Così giovane e fragile. Inter e Milan, ecco il vero problema
CalcioChi ha detto che i "vecchi" si infortunano più frequentemente? Zanetti, Cambiasso e Van Bommel non hanno saltato una partita. Al contrario, ragazzi come Pato, Ranocchia, Poli e Boateng entrano ed escono dall'infermeria. Vecchi "dentro"? LE FOTO
FOTO: Milan, se il centrocampo è da rifare - Milan, ecco la lista dei pensionabili - Inter, ecco i colpevoli della crisi... - Musi lunghi: gli indignados delle grandi - Giovane, forte e... infortunato
di Vanni Spinella
Gira e rigira, quando le cose non vanno, si punta il dito contro i "vecchi". I vecchi che non corrono, che non pressano, che si fanno sempre male. Arriveremo a dire che non ci sono più i vecchi di una volta. La realtà dei fatti racconta una storia diversa. Ad avercene di vecchi così, verrebbe da dire. E ancora: se non ci fossero loro a tirare avanti la baracca…
Il vero problema di Inter e Milan, oggi come oggi, sembrano essere i loro giovani. Non più scapicollati giovanotti che bazzicano baldanzosi locali e discoteche. Ai ragazzi di oggi piace frequentare l’infermeria: lettino, stampelle e minestrina. I nuovi giovani sono fragili ramoscelli, al cospetto di vecchie querce come Zanetti o Van Bommel. Gente con il loro fusto, non la fanno più.
Prendete quel virgulto di Emanuele Viviano, 25 anni, erede designato del vecchio Julione. Pronti, via, ha fatto crack in allenamento. Da solo. Stagione finita prima ancora di iniziare: per le emergenze, tornare a rivolgersi al 36enne Castellazzi.
Restiamo al precampionato: a Nagatomo (25 anni), apparentemente fatto di gomma, salta la spalla nella sfida contro il Celtic. Se si può far male persino lui, crolla ogni speranza. Inutile parlare di Ranocchia (23) che ne ha sempre una, o di Poli (22) addirittura acquistato infortunato e ancora indisponibile. Largo ai giovani, va bene: ma quali? Aggiungeteci gli stop di Pazzini e Sneijder, che non sono più ragazzini ma nemmeno pensionati, e capirete che il problema, all’Inter, non sono certo i “vecchi”.
I vari Forlan (32), Zanetti (38) e Cambiasso (31), finora, non hanno avuto nemmeno un raffreddore. Sempre presenti in campo, sia in campionato che in coppa (a parte Forlan che non può giocare la Champions): 7 partite in meno di un mese. Iniziano a spiegarsi tante cose.
Il discorso vale anche per il Milan. L’eterno Seedorf è diventato una colonna. L’indistruttibile Van Bommel non si è perso nemmeno la Supercoppa. Su otto gare giocate da titolare, a una certa età, può anche capitare che Gargano ti sfili via sotto il naso. Pensate che sarebbe meglio non farli giocare? Bene: tolti loro, le alternative si chiamano Jonathan, Muntari, Emanuelson…
L’elenco dei fuscelli rossoneri è corposo quanto quello dei cugini. Al Milan, il principe dei fragilini si chiama Pato (22 anni), che adesso inizia a preoccupare sul serio la dirigenza. Proprio mentre Inzaghi, forse grazie alle piscine di Cocoon, torna a scalpitare. Il giovane e aitante Taiwo, ventiseienne fatto d’ebano, si è rivisto solo contro il Cesena, dopo un infortunio alla caviglia che l’aveva tenuto fuori un mese; Abate si è fatto male contro il Viktoria Plzen, Robinho si trascina da tempo un fastidio muscolare, Flamini si è lesionato il legamento crociato durante il Trofeo Berlusconi. Parliamo di gente ben lontana dalla trentina.
