Scudetto 2006: anche il Tnas si dichiara incompetente
CalcioIl Tribunale arbitrale nazionale dello sport presso il Coni ha dichiarato la propria incompetenza circa la controversia tra la Juventus da una parte e Figc e Inter dall'altra: "Materia non arbitrabile", si legge nel dispositivo
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Stop al ricorso della Juventus contro la mancata riassegnazione dello scudetto 2006, tolto al club bianconero dopo Calciopoli. Il Tribunale arbitrale nazionale dello sport presso il Coni si è infatti dichiarato incompetente a decidere sul ricorso della società bianconera, che aveva contestato la decisione del consiglio della Figc. Il collegio arbitrale - composto dal Presidente, Dott. Angelo Grieco, e dagli arbitri, Avv. Dario Buzzelli e Avv. Enrico De Giovanni - ha dichiarato la propria incompetenza circa la controversia tra la Juventus da una parte e Figc e Inter dall'altra, avente come oggetto l'atto del Consiglio federale del 18 luglio scorso. Una delibera, passata con un voto contrario e due astenuti, in cui si dichiara che non ci sono i presupposti giuridici per la revoca dello scudetto 2006 all'Inter. La società bianconera aveva presentato un esposto in cui chiedeva la revoca di quel titolo assegnato ai nerazzurri dopo lo scandalo di Calciopoli.
La richiesta della Juventus di revoca dello scudetto 2006 assegnato all'Inter dopo i fatti di Calciopoli non è "materia arbitrabile". E comunque la vertenza deve rimanere nell'ambito della giustizia sportiva. Lo scrivono, nelle 22 pagine del dispositivo, gli arbitri del collegio del Tnas che ha dichiarato la propria incompetenza circa la controversia tra il club bianconero e Inter-Figc. "Si tratta di materia che il collegio ritiene non arbitrabile, proprio perché attinente alla titolarità di poteri e alla competenza del singolo organo ad esercitarla, dunque a posizioni indisponibili in relazione alla loro natura", si legge nel testo del lodo.
Il Collegio arbitrale, ripercorrendo la vicenda, si sofferma sulla decisione assunta dal consiglio della Figc il 18 luglio scorso in cui si dichiarava incompetente a revocare il titolo assegnato a tavolino ai nerazzurri. "Secondo la Figc" si trattava di "un difetto di legittimazione, cosicché non ricorrendo i presupposti per l'attivazione del provvedimento di autotutela, la Federazione 'respinge la richiesta di revoca del titolo'. Pertanto il collegio è chiamato a valutare una lite in cui non sussisterebbe la disponibilità della stessa parte; il che impedisce la piena negoziabilità della lite e quindi l'arbitrabilità della medesima". Si tratta - sottolineano gli arbitri - "di questioni che attengono a situazioni giuridiche non disponibili, giacché se veramente la Figc e i suoi organi di gestione sportiva non dispongono di poteri il cui esercizio è richiesto dalla Juventus, non può farne oggetto di disposizione e quindi di arbitrato e di eventuale accordo conciliativo".
Il collegio sottolinea inoltre che "va confermata la riconducibilità della vertenza nell'ambito della giustizia sportiva". In sostanza "l'attribuzione e la revoca del titolo di campione d'Italia non sono oggetto di un potere amministrativo, ma conseguono all'applicazione dei regolamenti e dei risultati sul campo e l'eventuale revoca può solo scaturire da una sanzione disciplinare, che non competerebbe al Consiglio federale ma agli organi di giustizia".
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Stop al ricorso della Juventus contro la mancata riassegnazione dello scudetto 2006, tolto al club bianconero dopo Calciopoli. Il Tribunale arbitrale nazionale dello sport presso il Coni si è infatti dichiarato incompetente a decidere sul ricorso della società bianconera, che aveva contestato la decisione del consiglio della Figc. Il collegio arbitrale - composto dal Presidente, Dott. Angelo Grieco, e dagli arbitri, Avv. Dario Buzzelli e Avv. Enrico De Giovanni - ha dichiarato la propria incompetenza circa la controversia tra la Juventus da una parte e Figc e Inter dall'altra, avente come oggetto l'atto del Consiglio federale del 18 luglio scorso. Una delibera, passata con un voto contrario e due astenuti, in cui si dichiara che non ci sono i presupposti giuridici per la revoca dello scudetto 2006 all'Inter. La società bianconera aveva presentato un esposto in cui chiedeva la revoca di quel titolo assegnato ai nerazzurri dopo lo scandalo di Calciopoli.
La richiesta della Juventus di revoca dello scudetto 2006 assegnato all'Inter dopo i fatti di Calciopoli non è "materia arbitrabile". E comunque la vertenza deve rimanere nell'ambito della giustizia sportiva. Lo scrivono, nelle 22 pagine del dispositivo, gli arbitri del collegio del Tnas che ha dichiarato la propria incompetenza circa la controversia tra il club bianconero e Inter-Figc. "Si tratta di materia che il collegio ritiene non arbitrabile, proprio perché attinente alla titolarità di poteri e alla competenza del singolo organo ad esercitarla, dunque a posizioni indisponibili in relazione alla loro natura", si legge nel testo del lodo.
Il Collegio arbitrale, ripercorrendo la vicenda, si sofferma sulla decisione assunta dal consiglio della Figc il 18 luglio scorso in cui si dichiarava incompetente a revocare il titolo assegnato a tavolino ai nerazzurri. "Secondo la Figc" si trattava di "un difetto di legittimazione, cosicché non ricorrendo i presupposti per l'attivazione del provvedimento di autotutela, la Federazione 'respinge la richiesta di revoca del titolo'. Pertanto il collegio è chiamato a valutare una lite in cui non sussisterebbe la disponibilità della stessa parte; il che impedisce la piena negoziabilità della lite e quindi l'arbitrabilità della medesima". Si tratta - sottolineano gli arbitri - "di questioni che attengono a situazioni giuridiche non disponibili, giacché se veramente la Figc e i suoi organi di gestione sportiva non dispongono di poteri il cui esercizio è richiesto dalla Juventus, non può farne oggetto di disposizione e quindi di arbitrato e di eventuale accordo conciliativo".
Il collegio sottolinea inoltre che "va confermata la riconducibilità della vertenza nell'ambito della giustizia sportiva". In sostanza "l'attribuzione e la revoca del titolo di campione d'Italia non sono oggetto di un potere amministrativo, ma conseguono all'applicazione dei regolamenti e dei risultati sul campo e l'eventuale revoca può solo scaturire da una sanzione disciplinare, che non competerebbe al Consiglio federale ma agli organi di giustizia".
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