Tommasi: qualcuno ha interesse che la serie A non cominci. Rinvio del campionato quasi inevitabile ormai. Respinto l'accordo per il contratto collettivo. "L'Assemblea di Lega ha respinto a larga maggioranza, 18 contro 2, l'intesa con l'Aic". VIDEO
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La Lega di serie A dice no alla firma dell'accordo per il contratto collettivo. "L'Assemblea di Lega ha respinto a larga maggioranza, 18 contro 2, l'intesa con l'Aic", ha spiegato il presidente di Lega, Maurizio Beretta. Solo due nell'assemblea di Lega si sono detti favorevoli a sottoscrivere l'accordo con i giocatori per evitare la rottura: il Cagliari rappresentato da Cellino e il Siena da Perinetti hanno infatti votato sì.
"Al momento non ci sono le condizioni perché si giochi" è allora la reazione del presidente dell'Assocalciatori, dopo la decisione della Lega di A. "Le richieste della Lega sono pretestuose, il consiglio federale è aggiornato ma non vedo cosa possa cambiare. Qualcuno ha interesse che la serie A non cominci". E' la dura accusa di Damiano Tommasi, presidente dell'Assocalciatori. "Siamo sorpresi da come è stato detto no - ha aggiunto Tommasi, in una conferenza stampa in Federcalcio - chi ha proposto le modifiche non ha lasciato la delega per firmare e ha chiuso formalmente l'assemblea".
"Sono allibito - ha aggiunto Tommasi - che domenica non si giochi, o che ci sia il forte rischio che non si giochi". Il no dell'assemblea di Lega di oggi, secondo il presidente dell'Aic, "prescinde dalla possibilità di firmare: le modifiche proposte per noi non erano accettabili, ma chi le ha proposte non ha lasciato la delega per la firma e ha chiuso l'assemblea. Non giocare non fa bene a nessuno, ma qualcuno ha interesse che non si cominci".
La spiegazione di Beretta - "Il testo firmato dall'Assocalciatori non può essere sottoscritto se non c'è l'integrazione dei due punti sui quali già ci eravamo espressi", ha spiegato Beretta al termine dell'accesa assemblea di Lega. I nodi restano l'articolo 4 che riguarda il contributo di solidarietà, che secondo i club deve essere totalmente a carico dei giocatori, e l'articolo 7 che secondo la Lega deve prevedere l'assoluta autonomia dello staff tecnico di organizzare gli allenamenti dei giocatori. L'assemblea ha votato a larga maggioranza per il no "respingendo l'idea di aderire al testo già firmato dall'Aic considerandolo non sufficiente", ha sottolineato Beretta. Ora il presidente della Lega si trasferisce di nuovo in Federcalcio, dove è rimasto aperto il Consiglio federale per riferire della posizione di rottura dei club.
Consiglio federale giovedì - Il consiglio della Federcalcio ha intanto aggiornato a domattina alle 11 la sua riunione, dopo la decisione dell'assemblea di Lega di respingere a larga maggioranza l'accordo con l'Aic per la firma del contratto collettivo.
Le ultime parole fumose - "E' solo una formalità". Così Massimo Cellino, all'uscita dal consiglio della Federcalcio e prima dell'assemblea di Lega, lancia segnali positivi sulla firma del contratto collettivo e il via regolare del campionato, sabato e domenica. "Abbiamo fatto dei passi avanti, sul punto 7 si può andare a un chiarimento: vedo una forte spinta del presidente Abete a trovare una soluzione" ha detto quindi il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta, sulla firma del contratto collettivo. "Il secondo punto su cui premiamo con forza - ha aggiunto Beretta - è il contributo straordinario che deve essere a carico dei calciatori. Noi pensiamo che che vada inserito nel contratto, l'importante è stabilire che va a carico dei lavoratori". Nessuna previsione sulla firma: "Non faccio l'allibratore...".