E poi Boateng: infortunatosi il 13 settembre nella gara contro il Barcellona, è tornato in campo solo il 2 ottobre. Se lo sapesse Gattuso, che si può restare ai box tanto a lungo per una botta al costato, si farebbe una risata. Il vecchio “Ringhio”, per metterlo ko, l’hanno dovuto “cecare”.
Meglio i "giovani" o i "vecchi"? Discutine nel forum
di Vanni Spinella
Gira e rigira, quando le cose non vanno, si punta il dito contro i "vecchi". I vecchi che non corrono, che non pressano, che si fanno sempre male. Arriveremo a dire che non ci sono più i vecchi di una volta. La realtà dei fatti racconta una storia diversa. Ad avercene di vecchi così, verrebbe da dire. E ancora: se non ci fossero loro a tirare avanti la baracca…
Il vero problema di Inter e Milan, oggi come oggi, sembrano essere i loro giovani. Non più scapicollati giovanotti che bazzicano baldanzosi locali e discoteche. Ai ragazzi di oggi piace frequentare l’infermeria: lettino, stampelle e minestrina. I nuovi giovani sono fragili ramoscelli, al cospetto di vecchie querce come Zanetti o Van Bommel. Gente con il loro fusto, non la fanno più.
Prendete quel virgulto di Emanuele Viviano, 25 anni, erede designato del vecchio Julione. Pronti, via, ha fatto crack in allenamento. Da solo. Stagione finita prima ancora di iniziare: per le emergenze, tornare a rivolgersi al 36enne Castellazzi.
Restiamo al precampionato: a Nagatomo (25 anni), apparentemente fatto di gomma, salta la spalla nella sfida contro il Celtic. Se si può far male persino lui, crolla ogni speranza. Inutile parlare di Ranocchia (23) che ne ha sempre una, o di Poli (22) addirittura acquistato infortunato e ancora indisponibile. Largo ai giovani, va bene: ma quali? Aggiungeteci gli stop di Pazzini e Sneijder, che non sono più ragazzini ma nemmeno pensionati, e capirete che il problema, all’Inter, non sono certo i “vecchi”.
I vari Forlan (32), Zanetti (38) e Cambiasso (31), finora, non hanno avuto nemmeno un raffreddore. Sempre presenti in campo, sia in campionato che in coppa (a parte Forlan che non può giocare la Champions): 7 partite in meno di un mese. Iniziano a spiegarsi tante cose.
Il discorso vale anche per il Milan. L’eterno Seedorf è diventato una colonna. L’indistruttibile Van Bommel non si è perso nemmeno la Supercoppa. Su otto gare giocate da titolare, a una certa età, può anche capitare che Gargano ti sfili via sotto il naso. Pensate che sarebbe meglio non farli giocare? Bene: tolti loro, le alternative si chiamano Jonathan, Muntari, Emanuelson…
L’elenco dei fuscelli rossoneri è corposo quanto quello dei cugini. Al Milan, il principe dei fragilini si chiama Pato (22 anni), che adesso inizia a preoccupare sul serio la dirigenza. Proprio mentre Inzaghi, forse grazie alle piscine di Cocoon, torna a scalpitare. Il giovane e aitante Taiwo, ventiseienne fatto d’ebano, si è rivisto solo contro il Cesena, dopo un infortunio alla caviglia che l’aveva tenuto fuori un mese; Abate si è fatto male contro il Viktoria Plzen, Robinho si trascina da tempo un fastidio muscolare, Flamini si è lesionato il legamento crociato durante il Trofeo Berlusconi. Parliamo di gente ben lontana dalla trentina.
E poi Boateng: infortunatosi il 13 settembre nella gara contro il Barcellona, è tornato in campo solo il 2 ottobre. Se lo sapesse Gattuso, che si può restare ai box tanto a lungo per una botta al costato, si farebbe una risata. Il vecchio “Ringhio”, per metterlo ko, l’hanno dovuto “cecare”.
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