Lega Calcio spaccata sui diritti tv

Calcio
Maurizio Beretta, presidente uscente della Lega di Serie A
Il presidente della Lega Calcio, Maurizio Beretta, questa mattina in via Rosellini a Milano per partecipare all'assemblea della Lega Calcio di Serie A.
ANSA/MATTEO BAZZI

Agnelli e Galliani all’attacco di Maurizio Beretta che con il suo voto ha spostato l’ago della bilancia nel Consiglio. Juve, Milan, Inter, Roma e Napoli messe in minoranza dalla decisione. IL VIDEO

Finirà probabilmente in tribunale il contenzioso tra le 5 grandi del calcio italiano (Juve, Milan, Inter, Roma e Napoli) e le altre 15 squadre del campionato di serie A dopo che oggi il Consiglio di Lega ha approvato la delibera che dà il via libera alle aziende demoscopiche per la ricerca dei numeri di tifosi delle diverse società. Tale ricerca porterà all'individuazione dei bacini d'utenza e sarà alla base della spartizione del  25% dei diritti televisivi. La decisione, osteggiata dalle 5 grandi che preferirebbero utilizzare altri parametri, era stata congelata grazie all'astensione del presidente uscente di Lega Maurizio Beretta, che però ha deciso nella riunione dell’11 maggio di schierarsi a fianco delle "piccole", rappresentate in Consiglio dai presidenti di Parma, Udinese, Sampdoria, Lazio e Catania. Questo ha fatto cadere l'ago della bilancia dalla loro parte (6 a 5 la votazione finale) e ha dato attuazione al provvedimento.

Andrea Agnelli ha ruggito: "In questo momento dobbiamo aspettare le motivazioni della Corte di giustizia federale e poi la posizione dell'Altra corte di giustizia del Coni. A quel punto - ha spiegato il presidente della Juventus -  può di nuovo decadere tutto e bisogna valutare come si comporterà la Lega, una Lega che oggi ha deliberato con il voto di un presidente dimissionario. Dunque aspettiamo questi passaggi e nel frattempo valuteremo quelle che sono le azioni migliori per tutelare le società che investono nel calcio".

Rincara la dose Adriano Galliani: "Beretta - ha detto l'ad rossonero - se ne assumerà le responsabilità anche patrimoniali. Smentendo se stesso, dopo essersi astenuto nell'ultimo consiglio, ora si è schierato con una delle parti. E' un presidente che da tempo lavora a Unicredit da mattina a sera e in Lega non c'è mai. Ognuno nella vita fa ciò che vuole ma si assume le responsabilità".

Il presidente della Lega si è difeso da ogni attacco: ''Oggi l'unica condizione vincolante era dare attuazione alla delibera. Non ho preso le parti degli uni o degli altri, ho fatto fino all'ultimo ogni tentativo per fare una composizione che vedesse il Consiglio di Lega unito nell'attuazione della delibera. Io continuo a pensare che ci siano ancora i tempi per trovare un'intesa che è preferibile piuttosto che trascinare contenziosi che si fa quando cominciano e non si sa come finiscono".

Il presidente del Cagliari prova a mediare: ''Ci contestano che 15 peones votano contro cinque di sangue blu. Si può discutere di tutto ma vanno riconosciuti i principi democratici. Il presidente Beretta sta cercando di mediare, lui ha in mano la bilancia della giustizia e deve dirci cosa è giusto".