Il ds di Paoloni: "Sapevamo che aveva problemi, ma non così"

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Marco Paoloni
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L'INTERVISTA. Parla Massimo Mariotto, il dirigente che ha portato al Benevento l'uomo simbolo dello scandalo scommesse. Dall'acquisto ai guai economici, fino all'arresto: "Aveva difficoltà col mutuo, ma non abbiamo mai sospettato di nulla". VIDEO E FOTO

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di LUIGI VACCARIELLO

“Tutto questo è allucinante, faccio fatica a dormire”, Massimo Mariotto, l’uomo che ha portato Marco Paoloni a Benevento nel mercato invernale in uno scambio di portieri con la Cremonese, al telefono, ha la voce di chi sembra vivere un incubo senza fine: “Sapevamo che aveva un problema con il mutuo, abbiamo cercato di aiutarlo anticipando il pagamento dello stipendio ma mai avremmo potuto immaginare che fosse al centro di tutto questo casino”. Il calciatore chiave dello scandalo scommesse che sta mettendo in ginocchio il calcio italiano è stato arrestato martedì alle 5 del mattino all’Hotel President del capoluogo sannita, lo stesso albergo dove alloggia il ds della squadra che milita nel girone B di Prima Divisione Lega Pro.

Mariotto, lei è l’uomo che ha voluto fortemente Paoloni a Benevento
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“E’ vero. Abbiamo fatto uno scambio di portieri con la Cremonese a cui, oltre Aldegani, abbiamo ceduto anche Joelson. E come capita spesso, prima della chiusura della trattativa, avevo preso informazioni sul ragazzo”.

Che tipo di informazioni?
“Tecniche innanzitutto e comportamentali. Conoscevamo la storia calcistica del ragazzo. Poi abbiamo scoperto che aveva avuto dei problemi. A luglio doveva andare al Brescia e la Cremonese non l’aveva voluto cedere. Lì si è spezzato qualcosa con l’ambiente, così abbiamo deciso di prenderlo. E’ un portiere di valore assoluto”.

Quindi nessuna voce sulle scommesse?
“Guardi, quello che stiamo leggendo sui giornali in questi giorni ci lascia esterrefatti. Eravamo ignari di tutto, mai e poi mai avremmo potuto immaginare che fosse al centro di questo scandalo. Poi da noi ha fatto benissimo. Martedì, alla ripresa degli allenamenti, è stato accolto come un eroe dai nostri tifosi dopo il rigore parato a Castellammare. E anche nelle partite che dagli atti appaiano come sospette lui è stato uno dei migliori in campo. Come potevamo pensare una cosa del genere?”.

Quindi voi non sospettavate nulla?
“Assolutamente no. Innanzitutto ci tengo a precisare che Paoloni è l’unico tesserato del Benevento ad essere coinvolto nella vicenda. Siamo una società seria che fa della sportività la sua ragion d’essere. Abbiamo anche querelato la Gazzetta dello Sport quando qualche mese fa avanzava sospetti su alcune nostre partite. La mia idea è che Paoloni millantasse. Credo sia entrato in qualcosa più grande di lui e abbia raccontato un sacco di balle a tutti. Si è buttato via, ha un talento incredibile”.

Però che Paoloni, nonostante un ingaggio da 110mila euro a stagione, avesse dei problemi economici lo sapevate?
“A noi aveva detto di avere dei problemi con il mutuo della casa. Ci aveva chiesto un anticipo sul pagamento mensile dello stipendio. Il presidente gli è venuto subito incontro. Abbiamo cercato di aiutarlo tutti, ma mai e poi mai potevamo immaginare quello che c’era alle spalle. E poi era benvoluto da tutti. Sembrava un ingenuone”.

Ingenuo Paoloni che, secondo l’accusa, ha narcotizzato 5 compagni di squadra?
“Quando ho letto questa cosa sono stato malissimo. Sono stato anch’io un calciatore e una roba del genere ha dell’inqualificabile, incommentabile. Una cosa da fuori di testa, fuori dal mondo, fuori da ogni logica”.

Lei alloggia nello stesso hotel di Paoloni, ci racconta com’è andata?
“Non mi sono accorto di nulla. Il calciatore è stato prelevato alle 5. Io sono stato avvertito alle 7.15 dal portiere dell’albergo su precisa richiesta della Digos”.

Alla luce di questo scandalo, i campionati sono da ritenersi falsati?
“Per quello che ci riguarda, diciamo che c’è del marcio. Ma non credo che i campionati siano da ritenersi falsati più di tanto. Da quanto si legge agivano su partite di basso livello. Noi siamo caduti dalla nuvole, ora dobbiamo pensare solo alla Juve Stabia”.

Appunto, con che spirito affrontate questa settimana che conduce al ritorno dei playoff?
“Già prima avevamo delle difficoltà, ora senza il portiere titolare sarà ancora più dura. Ma il gruppo è forte, così come la città che si sta compattando intorno alla squadra. Per questo non possiamo fare altro che dare il massimo per provare a raggiungere la serie B”.

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