Conte dà i numeri: 4-2-4, croce e delizia della nuova Juve

Calcio
Antonio Conte è alla prima stagione sulla panchina della Juventus (Ansa)
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Il tecnico bianconero ha lavorato duramente per inculcare nella testa dei suoi giocatori il nuovo modulo iperoffensivo. Le prime tre uscite hanno dato segni discordanti: analisi dei pro e dei contro dello schema che deve rilanciare la Vecchia Signora

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di Claudio Barbieri

Vi sono tre numeri che da qualche settimana tormentano milioni di tifosi juventini e uno in particolare: Antonio Conte. Questi tre numeri, messi insieme, formano il nuovo schema di gioco che il neo tecnico bianconero utilizzerà per rilanciare la Vecchia Signora nella stagione che ha da venire: 4-2-4. Un modulo inedito in casa Juve, da sempre abituata al quadrato 4-4-2, con qualche variabile dipendente dal fuoriclasse di turno da piazzare dietro le punte (Zidane e Nedved su tutti).
Le prime tre uscite degne di nota del nuovo corso Conte nella tournée americana, hanno disegnato le prime righe di un progetto che sulla carta deve riportare la Juve al vertice.
Aspettando i rinforzi auspicati, Vucinic e Lugano in primis, vediamo quali sono i pro e i contro del modulo reso famoso dal Brasile nel Mondiale del 1958.

4-2-4: Cosa funziona

1. L'entusiasmo dei giocatori
L’idea di calcio iper-offensivo e spettacolare è stata immediatamente sposata da tutta la squadra. Già nel ritiro di Bardonecchia si era notata la grande applicazione di tutti i giocatori nell’eseguire meticolosamente gli esercizi proposti da Conte. Avere l’appoggio dei giocatori per un progetto così rischioso è già un passo in avanti decisivo per la sua realizzazione.

2. Non solo teoria
Nonostante i carichi di lavoro tipici della preparazione estiva, ma con l’attenuante di avversari tutt’altro che irresistibili come il Club America e il Chivas, si sono visti anche in partita alcuni schemi che sono il marchio di fabbrica del modulo di Conte. Tocchi di prima, coinvolgimento delle ali, movimenti sincronizzati degli attaccanti, lunghe galoppate dei terzini: come diceva il dottor Frankenstein: “Si può fare!”

3. Quattro promossi
Marchisio, Pasquato, Pirlo e Lichtsteiner. Sono questi quattro i giocatori che Conte ha promosso a pieni voti al termine del trittico in terra statunitense. Il primo ha confermato di essere una risorsa importante per questa Juve: può agire da mediano puro ma anche da esterno sinistro d’attacco, grazie alla sua capacità di incursione.
Pasquato, a segno nel successo con il Club America, è la lieta sorpresa: il giovane ex Modena ha tecnica, dribbling, cross e tiro: e se fosse lui l’esterno sinistro del futuro?
Pirlo ha già preso in mano le chiavi del centrocampo: corre, pressa e naturalmente palleggia come solo lui sa fare.
Infine l’ex laziale Lichtsteiner, che ha già mostrato personalità da vendere in un ruolo, quello del terzino destro, in cui la Juve fatica dai tempi in cui fu reinventato Gianluca Zambrotta.

4-2-4: Cosa non funziona

1. Difesa ancora ballerina
Lo scorso anno la Juventus targata Delneri chiuse la stagione con 47 gol al passivo: esattamente come Parma e Genoa, peggio di Chievo e Fiorentina. Il modulo spregiudicato di Conte non aiuterà di certo Chiellini e compagni a migliorare tali statistiche. I due terzini svizzeri, Lichtsteiner e Ziegler, hanno una spiccata propensione offensiva, Bonucci non è sicuro di restare a Torino e su Buffon c’è sempre l’incognita infortuni.
Con lo Sporting Lisbona, prima sconfitta stagionale, gli spettri di una difesa colabrodo sono tornati prepotentemente a galla. Facendo tornare i brividi ai tanti tifosi bianconeri…

2. Mancano gli uomini
L’allarme lanciato da Conte nei giorni scorsi (“Va bene anche un bass player”) è l’amaro sfogo di un tecnico che da quando è arrivato ha annusato fior di campioni, ma che non ha ancora avuto ciò che chiedeva alla società. Il tecnico leccese esige un centrale difensivo di caratura internazionale (Lugano, Alex), un quarto mediano da affiancare a Vidal, Pirlo e Marchisio e un laterale offensivo sinistro, al momento punto debole della rosa bianconera.
Come può Conte impostare il suo gioco sulle ali se la società non gliene mette a disposizione? E siamo sicuri che il fisico Felipe Melo non era il giocatore perfettamente complementare alle caratteristiche di un tecnico come Pirlo?

3. Il caso Krasic
Lo scorso anno era stato battezzato il ‘nuovo Nedved’. Anche lo stesso Pavel si rivedeva in questo serbo proveniente dal Cska Mosca, e non solo per la criniera bionda.
Con l’arrivo di Conte, e del 4-2-4, si chiede a Krasic di fare più la punta e meno il centrocampista. Peccato che la caratteristica che lo ha fatto diventare il nuovo idolo della curva Scirea sia la  sgroppata partendo proprio dalla mediana, in cui può sfruttare l’impressionante velocità e lo scatto fulmineo.
Nelle prime uscite il serbo ha fatto tanta confusione, rasentando l’anarchia. Urge una soluzione rapida, pena il rischio di perdere una delle poche certezze della rosa bianconera.

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