Platini: "Scommesse? I giocatori devono salvare il calcio"

Calcio
Michel Platini parla dello scandalo scommesse (Getty)

Per il presidente della Uefa tocca ai calciatori debellare i mali del mondo del pallone: "Dipende dalla loro moralità, devono resistere agli appelli dei banditi, chi viene beccato non giocherà più". Su Prandelli: "Non mi sorprende sia un bravo allenatore"

"Tutti i giocatori che hanno venduto una partita non giocano più a pallone". E' categorico Michel Platini, presidente della Uefa, che si sofferma sul problema delle scommesse e delle partite truccate. Sulla via d'uscita è categorico l'ex campione della Juve: "L'unica soluzione è la moralità dei calciatori, sono loro che devono resistere agli appelli dei banditi".

Sul possibile boicottaggio della rassegna continentale da parte del mondo politico come forma di protesta per il trattamento riservato all'ex premier ucraino Iulia Timoshenko. "Tanti politici dicono che non vengono, ma non sono stati nemmeno invitati", dice Platini. "La Timoshenko? Non è colpa mia, non faccio politica", risponde il dirigente francese, che poi torna sulla decisione di assegnare a Polonia e Ucraina gli Europei di quest'estate. "Sapremo solo dopo gli Europei se è stata una scelta giusta, di certo è stato complicato fin dall'inizio. Ma gli Europei non sono solo calcio, servono anche per migliorare la vita delle persone. Ci chiediamo sempre se sarebbe stato più facile andare in Italia: chissà, puoò darsi di no".

Su Cesare Prandelli suo ex compagno di squadra e attuale allenatore della nazionale azzurra: "Non si può dire a 25 anni cosa uno farà da grande - ha spiegato ancora Platini - Però mi aspettavo che potesse essere un buon allenatore. Cosa aveva più degli altri? Quando giocava alla Juve era già abituato alla panchina".