Scommesse, i legali di Signori: "Di tutta l'erba un fascio"

Calcio
E' arrivata la sentenza della Commissione Disciplinare della Figc: cinque anni di squalifica per Beppe Signori
CALCIOSCOMMESSE CONFERENZA STAMPA BEPPE SIGNORI

E' questa la prima reazione dei difensori dell'ex bomber, dopo la decisione della disciplinare. L'avvocato di Doni e Manfredini: "Sono increduli". Il legale dell'Atalanta: "Contiamo di ridurre ancora". L'Ascoli: "Siamo sconcertati"

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C'è soprattutto "sconforto" per Beppe Signori, dopo la decisione della disciplinare che lo ha squalificato in primo grado per cinque anni, precludendogli la permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc, che vale di fatto come una radiazione. "E' stata fatta di tutta l'erba un fascio" recriminano i difensori dell'ex attaccante. "Stiamo cercando di capire, di leggere le motivazioni", ha spiegato Ugo Vittori, investigatore privato nel pool difensivo dell'ex attaccante di Lazio e Bologna. "Anche se - ha proseguito - su cinquanta pagine ci sono solo sei righe che riguardano il nostro assistito. Sono inconcludenti e immotivate". Per Vittori, "non si fa alcun riferimento specifico" se non confermare quanto scritto nell'atto di deferimento. "Capi di imputazione così importanti - ha proseguito - andavano motivati 'ad personam' e non facendo di tutta l'erba un fascio". Inoltre, da parte di chi ha giudicato "non c'è stata la voglia o il tempo di leggere i verbali di interrogazione e le intercettazioni da noi allegate. E noi abbiamo utilizzato gli stessi strumenti dell'accusa". Per quanto riguarda lo stato d'animo dell'ex calciatore, Vittori ha detto di "poter trasmettere solo il suo sconforto".

La difesa di Doni e Manfredini - "Doni e Manfredini sono increduli e amareggiati". Lo spiega il loro avvocato Salvatore Pino, intervistato dal sito online dell'Eco di Bergamo, commentando la sentenza della Commissione Disciplinare della Figc. "Sono afflitti non solo per la sanzione, ma anche per il modo - prosegue Pino - La motivazione infatti è stringatissima, non si dà contezza delle ragioni per cui questi ragazzi dovrebbero smettere di giocare per tre anni o più”. L'avvocato è comunque fiducioso sull'appello: "Questo per noi è solo il primo passo di un cammino che riteniamo non debba essere troppo lungo: speriamo che l'appello faccia piena luce su fatti molto semplici, che richiedono soltanto di essere valutati con attenzione. Le nostre ragioni saranno le medesime presentate in primo grado. Non sono state sottoposte a vaglio critico, quindi risulta intatta la loro forza di convincimento". Secondo Pino, non si può dire la stessa cosa della sentenza. "La capacità di convincimento della loro decisione ha la stessa forza di un pugno sul tavolo". L'avvocato ha infine difeso pubblicamente i suoi due assistiti: "Di Doni posso dire che non si arriva a giocare a 38 anni in serie A se non si è integri dentro. Manfredini è una persona candida: non è in grado di ordire quello che gli viene addebitato per la sua incapacità di vedere male il mondo".

I legali dell'Atalanta -
"Contiamo di ridurre ulteriormente i punti in appello. Abbiamo buone speranze". Luigi Chiappero, legale dell'Atalanta, confida nel secondo grado - davanti alla Corte di giustizia federale - per alleggerire il fardello con cui la squadra bergamasca comincerà il prossimo campionato, in serie A, dopo la sentenza della Disciplinare sul calcioscommesse. "Per quel che ho visto è stato eliminato il punto relativo alla pluralità degli illeciti e da -7 siamo scesi a -6", ha detto Chiappero a Sky. Quanto alla posizione dei singoli, "su Manfredini (squalificato per 3 anni, ndr) c'è solo una battuta all'interno di una telefonata". Il legale auspica che la posizione del giocatore "venga eliminata dal processo. La sua posizione deve essere valutata con la massima attenzione anche per una questione di giustizia. Inoltre, anche in caso di responsabilità sotto il profilo oggettivo, questa deve essere contenuta ai minimi assoluti". Su Cristiano Doni (3 anni e mezzo di stop, ndr) "l'unica cosa da dire è che non c'è nemmeno una sua telefonata e anche questo elemento dovrebbe essere preso in considerazione".

La difesa di Paoloni - "Paoloni sperava in una sanzione meno pesante. Per un giocatore di 27 anni, 5 anni di squalifica e la proposta di radiazione significano la fine della carriera". Luca Curatti è uno dei legali di Marco Paoloni, il portiere da cui è nata la vicenda del Calcioscommesse e che nell'ultima stagione ha indossato le maglie di Cremonese e Benevento. L'avvocato ha commentato a Sky Sport 24 la sentenza della Disciplinare della Federcalcio. "L'impressione è che sia mancato il coraggio - ha aggiunto - Il procedimento sportivo è veloce e piuttosto sommario. Velocità però non significa efficienza, mi sarei aspettato maggior cuore nella valutazione delle posizioni degli incolpati. Si è voluto dare un segnale di censura. Ma magari tra qualche anno saremo davanti alla stessa commissione con altri giocatori, altri problemi e con un processo senza gli strumenti necessari per accertare la verità".  A Paoloni è stata risparmiata la "continuazione del reato" sollecitata dal Procuratore federale Stefano palazzi. "C'erano state delle perplessità sul fatto della continuazione del reato, non c'è stata e ne prendo atto, ma non la considero una vittoria. Ora è doveroso presentare appello - conclude - e poi pensare all'Alta Corte del Coni, ricorreremo sicuramente".

La reazione dell'Ascoli - L'Ascoli Calcio si dichiara "sconcertata" per la decisione assunta dalla Commissione Disciplinare, che le ha inflitto sei punti di penalizzazione, accogliendo la richiesta del procuratore federale Palazzi. "Punti non dovuti, in contrasto, peraltro, - afferma una nota della società bianconera - con quanto espresso dalla Commissione stessa nella sua decisione in merito alla non totale applicabilità della responsabilità oggettiva nei casi in cui, come nella fattispecie, la società ha ricevuto anche un danno dalla condotta dei suoi tesserati". L'Ascoli annuncia che andrà avanti in tutti i gradi di giudizio per ribaltare "tale ingiusto verdetto".