I primi segnali di pessimismo in Assemblea - Ma dall'ottimismo del consiglio federale, alla discussione in Assemblea di Lega il termometro della serie A per il possibile sciopero torna a fornire segnali negativi. La riunione tra i presidenti è ancora in corso al Parco dei Principi, i toni sono molto accesi e i partecipanti si dividono - a quanto filtra - sulla necessità di inserire nell'art.4 del contratto collettivo una formula che chiarisca come il contributo straordinario di solidarietà sia a carico dei giocatori, e non dei club. Insomma, al momento le indicazioni arrivate dal consiglio federale non sembrano sufficienti a convincere la Lega alla firma, evitando così lo sciopero.
Le fosche previsioni dell'Aic - "Mi aspetto un Consiglio federale vivace". Queste erano state in mattinata le parole del presidente dell'Assocalciatori, Damiano Tommasi, all'ingresso della Federcalcio per il Consiglio federale che tratta tra i tanti temi, quello del rinnovo del contratto collettivo tra Aic e la Lega di serie A.
La buona volontà di Ulivieri - Nel palazzo della Figc a Roma è giunto anche il numero uno dell'Assoallenatore, Renzo Ulivieri, che, sull'argomento del giorno ha dichiarato di aspettarsi "la normalità delle cose. Credo che tutto si possa risolvere, e questa è la sede adatta per farlo". "La posizione dei calciatori è chiara - ha aggiunto Ulivieri - adesso bisogna vedere cosa deciderà di fare la Lega nei confronti della chiarificazione fornita dal presidente federale Abete sull'articolo 7", quello relativo agli allenamenti separati dei calciatori.
Beretta e la posizione della Lega - "Le nostre richieste sono ragionevoli e vanno nella direzione di evitare contenziosi e confronti. Io mi auguro che l'Aic accetti e prevalga il buonsenso e la volontà di chiudere l'accordo". Il presidente della Lega, Maurizio Beretta, non si sbilancia sull'esito del braccio di ferro con il sindacato giocatori in merito al rinnovo dell'accordo collettivo e che al momento vede inalterata la minaccia di sciopero per la prima giornata di campionato. "La chiarezza fa gioco a tutti. Tommasi? Finalmente riuscirò a incontrarlo visto che finora si è sottratto ai confronti".
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La Lega di serie A dice no alla firma dell'accordo per il contratto collettivo. "L'Assemblea di Lega ha respinto a larga maggioranza, 18 contro 2, l'intesa con l'Aic", ha spiegato il presidente di Lega, Maurizio Beretta. Solo due nell'assemblea di Lega si sono detti favorevoli a sottoscrivere l'accordo con i giocatori per evitare la rottura: il Cagliari rappresentato da Cellino e il Siena da Perinetti hanno infatti votato sì.
"Al momento non ci sono le condizioni perché si giochi" è allora la reazione del presidente dell'Assocalciatori, dopo la decisione della Lega di A. "Le richieste della Lega sono pretestuose, il consiglio federale è aggiornato ma non vedo cosa possa cambiare. Qualcuno ha interesse che la serie A non cominci". E' la dura accusa di Damiano Tommasi, presidente dell'Assocalciatori. "Siamo sorpresi da come è stato detto no - ha aggiunto Tommasi, in una conferenza stampa in Federcalcio - chi ha proposto le modifiche non ha lasciato la delega per firmare e ha chiuso formalmente l'assemblea".
"Sono allibito - ha aggiunto Tommasi - che domenica non si giochi, o che ci sia il forte rischio che non si giochi". Il no dell'assemblea di Lega di oggi, secondo il presidente dell'Aic, "prescinde dalla possibilità di firmare: le modifiche proposte per noi non erano accettabili, ma chi le ha proposte non ha lasciato la delega per la firma e ha chiuso l'assemblea. Non giocare non fa bene a nessuno, ma qualcuno ha interesse che non si cominci".
