Inter, ecco Gasperini: "Già competitivi, qui serve vincere"

Calcio
Primo giorno da allenatore dell'Inter per Gian Piero Gasperini
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Presentazione ufficiale ad Appiano del nuovo tecnico nerazzurro: "La difesa a tre? Vedremo. Questa squadra così com'è va bene, ma la volontà del club è di uscire dal mercato ancora più forte". GUARDA I VIDEO E LE FOTO

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La battuta che strappa il sorriso arriva. Certo, non è il "non sono pirla" di Mourinho, ma Gian Piero Gasperini riesce a mettere un pizzico di pepe in una conferenza stampa standard, pacata, in piena sintonia con il personaggio che tutto il popolo nerazzurro si stava aspettando. Niente fuopchi d'artificio, insomma, ma quando gli chiedono se un uomo bianconero sulla panchina dell'Inter servirà ad avvicinare Inter e Juve il tecnico piemontese risponde: "Lo juventino sarei io?". Una prima presa di distanza fondamentale per tutti i tifosi dell'Inter.

Presentarsi all'Inter però non è certo come farlo al Crotone o al Genoa, le squadre che hanno portato Gasperini nell'olimpo degli allenatori del calcio spettacolo. "Sono le due squadre che ricordo con più affetto. In fondo alla Juve ho allenato solo le giovanili". Non si sottrae alle domande, Gasperini, anche se non fornisce altri colpi a sorpresa. La sua vocazione di allenatore di campo però non frena il suo amore per la tattica. La domanda sulla difesa a tre arriva, e a differenza di altri allenatori che avrebbero glissato, il nuovo tecnico nerazzurro risponde: "E' una possibilità, una novità che potrei proporre e che come hanno dimostrato Napoli e Udinese può funzionare. Ma possiamo giocare anche a quattro, voglio una squadra duttile".

Sul comodino Gasperini tiene il libro di Sun Tzu, "L'arte della guerra". La frase che gli si cuce addosso è 'Esprimi il meglio delle tue qualità con i piccoli, inventa qualcosa con i grandi'. Non ha spiegato quali saranno i passi o le invenzioni. Anzi, uno l'ha rivelato: "Questa squadra è forte, può ripartire tenendo tutti i suoi campioni. Che avranno voglia di rivalsa per la scorsa non perfetta stagione". Certo, per Gasperini è la prima volta che il suo calcio fatto di sovrapposizioni e fasce bollenti verrà proposto in una big. "Ma siete più preoccupati voi di me, secondo me sarà ancora più facile lavorare con i campioni".

Il campione della panchina dell'Inter resta sempre Mourinho. Lo Special One, nel 2008, fu bloccato a San Siro dal Genoa di Gasperini. Uno 0-0 in cui i rossoblù, in dieci, applicarono alla perfezione il credo del tecnico di Grugliasco, che si prese i complimenti di Mou. "Ma non mi ha mandato nessun sms. Non siamo amici, però c'è molta stima reciproca. Anche quando tutti dicevano che era un fenomeno solo con la stampa, io sostenevo che fosse un bravissimo allenatore". Chissà se ora l'sms da Madrid arriverà.

Non inganni la sua calma e la sua apparente normalità. I ben informati sostengono che negli spogliatoi, tra il primo e il secondo tempo di partite delicate, Gasperini fa tremare i muri. Chiedere a Maradona, che si beccò un pugno in faccia proprio da Gasp in un Napoli-Pescara. Anche la rivalità con il Milan viene subito a galla: "Arrivare davanti ai rossoneri è uno stimolo e un obiettivo". Detto da uno che ha vinto tre derby della Lanterna di fila e che dal suo arrivo a Genova ha ribaltato la leadership della città, c'è da fidarsi.

Poi ci sono il mercato, l'imminente arrivo di Alvarez, quello probabile di Palacio, la Coppa America che toglierà brasiliani e argentini al derby di Supercoppa. Il ritiro alle porte. Gasperini non si spaventa. "L'importante è lavorare, preparare un'organizzazione di squadra diversa, con lo spirito giusto". Insomma, tutto il credo di Gasperini: lavoro, campo, tattica. Non sarà speciale, ma ha le idee chiare. A casa Inter, dopo Leonardo, è già un passo in avanti.

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