Scommesse, la Procura: ci sono infedeli, ma il calcio è sano

Calcio
Masiello è finito al centro del nuovo filone dello scandalo scommesse
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Il procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati, ha commentato in conferenza gli sviluppi dell'inchiesta sul calcioscommesse che ha portato a tre arresti. Tre filoni di indagine. "L'infedeltà di qualcuno non inficia il sistema, che è sano". VIDEO

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"Primo tassello di un'indagine molto articolata". Così il procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati, ha commentato in conferenza stampa gli sviluppi dell'inchiesta sul calcioscommesse. Sono tre - ha detto - i filoni d'indagine su cui si sta concentrando la Procura di Bari, coordinati da Laudati insieme ai pm Ciro Angelillis e Giuseppe Dentamaro, nati da un segnalazione sulla partita di Coppa Italia Bari-Livorno del primo dicembre 2010 finita 4-1, in cui si registro' un anomalo flusso di scommesse tra il primo e il secondo tempo.

Il primo filone riguarda il ruolo di alcuni calciatori, definiti da Laudati "infedeli". "L'infedeltà di qualcuno - ha commentato - non inficia però il sistema del calcio italiano che è sano". Poi c'è un filone relativo alle infiltrazioni degli scommettitori esteri. Infine il terzo "per noi più rilevante" ha detto ancora Laudati, è il ruolo della criminalità organizzata nel sistema scommesse.

"La criminalitàorganizzata - ha proseguito il procuratore - ha scoperto da molto tempo il mondo delle scommesse, soprattutto quelle giocate all'estero" anche per una facilità nel riciclare denaro. "Il nostro filone - ha detto il procuratore - riguarda solo le partite del Bari e le pressioni e interferenze sul nostro territorio per quanto riguarda il rapporto tra scommesse e risultato sportivo. Questo sistema, per quanto riguarda Bari - ha sottolineato Laudati - è presente da tempo. Ricordo i sequestri di agenzie di scommesse a clan locali".

Le indagini si sono basate sui flussi dei traffici telefonici, sugli accertamenti patrimoniali, sulle registrazioni dei nominativi per le scommesse che superano certi importi secondo la normativa antiriciclaggio. "Questo è il motivo per cui molte scommesse - ha concluso - vengono fatte all'estero, per aggirare il sistema delle identificazioni".

Il Gip di Bari -
Non è solo Andrea Masiello a truccare le partite di serie A: il sistema messo in piedi funziona soltanto con il "contributo vitale di alcuni calciatori" che, partecipando alle combine, si garantiscono "vincite sicure". Lo scrive il Gip di Bari nell'ordinanza con cui dispone il carcere per il giocatore dell'Atalanta ed ex capitano del Bari e per due suoi amici scommettitori. Un sistema, afferma il Gip Giovanni Abbattista, che vede coinvolto un "nugolo di individui" senza scrupoli. L'inchiesta barese, scrive infatti il giudice, ha portato alla luce un sistema "sicuramente operativo nel corso delle ultime due stagioni del campionato di calcio nazionale di serie A" nel quale sono coinvolti "calciatori professionisti della squadra barese e un nugolo di altri individui - ristoratori, gestori di centri di raccolta di scommesse su eventi sportivi e faccendieri - a questi vicini". Un sistema che operava per "falsare l'esito di alcune partite di campionato in modo da garantire vincite 'sicure' ai soggetti in questione, calciatori inclusi, che, su quelle partite del campionato in cui era impegnata la squadra del Bari, avevano scommesso importanti somme di denaro". Ed è in questo contesto, annota il Gip, che diventa "vitale il contributo di alcuni calciatori", "per concordare il risultato di gioco desiderato": perchè sono loro che "scendevano materialmente sul campo di gioco" e sono loro che "potevano condizionare il risultato tecnico", disponendo di "conoscenze adeguate all'interno del movimento calcistico nazionale".