Atalanta dei miracoli, Marino: "Importante iniziare così"
CalcioLa società bergamasca sarebbe la capolista "virtuale": sono già dieci i punti messi insieme dai nerazzurri nelle prime quattro partite. Azzerata la penalità dell'avvio, ma la partenza ad handicap non fa guardare avanti con troppo ottimismo. VIDEO
Serie A, la 1.a giornata si giocherà il 21 dicembre
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Atalanta capolista 'virtuale', ma la partenza ad handicap non fa guardare avanti con troppe prospettive. Pier Paolo Marino, responsabile dell'area tecnica del club bergamasco partito con sei punti di penalizzazione per il coinvolgimento nel calcioscommesse, non fa fatica però a definire "miracolo" i dieci punti messi insieme dai nerazzurri nelle prime quattro partite che hanno azzerato la penalità. "Quello che si è realizzato in queste partite potrebbe far gridare al miracolo - ha detto il dirigente atalantino ai microfoni di Radio anch'io lo Sport - se il tribunale del Coni restituisse i punti e venisse applicata la vera meritocrazia, togliendo questa assurdità della responsabilità oggettiva, si potrebbe guardare avanti. Adesso così si può solo guardare indietro perché abbiamo quattro punti e questa è la realtà”.
Su Doni: "Non ci si può che schierare con il calciatore" - "Era importante iniziare così - prosegue Marino - perchè l'Atalanta ha subito un'ingiustizia e dopo aver vinto un campionato al meglio si è trovata in un frullatore mediatico, subendo una penalizzazione che impone un miracolo per salvarsi". Quanto alla posizione di Cristiano Doni, il capitano dell'Atalanta squalificato per il calcioscommesse, il club lo difende. "La dirigenza, la squadra e il pubblico a Bergamo hanno reagito nella maniera giusta - ha aggiunto -: non ci si può schierare che con l'uomo e il calciatore che ha dato tanto all'Atalanta. La giustizia sportiva lascia poco spazio alle difese per un giudizio coerente. Speriamo che il Tribunale del Coni, che spesso si è comportato come la giustizia ordinaria, possa restituire credibilità e onestà all'Atalanta. Se in una banca un funzionario ruba non viene chiusa la banca, si taglia la mela marcia. Non vedo perchè debba essere coinvolto il club. Bisogna studiare come abolire la responsabilità oggettiva". La squadra comunque ha reagito bene in campo. "Noi pensiamo di aver coniugato la capacità di fare punti ma anche di avere la gamba più avanti e abbiamo una rosa competitiva".
Sul Napoli: "Sono stato il manager che a Napoli ha vinto di più" - Un pensiero al Napoli, club a cui Marino è stato legato fino a un paio di anni fa. "Io sono stato il manager che a Napoli ha vinto più di tutto grazie a un giocatore straordinario come Maradona, un allenatore come Bianchi - ricorda il dirigente dell'Atalanta -: abbiamo importato una politica che il presidente De Laurentiis sta seguendo. Sono orgoglioso che oggi il Napoli si schieri a Manchester con nove undicesimi dei miei uomini, e io sono andato via da due anni. E sabato l'Atalanta trova la Roma, reduce dalla prima vittoria stagionale. "La Roma aveva bisogno di una rifondazione - dice Marino - quando arriva una proprietà così (un grande investitore estero) bisogna portare qualcosa di nuovo. Credo nei manager Sabatini e Baldini, e anche Fenucci: se gli danno fiducia sapranno strategicamente portare la Roma dove merita".
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Atalanta capolista 'virtuale', ma la partenza ad handicap non fa guardare avanti con troppe prospettive. Pier Paolo Marino, responsabile dell'area tecnica del club bergamasco partito con sei punti di penalizzazione per il coinvolgimento nel calcioscommesse, non fa fatica però a definire "miracolo" i dieci punti messi insieme dai nerazzurri nelle prime quattro partite che hanno azzerato la penalità. "Quello che si è realizzato in queste partite potrebbe far gridare al miracolo - ha detto il dirigente atalantino ai microfoni di Radio anch'io lo Sport - se il tribunale del Coni restituisse i punti e venisse applicata la vera meritocrazia, togliendo questa assurdità della responsabilità oggettiva, si potrebbe guardare avanti. Adesso così si può solo guardare indietro perché abbiamo quattro punti e questa è la realtà”.
Su Doni: "Non ci si può che schierare con il calciatore" - "Era importante iniziare così - prosegue Marino - perchè l'Atalanta ha subito un'ingiustizia e dopo aver vinto un campionato al meglio si è trovata in un frullatore mediatico, subendo una penalizzazione che impone un miracolo per salvarsi". Quanto alla posizione di Cristiano Doni, il capitano dell'Atalanta squalificato per il calcioscommesse, il club lo difende. "La dirigenza, la squadra e il pubblico a Bergamo hanno reagito nella maniera giusta - ha aggiunto -: non ci si può schierare che con l'uomo e il calciatore che ha dato tanto all'Atalanta. La giustizia sportiva lascia poco spazio alle difese per un giudizio coerente. Speriamo che il Tribunale del Coni, che spesso si è comportato come la giustizia ordinaria, possa restituire credibilità e onestà all'Atalanta. Se in una banca un funzionario ruba non viene chiusa la banca, si taglia la mela marcia. Non vedo perchè debba essere coinvolto il club. Bisogna studiare come abolire la responsabilità oggettiva". La squadra comunque ha reagito bene in campo. "Noi pensiamo di aver coniugato la capacità di fare punti ma anche di avere la gamba più avanti e abbiamo una rosa competitiva".
Sul Napoli: "Sono stato il manager che a Napoli ha vinto di più" - Un pensiero al Napoli, club a cui Marino è stato legato fino a un paio di anni fa. "Io sono stato il manager che a Napoli ha vinto più di tutto grazie a un giocatore straordinario come Maradona, un allenatore come Bianchi - ricorda il dirigente dell'Atalanta -: abbiamo importato una politica che il presidente De Laurentiis sta seguendo. Sono orgoglioso che oggi il Napoli si schieri a Manchester con nove undicesimi dei miei uomini, e io sono andato via da due anni. E sabato l'Atalanta trova la Roma, reduce dalla prima vittoria stagionale. "La Roma aveva bisogno di una rifondazione - dice Marino - quando arriva una proprietà così (un grande investitore estero) bisogna portare qualcosa di nuovo. Credo nei manager Sabatini e Baldini, e anche Fenucci: se gli danno fiducia sapranno strategicamente portare la Roma dove merita".