La spiegazione di Beretta - "Il testo firmato dall'Assocalciatori non può essere sottoscritto se non c'è l'integrazione dei due punti sui quali già ci eravamo espressi", ha spiegato Beretta al termine dell'accesa assemblea di Lega. I nodi restano l'articolo 4 che riguarda il contributo di solidarietà, che secondo i club deve essere totalmente a carico dei giocatori, e l'articolo 7 che secondo la Lega deve prevedere l'assoluta autonomia dello staff tecnico di organizzare gli allenamenti dei giocatori. L'assemblea ha votato a larga maggioranza per il no "respingendo l'idea di aderire al testo già firmato dall'Aic considerandolo non sufficiente", ha sottolineato Beretta. Ora il presidente della Lega si trasferisce di nuovo in Federcalcio, dove è rimasto aperto il Consiglio federale per riferire della posizione di rottura dei club.
Consiglio federale giovedì - Il consiglio della Federcalcio ha intanto aggiornato a domattina alle 11 la sua riunione, dopo la decisione dell'assemblea di Lega di respingere a larga maggioranza l'accordo con l'Aic per la firma del contratto collettivo.
Le ultime parole fumose - "E' solo una formalità". Così Massimo Cellino, all'uscita dal consiglio della Federcalcio e prima dell'assemblea di Lega, lancia segnali positivi sulla firma del contratto collettivo e il via regolare del campionato, sabato e domenica. "Abbiamo fatto dei passi avanti, sul punto 7 si può andare a un chiarimento: vedo una forte spinta del presidente Abete a trovare una soluzione" ha detto quindi il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta, sulla firma del contratto collettivo. "Il secondo punto su cui premiamo con forza - ha aggiunto Beretta - è il contributo straordinario che deve essere a carico dei calciatori. Noi pensiamo che che vada inserito nel contratto, l'importante è stabilire che va a carico dei lavoratori". Nessuna previsione sulla firma: "Non faccio l'allibratore...".
I primi segnali di pessimismo in Assemblea - Ma dall'ottimismo del consiglio federale, alla discussione in Assemblea di Lega il termometro della serie A per il possibile sciopero torna a fornire segnali negativi. La riunione tra i presidenti è ancora in corso al Parco dei Principi, i toni sono molto accesi e i partecipanti si dividono - a quanto filtra - sulla necessità di inserire nell'art.4 del contratto collettivo una formula che chiarisca come il contributo straordinario di solidarietà sia a carico dei giocatori, e non dei club. Insomma, al momento le indicazioni arrivate dal consiglio federale non sembrano sufficienti a convincere la Lega alla firma, evitando così lo sciopero.
Le fosche previsioni dell'Aic - "Mi aspetto un Consiglio federale vivace". Queste erano state in mattinata le parole del presidente dell'Assocalciatori, Damiano Tommasi, all'ingresso della Federcalcio per il Consiglio federale che tratta tra i tanti temi, quello del rinnovo del contratto collettivo tra Aic e la Lega di serie A.
La buona volontà di Ulivieri - Nel palazzo della Figc a Roma è giunto anche il numero uno dell'Assoallenatore, Renzo Ulivieri, che, sull'argomento del giorno ha dichiarato di aspettarsi "la normalità delle cose. Credo che tutto si possa risolvere, e questa è la sede adatta per farlo". "La posizione dei calciatori è chiara - ha aggiunto Ulivieri - adesso bisogna vedere cosa deciderà di fare la Lega nei confronti della chiarificazione fornita dal presidente federale Abete sull'articolo 7", quello relativo agli allenamenti separati dei calciatori.
Beretta e la posizione della Lega - "Le nostre richieste sono ragionevoli e vanno nella direzione di evitare contenziosi e confronti. Io mi auguro che l'Aic accetti e prevalga il buonsenso e la volontà di chiudere l'accordo". Il presidente della Lega, Maurizio Beretta, non si sbilancia sull'esito del braccio di ferro con il sindacato giocatori in merito al rinnovo dell'accordo collettivo e che al momento vede inalterata la minaccia di sciopero per la prima giornata di campionato. "La chiarezza fa gioco a tutti. Tommasi? Finalmente riuscirò a incontrarlo visto che finora si è sottratto ai confronti".
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