Roma, Luis Enrique: "Fiducioso e convinto delle mie idee"

Calcio
Luis Enrique è ottimista: "Io penso ai 3 punti, sono il mio obiettivo" (foto getty)
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Alla vigilia del match con la Lazio, lo spagnolo vuole riscattare la sconfitta incassata all'andata e dare ossigeno alla classifica: "Sappiamo che il derby è una partita difficile, ma sono ottimista. Ho grande fiducia, non deve esistere la paura"

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"Dal primo giorno in cui sono arrivato so che il derby è una partita molto speciale, in cui non si giocano solo 3 punti. Tutti i tifosi aspettano questa partita e ho lavorato per fare arrivare la squadra nelle migliori condizioni". Così il tecnico della Roma Luis Enrique presenta il derby contro la Lazio in programma domani all'Olimpico. "Che è una partita importante lo so, la stiamo preparando al 100% pensando a come possiamo essere superiori a un avversario che è davanti a noi dall'inizio e sta facendo un ottimo campionato, ma sono fiducioso. Questa partita si gioca con il cuore, la passione, bisogna controllare la testa ed essere motivati. Se ho riparlato con De Rossi? Non mi piacciono le regole, ma quando sono arrivato ho chiesto due cose: nessuno mi ha detto di no. Per tanti può essere un dettaglio stupido, per me no perché per fare qualcosa in più sono importantissimi dei dettagli. Per il resto ognuno ha il suo pensiero. Tante volte sbaglierò ma sono convinto delle mie idee: per fare una squadra bisogna crearla fuori e dentro il campo. Forse sono convinto delle mie idee ma sono fatto così". E ha aggiunto: "Non voglio problemi con nessuno e ho un rapporto vicino ai miei calciatori: so ancora che significa essere calciatore, ma questo non significa che dobbiamo andare d'accordo in tutto. Io sono l'allenatore e loro i calciatori: loro pensano prima a sé e poi alla squadra, mentre l'allenatore fa il contrario, e' normale che sia così. Questo può piacere o no, ma è coerente con ciò che dico da giugno".

"Un derby importante per la Roma e anche per la Lazio soprattutto per la classifica: "Mancano 13 partite - afferma Luis Enrique - possiamo arrivare al terzo posto ancora, oppure al sesto-settimo. Ma la partita con la Lazio e' importante non solo perche' e' il derby ma perche' questo e' un avversario diretto. Se la Roma è una grande? Si vedrà alla fine del campionato, io ho pensato questa settimana solo a come riuscire a far male alla Lazio. Voglio lo spirito delle ultime partite in casa, dove abbiamo incassato solo due gol e non ricordo quanti ne abbiamo fatti. Voglio la stessa mentalità, disponibilità e attenzione, un po' come nel derby di andata nel primo tempo. Che la Roma cercherà di proporre in campo il proprio gioco per me è una cosa sicura. Giocando in casa con i tre-quarti del pubblico a tifare per la Roma sarà per noi molto importante". E' stata una settimana complicata per entrambe le squadre: "Non so come ci arrivi la Lazio, ma qui succede sempre qualcosa e so che è importante dimenticare tutto prima: la squadra che penserà solo a fare il proprio lavoro puo' fare qualcosa di importante. Sabatini ha parlato di moderata paura nel gruppo, Simplicio ha detto che la Roma non conosce questa parola? Che devo fare io? Fare il tifo per Simplicio o Sabatini? E' come nella vita, a volte c'è paura, a volte no". Una eventuale sconfitta porterebbe la Roma a -10 dal terzo posto, ciò potrebbe rendere la stagione fallimentare: "I risultati marcano quello che ha fatto l'allenatore. Lo vedremo a fine stagione e mi prenderò la mia responsabilità come ogni giorno. Se vinciamo il derby andiamo a-4 dalla Lazio".

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