Leonardo si ripete: non sarò dirigente, a volte mi caccerei

Calcio
Leonardo si sgola dalla panchina con Milito in Champions (Getty)
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Disse la stessa cosa quand'era al Milan: "Quando finirà la mia avventura come allenatore finirà il mio rapporto con l'Inter" ha rivelato il tecnico nerazzurro nella conferenza stampa alla vigilia della gara di campionato con il Chievo. L'ALBUM

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Leonardo è molto chiaro nel delineare il suo futuro e spazza via in men che non si dica le voci che si erano inseguite dopo le due sconfitte (contro il Milan e lo Shalke 04) secondo le quali per lui ci sarebbe potuto essere un futuro da dirigente nerazzurro. No, per lui non ci sarà un futuro da dirigente nell'Inter. "Quando finirà la mia avventura come allenatore, finirà il mio rapporto con l'Inter", ha detto lo stesso tecnico nerazzurro nella conferenza stampa alla vigilia della gara di campionato con il Chievo. Nei giorni scorsi il presidente Massimo Moratti aveva fatto capire che per il brasiliano poteva esserci un futuro in società. Leonardo ha poi spiegato che, avendo un lungo passato da dirigente (nel Milan), gli capita di guardare alle cose dell'Inter come se lo fosse "e certe volte mi caccerei". "E' una battuta...", ha aggiunto però più tardi.

"A volte ho ancora una visione da dirigente anche nei miei confronti. Ma io sono arrivato qui per fare l'allenatore. Non ho mai avuto un progetto da dirigente all'Inter. Non c'è mai stato questo dubbio". Leonardo rialza la testa dopo la terribile settimana vissuta dalla sua Inter. Prima il ko nel derby e il virtuale addio allo scudetto. Poi  la batosta casalinga per 5-2 contro lo Schalke 04 nell'andata dei quarti di finale di Champions.

"Hanno detto che volevo dare le dimissioni... Ma non avevo voce e non sono riuscito a dire niente... -dice il tecnico brasiliano-. A volte mi caccerei... ma è solo una battuta. Mi hanno chiamato a dicembre per un incarico specifico: io sono l'allenatore dell'Inter e voglio essere giudicato come tale, punto. Sto facendo il mio lavoro con la massima passione possibile, non ho paura di perdere qualcosa: se succederà qualcosa, succedera"', ripete.

"Ho firmato fino al 2012, ma un contratto non mi ha mai legato a una società. Mi lega la voglia di fare: per me, da questo punto di vista, non è cambiato nulla. Io sono tranquillo e sereno, il mio  rapporto con il presidente è chiaro. So che lui mi vede come  dirigente da anni, ma quando smetterò di fare l'allenatore non ci sarà altro -ribadisce ancora-. E' una scelta che ho fatto, è così.  Dopo la sconfitta con lo Schalke, il presidente è stato molto bravo:  io, da dirigente, non sarei stato così...".

Le voci relative ad eventuali sostituti non pesano: "Tutto cambia molto velocemente, queste cose non mi toccano. Sapevo cosa sarei andato ad affrontare quando sono  arrivato". In un simile contesto, la priorità è la serenità dello spogliatoio. "I giocatori devono rimanere tranquilli e pensare alla squadra, che rimane lo zoccolo duro. L'allenatore deve dare equilibrio, i calciatori non devono pensare alla situazione del tecnico: io cerco sempre di fare il meglio come tecnico. I giocatori mi hanno dato tanto, anche in situazioni complesse. Il processo nei loro confronti mi fa arrabbiare: stiamo parlando di  gente che ha creato il ciclo più importante nella storia dell'Inter", ribadisce.

"Abbiamo incassato due sconfitte pesanti ma  non ancora determinanti. Siamo ancora in corsa, la situazione è stata affrontata in modo lucido da tutti: non c'è disperazione. Quello che è successo è successo. Ora bisogna trovare la soluzione", afferma ancora prima di rispondere a chi ha evidenziato lacune difensive e un assetto privo di equilibrio negli ultimi 180 minuti. "Contro lo Schalke abbiamo subito quasi tutti i gol a difesa schierata. La squadra aveva bisogno di tutta la sua energia ma in questo periodo sono mancate alcune cose", dice Leo analizzando il momento negativo.

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