Giannini, buona la seconda. Il Principe ambisce al trono

Calcio
Il neo allenatore del Grosseto Giuseppe Giannini haconquistato la sua prima vittoria (Getty)
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B COME BARONE. Dopo l'esordio casalingo, con sconfitta, sulla panchina del Grosseto, l'ex giocatore della Roma ha piazzato un bel colpo battendo in trasferta la Nocerina. Dopo il miracolo Gallipoli, il tecnico vuole consacrarsi una volta per tutte

STATISTICHE - Calendario, classifiche e cifre della Serie B 2011-12

di DANIELE BARONE

Forse è ancora un po' presto per capire se il Principe ce la farà a diventare una volta per tutte Re (delle panchine) ma almeno Giuseppe Giannini ha evitato di ridiventare in fretta ranocchio, vista l'aria che tira dalle parti di Grosseto dove il presidente Camilli ha, con gli allenatori, lo stesso rapporto che si ha con i kleenex in uno di quei brutti giorni con il raffreddore. Ha cominciato male, Giannini, ha perso in casa appena messi i piedi sul campo dello Zecchini ma vuoi mettere il gran colpo che ha piazzato poi sabato a Nocera? Aveva mezza squadra fuori, quattro squalificati (tra questi anche Caridi e Sforzini, insomma i migliori), un sacco di infortunati ma mica si è perso d'animo... Una vittoria pesantissima, ecco cosa ne è venuto fuori. E il Grosseto, zitto zitto, si è piazzato alle spalle delle prime della classifica. Deve essere una sua prerogativa precisa, quella di non perdersi d'animo. Specie da quando si è messo in testa di voler diventare allenatore, Giannini. Perché, da quel momento, sono state più botte che sorrisi. Perché, in quel momento non conta più essere il campione con quindici anni nella Roma, con quasi cinquanta partite nella Nazionale, il "bello" che faceva innamorare tutte le ragazze e che, in campo, ti metteva la palla sui piedi lanciando da quaranta metri. No, conta invece, reinventarsi. Cominciare un'altra storia.

È stata dura: gli esoneri di Foggia, S.Benedetto, in Romania con l'Arges Pitesti, poi però il capolavoro di Gallipoli con la storica promozione in B ed anche la capacità, l'anno dopo, di tenere la squadra in linea di galleggiamento per tanti mesi nonostante i devastanti problemi societari, fino alla resa. Inevitabile e dolorosa. Verona, un anno fa, sembrava l'occasione per un altro rilancio diventata invece un'altra delusione. Il Principe senza corona e senza sorriso. Sì, è stata dura. Fino ad un giorno di fine ottobre, una telefonata da Grosseto, un presidente che al confronto Zamparini è un dilettante ma che ci mette passione e vuole passione. La chance che Giannini aspettava. Per essere un buon allenatore, tanto gli basta, né Re e né ranocchio.

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