DiBenedetto jr, re della via Emilia in attesa dell'impero
CalcioL'INTERVISTA. Il figlio del prossimo proprietario della Roma, Thomas junior, gioca a baseball a Reggio Emilia. Passaporto azzurro, appassionato di Champions League, per ora conosce poche parole in italiano. Quali? "Forza" e Roma"... VIDEO E FOTO
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di LORENZO LONGHI
da Reggio Emilia
Nel nome del padre, e di quattro lettere. Thomas Richard DiBenedetto sta per diventare ufficialmente il nuovo proprietario della Roma. Nel frattempo, ad aprirgli la strada in Italia è arrivato il figlio. Thomas anche lui, 25 anni, professione interbase, ha esordito sabato con la maglia di Reggio Baseball, campione in carica della Serie A federale. Reggio Emilia, già, sul cui stemma comunale campeggia un celeberrimo acronimo latino di cui tutti - a parte forse Umberto Bossi... - conoscono il significato. SPQR, come nello stemma di Roma, la città di DiBenedetto senior. Che poi, al posto di "Romanus" vi sia "Regensis" è un dettaglio, in fondo.
Coincidenze, se vogliamo. Così come la tempistica dell'arrivo in Italia di DiBenedetto junior, che ha un passato a livello giovanile nei Red Sox ma, per proseguire la sua carriera, ha scelto l'Emilia: "Ho preferito l'opportunità di venire qui invece che rimanere negli States per giocare in una lega indipendente", dice, del resto Tom è di passaporto italiano e sogna di disputare il prossimo Mondiale con la maglia azzurra. Intanto, però, la Capitale aspetta suo padre come il Messia: "La prima volta che mi accennò della Roma fu circa sei mesi fa, in una chiacchierata. Poi le cose si sono fatte sempre più reali. Io e il calcio? Ricordo di avere assistito, nel 1994 a Boston, alla vittoria dell'Argentina di Maradona sulla Grecia ai Mondiali, ma da ragazzo ho anche giocato, a livello di high school. Con la squadra venimmo anche a Roma a disputare un torneo. Fu la mia prima volta nella Capitale". Perché è una storia circolare: Roma, il calcio, la famiglia DiBenedetto.
In attesa che la trattativa si chiuda e di incontrare la squadra ("Mi piacerebbe molto farlo, così come assistere agli allenamenti e andare alle partite: se ci sarà l'occasione, ne approfitterò molto volentieri"), Thomas junior pensa al baseball e con i giallorossi gioca... alla X-box: "Sono un grande appassionato di Champions League, so che la Roma ora è quinta in classifica e punta a qualificarsi. Per il momento spesso la prendo per gioco. E, sulla X-box, quello di cui è capace Totti fa davvero paura". Tranquillo: anche nella realtà è così.
L'italiano? Quello no, almeno non ancora. A Reggio lo aiutano alcuni compagni di madrelingua inglese che tradiscono origini italianissime, come Paul Macaluso, ma Thomas due parole le ha imparate, anche a causa dell'attenzione che la sua presenza in Italia genera: "Forza" e "Roma". Per ora, può bastare.
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Nel nome del padre, e di quattro lettere. Thomas Richard DiBenedetto sta per diventare ufficialmente il nuovo proprietario della Roma. Nel frattempo, ad aprirgli la strada in Italia è arrivato il figlio. Thomas anche lui, 25 anni, professione interbase, ha esordito sabato con la maglia di Reggio Baseball, campione in carica della Serie A federale. Reggio Emilia, già, sul cui stemma comunale campeggia un celeberrimo acronimo latino di cui tutti - a parte forse Umberto Bossi... - conoscono il significato. SPQR, come nello stemma di Roma, la città di DiBenedetto senior. Che poi, al posto di "Romanus" vi sia "Regensis" è un dettaglio, in fondo.
Coincidenze, se vogliamo. Così come la tempistica dell'arrivo in Italia di DiBenedetto junior, che ha un passato a livello giovanile nei Red Sox ma, per proseguire la sua carriera, ha scelto l'Emilia: "Ho preferito l'opportunità di venire qui invece che rimanere negli States per giocare in una lega indipendente", dice, del resto Tom è di passaporto italiano e sogna di disputare il prossimo Mondiale con la maglia azzurra. Intanto, però, la Capitale aspetta suo padre come il Messia: "La prima volta che mi accennò della Roma fu circa sei mesi fa, in una chiacchierata. Poi le cose si sono fatte sempre più reali. Io e il calcio? Ricordo di avere assistito, nel 1994 a Boston, alla vittoria dell'Argentina di Maradona sulla Grecia ai Mondiali, ma da ragazzo ho anche giocato, a livello di high school. Con la squadra venimmo anche a Roma a disputare un torneo. Fu la mia prima volta nella Capitale". Perché è una storia circolare: Roma, il calcio, la famiglia DiBenedetto.
In attesa che la trattativa si chiuda e di incontrare la squadra ("Mi piacerebbe molto farlo, così come assistere agli allenamenti e andare alle partite: se ci sarà l'occasione, ne approfitterò molto volentieri"), Thomas junior pensa al baseball e con i giallorossi gioca... alla X-box: "Sono un grande appassionato di Champions League, so che la Roma ora è quinta in classifica e punta a qualificarsi. Per il momento spesso la prendo per gioco. E, sulla X-box, quello di cui è capace Totti fa davvero paura". Tranquillo: anche nella realtà è così.
L'italiano? Quello no, almeno non ancora. A Reggio lo aiutano alcuni compagni di madrelingua inglese che tradiscono origini italianissime, come Paul Macaluso, ma Thomas due parole le ha imparate, anche a causa dell'attenzione che la sua presenza in Italia genera: "Forza" e "Roma". Per ora, può bastare.
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