecchio" Toldo, pure capitano quella sera: "Giulio, concentrato!". Ecco, questo era l'ultimo, e unico, ricordo di Donati a San Siro con l'Inter. Perché il Mezza è palcoscenico di un'altra tappa importante della carriera di Giulio, anche se l'Inter non c'entra. Serie A 2010-2011, prima giornata, Milan-Lecce. Per un ragazzo cresciuto nelle giovanili nerazzurre il derby è un sogno, e questo è quasi un derby: finirà 4-0, con tanto di presentazione di Ibrahimovic durante l'intervallo. Una serata da dimenticare in fretta...
Avanti veloce, di nuovo 19 marzo 2011: Donati viene chiamato da De Canio, forse non si scalda nemmeno, le telecamere non lo inquadrano neppure. Tomovic non si avvicina alla panchina, per guadagnare secondi esce dall'altra parte del campo e nega a Giulio l'inquadratura. Chissà cosa avrà pensato, Giulio, in quei momenti: "Entro io? E perché non Coppola, o Grossmuller, centrocampista col gol facile? Ecco, magari è il mio momento, ora vado in mezzo all'area e pareggio". Un secondo, rimessa battuta. Due secondi, Stankovic, pure lui entrato da pochi secondi, stacca di testa e respinge. Tre secondi, palla di nuovo fuori, Orsato fischia, stavolta tre volte. Finita, Donati neppure è arrivato in area, ha fatto pochi passi. Di questa storia resta un cambio inspiegabile (anche per i tifosi sul web) e la voglia di riscatto di un ventenne che probabilmente a fine stagione tornerà alla base e avrà modo di regalarsi altri ricordi a San Siro, più piacevoli.
di Matteo Veronese
Lo strano caso dell'ex Donati. San Siro, domenica 19 marzo, Inter-Lecce, 94' minuto di gioco. Salentini all'ultimo assalto, pronti a battere una rimessa laterale in zona d'attacco. Orsato fischia e lo stadio esplode di gioia: 1-0, tre punti, -2 dal Milan capolista e tutti con la mente rivolta al derby del 2 aprile. E invece no, Orsato sorride, prova a spiegare che ha fatto solo un fischio, e che c'è un cambio in vista. Esce Tomovic, difensore, ed entra Donati... difensore!
Stop: Giulio Donati, classe 1990, difensore del Lecce arrivato a giugno in prestito dall'Inter. Rewind: Inter-Livorno di Coppa Italia, 16 dicembre 2009, 1-0 con gol su punizione gioiello del solito Wesley Sneijder, Mourinho in panchina, Donati in fascia destra e Toldo in porta. Rimessa laterale, Donati si avvicina per raccogliere il pallone e, in uno stadio mezzo vuoto e molto infreddolito, un ragazzino dal primo anello chiama Giulio. Avranno la stessa età, magari sono compagni di classe. Giulio si distrae un secondo, ricambia il saluto e si becca un urlaccio dal "vecchio" Toldo, pure capitano quella sera: "Giulio, concentrato!". Ecco, questo era l'ultimo, e unico, ricordo di Donati a San Siro con l'Inter. Perché il Mezza è palcoscenico di un'altra tappa importante della carriera di Giulio, anche se l'Inter non c'entra. Serie A 2010-2011, prima giornata, Milan-Lecce. Per un ragazzo cresciuto nelle giovanili nerazzurre il derby è un sogno, e questo è quasi un derby: finirà 4-0, con tanto di presentazione di Ibrahimovic durante l'intervallo. Una serata da dimenticare in fretta...
Avanti veloce, di nuovo 19 marzo 2011: Donati viene chiamato da De Canio, forse non si scalda nemmeno, le telecamere non lo inquadrano neppure. Tomovic non si avvicina alla panchina, per guadagnare secondi esce dall'altra parte del campo e nega a Giulio l'inquadratura. Chissà cosa avrà pensato, Giulio, in quei momenti: "Entro io? E perché non Coppola, o Grossmuller, centrocampista col gol facile? Ecco, magari è il mio momento, ora vado in mezzo all'area e pareggio". Un secondo, rimessa battuta. Due secondi, Stankovic, pure lui entrato da pochi secondi, stacca di testa e respinge. Tre secondi, palla di nuovo fuori, Orsato fischia, stavolta tre volte. Finita, Donati neppure è arrivato in area, ha fatto pochi passi. Di questa storia resta un cambio inspiegabile (anche per i tifosi sul web) e la voglia di riscatto di un ventenne che probabilmente a fine stagione tornerà alla base e avrà modo di regalarsi altri ricordi a San Siro, più piacevoli.